VI RACCONTO LA MIA FESTA P.U.M.

19 giugno 2016

Come si fa a trasformare in parole delle emozioni forti? 

Ci sto pensando da giorni, mesi, e non riesco a trovare una “formula magica” che possa aiutarmi. 

Comunque ho deciso di provarci e, a rischio di scrivere una cacata, oggi lo farò.

Tutto è partito un giorno in macchina nel mese di novembre quando, durante un bilancio, mia sorella Barbara mi fa una proposta “indecente”: mi dice che secondo lei ho fatto tanti passaggi importanti e che vado festeggiata. 

Lei, che in adolescenza non mi ha mai riconosciuta, mi dice che per me vorrebbe istituire le “feste P.U.M.”, e che la prima a festeggiare devo essere io.

Cominciano così i bombardamenti emotivi! Uno tsunami che ha continuato a stravolgermi fino a ieri sera, giorno in cui ho potuto godere dell’ultimo regalo.

Il riconoscimento di mia sorella è stato davvero forte perché so che se dice una cosa la pensa davvero, e già se ci fossimo fermati lì, per me sarebbe stato un gran bel regalo, soprattutto se penso a come siamo partite io e lei, se penso a quanto ci siamo combattute, a come siamo arrivate ad odiarci dopo esserci tanto desiderate e mai incontrate. 

Quando ci penso, mi rendo conto che la nostra è proprio una bella storia: una storia di donne che pur essendo sorelle erano lontanissime

Oggi siamo sorelle-amiche e questo è uno dei doni più belli che sono venuti dopo anni di lotte, sofferenze, gioie, tentativi e cambiamenti difficili, per cui tutto quello che è venuto dopo la sua proposta mi è sembrato un sovrappiù, nel senso che già la proposta era per me un “regalone”. 

Ovviamente Barbara quando decide di fare qualcosa la fa alla perfezione!

Ha coinvolto tante persone, ha creato un vero gruppo di lavoro e ha coordinato e seguito tutto con amore e devozione. I giorni passano e della festa io non ne so più niente, fino a quando, una mattina di aprile, torno a casa e nella cassetta della posta trovo una busta da lettere abbastanza grande.

La prima reazione è stata: “Oh no! Qualcuno mi ha invitato ad un matrimonio!”. Poi mi sono avvicinata, e sulla busta ho riconosciuto la grafia di mia sorella. Di nuovo lo tsunami! Non sapevo ancora cosa ci fosse scritto e già mi stavo emozionando di nuovo. 

Entro di corsa in casa, apro la busta e trovo una locandina bellissima con un invito a partecipare alla mia festa P.U.M. il 25 aprile presso la sala “Gianna Stellabotte” nell’ospedale D’Avanzo.


Che emozione! Addirittura era stata fatta una spettacolare locandina tutta per me, e per la prima volta leggevo anche i nomi del gruppo che da un po’ stava dedicando del tempo ad organizzare la mia festa: Barbara, mamma, zia Adriana, Francesca Internò, Giusi Pascolla, Grazia Pietroforte, Marina Mangiulli, Francesco De Gregorio, Sabrina Cela e, dall’estero, Sandra Recchia.

Ancora tsunami!! Le emozioni così belle succede che non sempre ce le godiamo fino in fondo

Sono nati i primi sensi di colpa: tutte queste persone sono già impegnate in tante cose, ci mancava solo la mia festa ad appesantirle. Cosa posso fare io per disobbligarmi? Il mio cervellino comincia a pensare… Realizzerò a mano degli oggetti da regalare ad ognuno… ma no! Che idea del cavolo! Allora comprerò qualcosa… seeee ancora peggio! Allora farò ad ognuno un “buono” in qualche negozio… Insomma penso davvero a tutto ma il mio cervello mi boccia ogni proposta.

I giorni passano e io vado sempre più in ansia. Non solo stanno impiegando tante energie per me, non riesco nemmeno a ripagarli in qualche maniera. Madò faccio proprio schifo! Sensi di colpa da vendere! Il tormento continua fino alla mattina della festa, ma di concreto nulla.

Prima dinamica metastorica: ricevere un regalo immenso senza riuscire a ricambiare. Per me che ho sempre attivato dinamiche al contrario, che magari donavo soltanto, senza sentirmi degna di prendere nulla, sapere “lucidamente” che stavo per godermi una giornata di festeggiamenti senza poter ricambiare mi ha mandata in tilt.

Questo mio psicotizzarmi ha però prodotto una cosa buona: non sono riuscita a immaginare come si sarebbe svolta la festa e mi sono presentata quel giorno senza alcuna aspettativa.

Anche questa è stata per me una novità: in genere penso a come potrebbero andare le cose, a quello che gli altri forse hanno preparato per me, e mi perdo il bello della diretta perché sto lì a “controllare” se avevo indovinato, se quella cosa che mi sarebbe tanto piaciuta fosse arrivata oppure no… Insomma paranoie su paranoie.

Quel giorno niente di tutto questo. Avevo in testa le scimmie urlatrici che mi ricordavano quanto fossi ingrata. Stop! Il resto dei pensieri era in stand-by.

Dopo una serata di pre-festeggiamenti a casa mia, la mattina mi faccio bella (si fa per dire!), indosso il vestito che ho comprato con mamma apposta per l’occasione e parto per Foggia.

Lì mi aspetta lo chauffeur Vincenzo che mi accompagna a destinazione.

Finalmente le scimmie urlatrici si zittiscono e ricominciano le emozioni.

Vedere che tante persone erano venute lì solo per me, che tutti stavano lì perché mi vogliono bene, che il “comitato organizzatore” era emozionato quanto me, mi ha mandata completamente in tilt. Bombardamenti ogni secondo!

Mi sono lasciata trasportare dagli eventi godendomi ogni attimo.

Mamma e Francesco avevano scritto la storia della mia vita e quella mattina, mentre Francesca leggeva, io “recitavo” la mia parte. Dalla nascita in poi… Ho ripercorso tutte le mie tappe ricordando gli episodi più significativi, ridendo e piangendo per quanto la vita mi aveva già fatto vivere, ripercorrendo episodi dolorosi e felici.

La festa, per me, è stata un vero sballo! Non riesco a raccontare tutto perché per me sono state essenzialmente emozioni che si susseguivano. E le emozioni non riesco ancora a trasformarle in parole.

È stato un vero sballo. Ho riso, pianto, cantato, lottato contro i diavoletti, mangiato, ballato…

Una festa completa! Gli organizzatori avevano pensato davvero a tutto.

Ogni invitato aveva una busta che conteneva oggetti da utilizzare durante la storia. La scenografia era spettacolare! Tutto era perfetto… Possibile che tutto questo fosse stato fatto proprio per me? Lo meritavo davvero? Per tutta la durata della storia non ho avuto tempo di “accendere” il cervello. Ho vissuto e basta.

Poi a fine storia le scimmie urlatrici sono tornate all’attacco! Così nei pensieri finali l’ho detto e sentire le risposte degli altri un po’ mi ha liberata.

È stato bello ascoltare anche i pensieri che mi avevano dedicato le persone che non erano potute venire e ricevere, oltre al tanto già ricevuto, anche dei regali: molti hanno pensato di portarmi un pensierino e gli organizzatori addirittura avevano stampato la mia storia con delle illustrazioni bellissime e avevano realizzato un CD tutto su di me. Per non parlare del pranzo delizioso chiuso con una torta buonissima e bellissima.

L’ultimo regalo è stato quello che mi sono goduta ieri: il concerto di Laura Pausiniii!! Lei è stata una delle mie cantanti preferite in adolescenza. Purtroppo, come tante volte ho fatto, ho dovuto metterla da parte perché venivo presa in giro per il fatto che non piaceva agli altri. Il mio desiderio di essere accettata e adeguarmi a quello che gli altri desideravano da me è stato sempre più forte del mio desiderio di rispettare e ascoltare me stessa.

Ieri, durante il concerto, ho cantato a squarciagola ma anche pianto perché quell’esterno che spesso non mi aveva riconosciuta, adesso mi dava valore ed esaudiva desideri ormai sopiti. Ho capito ieri che anche un concerto può trasformarsi in una dinamica metastorica. Quelle canzoni urlate, quelle lacrime scese senza controllo rappresentavano anche il mio modo di fare pace con la mia bambina interiore, quella bambina che io per prima non ho accolto e voluto bene, che io per prima ho messo da parte dando più valore a quello che gli altri volevano da me che a quello che desideravo io

Perciò grazie di cuore a chi mi ha regalato questa forte emozione e dinamica metastorica: Barbara, Giusi, Cristiano, Sandra, Raffaele, Giuseppina, Tonino, Marina, Grazia, Giovanna, Francesco, Sabrina, Adriana V., Francesca I. e Cindy.

A tutti voi dedico la canzone “Innamorata”: “tu non sai cosa può faaare una donna innamoraaata, una donna innamorata della viiita come meeeee” (Laura Pausini)

Come al solito ho scritto troppo! Non so mai che scrivere e poi… Vabbè, se sei arrivato a leggere fin qui, grazie anche a te!

Francy P.U.M.

1 Commento/i

  1. Unknown

    Felicità sorella!!!

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