Vieste (FG), 11 settembre 2016. VIII edizione del progetto “La finestra di Babich”: terzo giorno.
Ci siamo svegliate con la pioggia scrosciante che ci accompagna aiutandoci a scendere nelle nostre profondità.
Abbiamo iniziato la mattinata con un pensiero di G., che ci ha fatto fare un esercizio di rilassamento, per aiutarci ad entrare più in noi.
Prima però R. ha letto l’etimologia del numero 2, che significa grande madre, che è l’espressione dell’energia, dell’armonia, della ricettività e anche del dualismo lunare: di Iside, lato femminile che rappresenta la forza della natura, i cicli, le maree, l’acqua della vita, mentre invece Ecate la parte oscura, le viscere della terra con un inconscio prettamente femminile, con qualità intuitive.
Il potere dell’energia femminile nutre, cura, protegge e sostiene, e al tempo stesso cresce e incrementa se stesso mentre dona.
Dopo la lettura, G. ci ha invitato a sederci a terra comode. Chiusi gli occhi, abbiamo seguito la voce di lei che ci indicava il viaggio, con un sottofondo musicale orientale. Ognuna si è immersa nella storia immaginabile e, dopodiché, si sono scatenate delle immersioniforti.
Quella che ci ha colpito di più è stata quella di N., che è esplosa come un vulcano e subito dopo si è chiusa con dolore e paura, come fosse un feto, ed è stata accolta da diverse donne e cullata, abbracciata come una bambina.
Un’altra immersione forte è stata quella di L. che è tornata una bambina di sette anni, provando tanto dolore per essersi sentita aggredita, invasa da una figura adulta.
Ci ha colpito N. che, con il suo viaggio immaginario nella giungla, ha trovato uno scimpanzé che l’ha accompagnata, e ha provato dolore e delusione rifugiandosi sulle nuvole perché non voleva ritornare.
Dopo una breve pausa c’è stato un video sulla cicogna e i pensieri fissi: la canzone di Fiorella Mannoia e l’orazione.
Dopo c’è stata una comunicazione madre-figlia: il ringraziamento di una madre, E., verso la figlia B., un incontrarsi più alla pari in un modo più profondo e anche una possibilità di riscattarsi del tempo perduto, anche attraverso il perdonarsi di non essere stata una buona accompagnatrice.
… L’amore un po’ “malato” di una madre, non considerando che sua figlia è un’altra persona, perché noi genitori proiettiamo i nostri desideri o sogni irrealizzati su di loro, e quindi i figli si sentono ancora di proteggerci, non offenderci e non deluderci…
E’ bello riscoprirsi e viaggiare insieme come due entità diverse, ma unite dalla sincerità di dirsi le cose e di vedersi.
Nel pomeriggio è stato proiettato il film “Sinfonia d’autunno” di Ingmar Bergman, un film intenso, una storia di madre e figlia con tante problematiche. Una madre dedita solo alla carriera, piena del suo dolore antico, che non riesce a vedere le sue figlie che soffrono del suo allontanamento, sentendosi abbandonate e sole.
Tre elementi emergono: la colpa, la confessione e il perdono di una madre molto disagiata.
Dopo il film ognuna di noi ha espresso il suo sentire emotivo rispetto al film, ed è venuto fuori tanto dolore riguardo la propria storia sulla maternità, sensi di colpa per non esserci state, tante emozioni insieme che ci hanno unite avendo lo stesso fondo comune.
La giornata è finita tardi ed è stata molto intensa, eravamo tutte stanche e non lucide per fare una buona teoria globale, perciò è stata rimandata al giorno dopo.
Francesca e Lucia