“Cara Vicky, festeggiamo insieme il nostro CompliNuovo!”. Con Amore, la tua Vickyndico.
4 novembre 2016
Cara Vicky,
Oggi è il giorno nel quale sei nata 39 anni fa… Tante cose sono cambiate da allora, tante persone sono passate nella tua vita e hai fatto molte esperienze attraversando paure, delusioni ma anche gioia e felicità.
Oggi che sono consapevole di quello che solo io sono, voglio farti questo regalo per il compleanno: facciamo uno spin del tuo C.E.U., traslando il giorno del tuo compleanno a domani 5 novembre.
Io e te, cara gemella, da oggi scegliamo di vivere nel presente: il passato fa parte di noi, ma non governa su di noi, siamo libere! Oggi scegliamo di non rimanere in ruoli embriogenetici chiusi che ci ostacolano… niente è assoluto e per sempre, tutto è mutevole, anche il giorno del compleanno.
Ieri mi sono messa in ascolto del vento, dell’Anemos che ci accompagna e ho compreso che oggi voglio perdere, per cedere questa giornata interamente ad una neonata, mia sorella Valentina.
Il vero ascolto di noi stesse mi ha portato a sentire che per noi, cara Vicky, oggi è importante fare festa per lei e solo per lei in esclusiva, facendo festa per quello che solo lei è, per quello che anche in questo momento di attraversamento dell’anello diabolico è.
Oggi, cara Vicky, scelgo per me e per te.
Lo so che anche tu hai una parte bambina che vuole essere importante e vuole essere festeggiata, ma in realtà non perdiamo niente, ci spostiamo soltanto di un giorno. E poi non riesco a immaginare festa più bella di quella di festeggiare una sorella che attraversa il tunnel, di festeggiarla in questo momento sacro, questa è la vera festa oggi!
Ormai, cara Vicky, abbiamo scelto di non stare solo nell’anello simbolico, questa nuova vita che abbiamo iniziato io e te ha un significato molto più profondo e comprende anche l’anello diabolico, comprende la meiosi, ma nonostante ciò ora sappiamo che i due anelli non si escludono l’un l’altro, abbiamo sperimentato che è bello fare festa soprattutto nei momenti difficili ed è ancora più bello sapersi ridurre per favorire la fetogenesi.
Cara Vicky, l’altra notte ho fatto un sogno: stavo davanti ad una finestra luminosa e aperta sul mondo e mi accarezzavo i capelli che erano lunghissimi, almeno lunghi un metro, forse anche di più. Questa bella chioma di riccioli biondi dorati e luccicanti a un certo punto mi rimane in mano, e con un gesto leggero e lento faccio volare i miei capelli nel vento dalla finestra aperta, che li porta via e li sparge tutti attorno. In quel momento ho sentito la pace, anche se ero affezionata a quel ciuffo, ero felice di lasciarlo volare.
In questi giorni, cara Vicky, ho sentito che finalmente stavo lasciando andare una vecchia identità molto profonda e radicata in me, che per tanto tempo mi ha protetto e aiutato ad andare avanti nonostante le tante delusioni e le tante pietre che mi appesantivano. Ma ora sento che posso lasciarmi cadere e abbandonare questa VECCHIA IDENTITA’, CHE COME UN ABITO TROPPO STRETTO, non mi dava più calore e più ne tiravo i lembi, più mi lasciava scoperte altre parti e mi stringeva.
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-“Il salto precipiziale” di Michela Garbati – |
Lo so, far morire una parte è doloroso e in questi giorni abbiamo attraversato le doglie insieme, questa volta però senza disperare, ma cogliendone il senso profondo.
Questa nostra vecchia identità, cara Vicky, era legata a doppia mandata all’anello simbolico, era affidabile, efficiente e difficilmente sbagliava, non voleva perdere mai niente e piuttosto si aggrappava all’obbligo dovere o ai ruoli fissi.
Cara compagna di viaggio, in questi anni di percorso ne abbiamo fatta di strada insieme, man mano smussando gli angoli e attraversando coraggiosamente l’anello diabolico più e più volte.
Ogni volta è andata meglio e il dolore ci faceva meno paura, la fides era un pochino più lunga…
Già…la fides…. La cordicella che non avevamo e senza la quale spesso ci siamo sentite perse e disperate senza un futuro, senza la quale sicuramente avremmo fatto una brutta fine e sento che probabilmente la cordicella ci sarebbe servita più per impiccarci e farla finita.
Di questa rinascita e trasformazione dobbiamo ringraziare noi stesse per il coraggio messo in campo, ma, cara Vicky mia, prima di tutto dobbiamo ringraziare una persona antenata molto importante per noi: Valentina… è LEI CHE AL POSTO NOSTRO HA messo la fides, è lei che nonostante tutto ci ha creduto e ha avuto fede, che si ricordava delle nostre parti bambine, dello spettacolo che siamo, del nostro P.U.F.
Senza di lei oggi forse non ci saremmo più o comunque quello che rimaneva era una persona-maschera congelata nelle emozioni che viveva per inerzia, dissanguata e sterile, conclusa.
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– “Maschera e Sangue” di Michela Garbati – |
Per questo, cara Vicky mia, oggi per noi la festa più bella è questa: è fare festa a una gemella e al suo attraversare, festeggiandola nella sua bellezza e nella sua fragilità, in quello che solo lei è, semplicemente. Perché la felicità più grande è quella di vedere che non si accontenta, che ancora sogna, anche nel tunnel, e festeggiare insieme il suo viaggio di ricongiungimento con l’In.Di.Co.
Cara Vicky, non è una cosa bella? Sento che sei d’accordo e allora ti propongo questo gioco: giochiamo che oggi è il compleanno di Vale e domani è il tuo… e poi diciamoci la verità: ormai il 4 è un numero troppo quadrato per te, ti si addice più il 5, come dice Cindy, perché ha in sé la parte quadrata ma anche quella tonda che si intrecciano e rispecchiano di più la tua nuova complessità!
Cara Vickyndico, che dire…
sono felice di averti scritto questa lettera,
perché ti voglio immensamente bene
e ci tengo tantissimo alla tua vita.
Sento che fare coppia con te è uno sballo e mi rende felice!
Victoria, figlia dell’In.Di.Co.