Il tempo dell’amore non ha tempo.
“E di sicuro ci sarà tempo
Per il fumo giallo che scivola lungo la strada
Strofinando la schiena contro i vetri;
Ci sarà tempo, ci sarà tempo
Per prepararti una faccia per incontrare le facce che incontri;
Ci sarà tempo per uccidere e creare,
E tempo per tutte le opere e i giorni delle mani
Che sollevano e lasciano cadere una domanda sul tuo piatto;
Tempo per te e tempo per me,
E tempo anche per cento indecisioni,
E per cento visioni e revisioni,
Prima di prendere un tè col pane abbrustolito.
Nella stanza le donne vanno e vengono
Parlando di Michelangelo.
E di sicuro ci sarà tempo
Di chiedere, «Posso osare?» e, «Posso osare?»
Tempo di volgere il capo e scendere la scala,
Con una zona calva in mezzo ai miei capelli –
(Diranno: «Come diventano radi i suoi capelli! »)
Con il mio abito per la mattina, con il colletto solido che arriva fino al mento,
Con la cravatta ricca e modesta, ma asserita da un semplice spillo
(Diranno: «Come gli son diventate sottili le gambe e le braccia!»)
Oserò
Turbare l’universo?
In un attimo solo c’è tempo
Per decisioni e revisioni che un attimo solo invertirà”.
(Brano tratto da “Il canto d’amore” di J. Alfred Prufrock”
di T.S. Eliot)
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“Amore e Psiche” – A.Canova |
Tempo. Una parola ricorrente nei miei pensieri. Quando ho sofferto pensavo al tempo, che volevo passasse veloce per alleviare le mie angosce e per guarire le mie ferite. Quando ho incontrato gente sbagliata ho pensato al tempo, che volevo si fosse fermato un attimo prima di quell’incontro, per lasciare intatta la mia anima, smarritasi subito dopo. Quando ho ricominciato a studiare pensavo al tempo, che mi sembrava sempre troppo poco rispetto alle cose che avevo da fare. Quando ho gioito per le mie soddisfazioni ho pensato al tempo, che avrei voluto fermare in quel momento per lasciarmi addosso quella sensazione, sempre così sfuggente, di felicità. Quando ho incontrato te ho pensato al tempo, un tempo che non mi sembrava maturo per questo nuovo incontro, un tempo che ancora non era stato in grado di ricucire gli strappi subiti, un tempo che incalzava, troppo veloce, troppo intenso, troppo travolgente.
Ma, come ci siamo detti, non siamo fatti di solo pensiero, di calcolo razionale e cosciente. Siamo anima e corpo, siamo mente e cuore, siamo pensiero e impulso, siamo ragione e passione, siamo scienza e fede.
Tutto torna, come un cerchio che prima o poi si deve necessariamente chiudere intorno a discorsi già fatti, in cui credi o no, su cui basi la tua esistenza.
Quel tempo sul quale ho razionalizzato, per paura di non poterlo controllare, per timore che mi facesse male, ha trovato con te la sua giusta collocazione, proprio lì nel mezzo, tra anima e corpo, mente e cuore, pensiero e impulso, ragione e passione, scienza e fede.
Tu sei lì nel mezzo, oscilli da un capo all’altro, a volte ti insinui nella mente, altre sei nel cuore. Ma ci sei, sempre, pesantemente presente, ingombrante dovunque ti posi.
Finalmente quel tempo, a cui ho sempre pensato, è diventato quel che avrebbe sempre dovuto essere: scorrimento naturale degli eventi, tempo vissuto e non pensato, tempo goduto fino all’ultimo secondo, che va da sé senza che lo si possa gestire e senza che se ne abbia paura.
Il tempo è per noi vita, una vita piena di emozioni, una vita piena di attimi fatti di parole e silenzi, di occhi e labbra e mani e respiri e pelle, di riflessione e di ironia e di non-sense, di tenerezza e di impeto e di passione e di dolore e di amore.
Come ringraziarci per tutto questo? Vivendoci, sempre con la stessa intensità di ora, sempre con lo stesso rispetto reciproco, sempre con questo sentimento in crescita attimo dopo attimo, sempre con questo entusiasmo, sempre lasciando che le nostre individualità restino tali e si fondano senza perdersi l’una nell’altra…
Le due colonne di quel tempio di cui parla Gibran, entrambe forti e stabili per se stesse, ma l’una senza l’altra incapaci di reggere quel tempio colmo di vita. Mi viene in mente “One” degli U2: “love is a temple, love, the higher love” canta Bono. L’amore è un tempio, l’amore, quello sublime, profondo.
Sii per me la colonna che regge il tempio, come io sarò per te, senza darci un tempo, senza pensare al tempo, limitandoci a vivercelo al meglio, come sappiamo fare adesso.
Alla mia parte Prufrock