… Un passo dopo l’altro si va lontano…

Ronchis, Udine: mi fermo… e vi racconto… un passo dopo l’altro…

Sono tornato due ore fa dal Veneto, dove siamo andati ieri io e Feliciano.

Siamo partiti alle 12,30 di qua e, complice anche il fatto che siamo usciti a Conegliano e poi ci siamo persi un po’, siamo arrivati lì alle 14,30, cioè mezz’ora prima dell’inizio del gruppo.

Ci aspettava Nadia nella sua bella villa a Romano (TV), sotto il massiccio del Grappa, mentre lungo tutto il tragitto abbiamo attraversato territori bellissimi, fatti da dolci colline, boschi, torrenti e, non ultimo, il Piave, sul cui ponte siamo passati con la macchina: amo sempre i letti dei fiumi, anche se – come tanti altri letti di grandi fiumi – quello del Piave è per metà o forse di più asciutto.

L’accoglienza è stata buona, ci attendeva un po’ di squisito pane e formaggio all’arrivo a casa di Nadia, condito da un buonissimo salame nostrano e da ciliegie fresche appena raccolte: una prelibatezza per il nostro palato affamato.

Poi, assieme ad una buona quantità di sonno perché ieri mattina mi sono alzato presto ed inoltre sono andato a piedi a scuola di canto da Maurizio, via via sono arrivati i primi partecipanti: dapprima Giampaolo, poi Giuseppe e Mariangela, poi Milo, Franca e Diana, ed infine Alberto con il quale ho co-condotto. In tutto eravamo dieci precisi.

Un po’ di emozione c’era, anche in Nadia che, una volta che ha sentito la mia disponibilità a co-condurre, si è precipitata ad organizzare il gruppo in quattro e quattr’otto e a mandare le mail ai soci, visto che lei è la Presidentessa dell’Associazione Alla Salute Veneto che, dopo la supervisione di Mariano durante il S.I.R.U.S. di Aprile, ha visto rimescolare un po’ le carte quanto a cariche ed a persone che hanno deciso di prendersi un momento di pausa… insomma un momento di passaggio importante per l’associazione “neonata” (o meglio neo supervisionata).

Ed io sono stato fiero di co-condurre con Alberto questo primo gruppo di questa fase, fatto a casa di Nadia e Isaia, azzardando anche a chiedere ai partecipanti più frequenti se se la sentivano di prendere degli impegni per l’Associazione.

Questo è stato buono perché ha fatto emergere anche delle piccole contraddizioni e ha permesso a qualcuno anche di esprimere dei dubbi o del negativo.

La co-conduzione si è articolata abbastanza bene con Alberto, entrambi freschi di MAS.TR.O., ed abbiamo facilitato delle comunico-immersionimolto belle.

La persona che più mi ha reso felice è stata D. che ha fatto delle belle comunicazioni ed è stata seduta praticamente tutto per il gruppo.

A questo punto il suo stare meglio ha messo un po’ in crisi F., che ancora non vede i cambiamenti della figlia e si ostina a vedere il bicchiere mezzo vuoto: quanto è dura la dipendenza dal negativo!!

Il gruppo però non demorde ed un po’ bombarda F. ed un po’ la accoglie… alla fine della “battaglia”, ma non della guerra, la spunterà lei coi suoi dubbi.

Un’altra immersione bella è stata quella di G. che ha parlato del regalo che ha fatto al figlio maggiore quando, di ritorno da un viaggio, ha parlato del suo star male al figlio e si è concesso anche di piangere davanti a lui: quanta ricchezza nelle parole di questo padre!

La sua compagna invece ha espresso il suo star male non legato allo star male di G., ma a quello suo, su cui vuole lavorare.

Poi è stata la volta di F. che ha evidenziato le difficoltà che sta avendo con la moglie (famiglia acquisita) e i genitori (famiglia biologica) in quanto ha accettato di andare a vivere, insieme con la famiglia acquisita, in una casa donatagli dalla madre, ma questo alimenta in lui paure legate alla forte simbiosi che c’è con la mamma e ancora non sciolte.

Il gruppo lo ha perciò spinto a spostare l’attenzione su di lui e sul percorso che deve fare, possibilmente accompagnato dai suoi.

Ed infine è stata la volta delle mia comunicazione e del mio stato-quiete: cioè che sono in Friuli da circa quindici giorni (applauso sonoro!) e del globale massimo che mi ha spinto a fare questa scelta (aiutare e farsi aiutare dalla nascente associazione Friuli, possibilmente intrecciando con l’Associazione Veneto), ed esercitare (almeno per sei mesi) un lavoro diverso da quello del neuropsichiatra infantile, che spesso in passato, dopo la chiusura del Centro, è stato fonte di confusione per me.

Ho scelto infatti di fare il medico di base, affiancando un altro medico a contatto con una realtà per me nuova e che, tra l’altro, svolgo in un paesino di 2000 abitanti (Ronchis), dove tutti si conoscono e c’è una dimensione ancora di villaggio-mondo conservata, che il medico che affianca definisce “medicina di campagna”. 

Tutti questi cambiamenti ovviamente ingenerano in me positività e gioia da una parte, ma dall’altra paure e qualche dubbio lecito.  “Qui vivra verra!”…

Altre comunicazioni importanti sono state quelle di G., che sta male ancora quando non trova un adulto esterno riconoscente; di N., che si sta vivendo l’assenza prolungata di suo marito, e di A. che ha accettato l’incarico di segretario dell’associazione ed è in bilico per il lavoro in quanto rischia il licenziamento (speriamo di no!!) per esubero.

Insomma tutti gli ingredienti per fare una bella teoria, fatta da molte persone e chiusa da Giovanni e Alberto con concretezza e …leggerezza!

E mi ritrovo a scrivere al ritorno dal weekend sul Monte Grappa, che per emozioni credo sia stato quello più bello dei tre vissuti finora… e comunque, ogni volta che torno dal Veneto, torno sempre meglio e carico!

Siamo partiti ieri mattina io, Lucio ed Emanuele per quello che è stato il mio primo viaggio con Emanuele e Lucio, e con Carmela (la mia macchina).

La tratta è ormai consolidata: statale fino a Portogruaro, poi autostrada fino a Conegliano ed infine statale fino a Romano d’Ezzelino (con tappa intermedia a Montebelluna dove ci aspettava Alberto Z. con cui abbiamo preso un caffè); raduno davanti casa di Isaia e Nadia, per quella che si preannuncia un’escursione sul Grappa in stile Nuova Specie.

I primi ad essere arrivati siamo stati proprio io, Emanuele e Lucio; ad attenderci Isaia e Nadia che hanno fatto gli onori di casa facendoci vedere il loro bel giardino e l’orto, e facendoci assaggiare splendide ciliegie, che davvero si facevano tirare una dietro l’altra.

Poi via via sono arrivati un po’ tutti gli altri: dapprima i Lombardi (Alberto R., Rachele, Gennaro, Anna Maria, Federico, Marcello, Mauro e il “foggiano prestato” Francesco), poi Franca e Diana, ed infine Albertone, che ha fatto un po’ da organizzatore e coordinatore dell’evento.

Raduno a casa di Isaia e poi si parte per le varie destinazioni di accoglienza: una parte da Isaia e Nadia, una parte da Ermanna e una parte da Alberto Z.: c’è il tempo, per quelli che hanno cenato da Ermanna, di fare un salto nella splendida Bassano ed il suo bellissimo ponte degli alpini, che mi ha ricordato il Natale passato nel 2008 con il Metodo alla Salute.

Si va a nanna e, al mattino, sveglia presto perché ci aspetta la scalata al Monte Grappa (1750 m.), che in realtà è compreso all’interno di un massiccio molto esteso che copre tre province (quella di Belluno, quella di Vicenza e quella di Treviso). Alle 8,00 siamo tutti in piazza a Romano: si aggregano anche Flavio e Daniela, Milo, Claudio e Aurora; in tutto siamo 21, a cui si aggiunge Maggy, il cane di Isaia e Nadia.

Il tempo non è dei più belli, ma ci affidiamo all’In.Di.Co. che, in più di un’ occasione, non ha mai tradito i progetti e le uscite di Nuova Specie.

Ed anche questa volta sarà così, perché per tutta la mattina e per tutto il percorso ci hanno fatto compagnia le nuvole, ma non è mai piovuto: certo chi voleva il sole è rimasto un po’ deluso, ma se si considera che da queste parti rovesci, temprali e fitte nebbie non sono una rarità, possiamo ritenerci fortunati.

Il percorso, conosciuto e proposto da Flavio, dura circa tre ore, si inerpica per circa sette chilometri e va per un dislivello di circa due-trecento metri; quasi tutto è sterrato, tranne un ultimo pezzo, asfaltato.

Lo spirito di gruppo è quello buono, parcheggiamo le macchine vicino ad una Malga (come chiamano i rifugi da queste parti) a circa 1.500 m e ci incamminiamo.

Dopo un po’ Federico ed Annamaria accusano la stanchezza, pertanto una parte del gruppo decide di andare loro incontro e di aiutarli, ed anche di rallentare un po’ il passo, che rimarrà costante per tutto il tempo, con due pause, allietate dalle performance musicali e canore di Federico e Milo, veramente molto bravi. 

Il tragitto si snoda per sentieri un po’ più stretti ed un po’ più larghi, scenario di guerre (soprattutto della Grande Guerra, che vide oltre 25.000 morti fra italiani e austriaci al confine, rappresentato per l’appunto dal Monte Grappa).

Quante vittime ha mietuto, e miete ancora, un punto di vista parziale sulla vita…

Sta di fatto che dopo il Monte Grappa è diventato un simbolo sacro per la unità nazionale, vanto e orgoglio veneto e soprattutto dei famosi Alpini, che in questo angolo di Nord vedono una fitta rappresentanza.

Nelle caverne e nelle grotte (scavate a mano e con le dinamiti) del massiccio si sono poi svolte anche furibonde battaglie tra partigiani da una parte e nazi-fascisti dall’altra nella seconda guerra mondiale.

Insomma un monte macchiato dal sangue di migliaia di vite.

Dopo una certa altezza gli abeti, che la fanno da padrona man mano che si sale, lasciano il posto ai pascoli con le loro erbe, nutrimento prelibato per le mucche che da queste parti sono libere di pascolare da giugno a settembre. E’ bello ascoltare anche in lontananza il suono delle campane messe insieme di tante mucche, che sembra articolare un concerto con tanti strumenti che si diffonde in tutta la valle.

E poi ancora gole di rocce scoscese, vallate strette, strapiombi, panorami mozzafiato, echi di bambini e grandi che si divertivano a urlare contro le montagne di fronte; insomma una bella scarpinata, con Isaia che di tanto in tanto ci faceva notare certe specie di fiori, piante o animali: a me personalmente sono piaciuti camosci e caprioli, oltre che le mucche per strada…

Verso la fine del percorso poi abbiamo raggiunto la Malga, dove abbiamo gustato un ottimo pranzo con della carne arrostita alla brace e della buona polenta.

Poi abbiamo festeggiato il compleanno di Milo che martedì scorso ha compiuto 30 anni ed infine siamo saliti su in cima per vedere l’ossario, ma le brutte condizioni del tempo ci hanno spinto indietro e, una parte di noi, è andata a visitare le gallerie, mentre altri si sono rifocillati prendendo un caffè caldo.

Tornando abbiamo visto, man mano che scendevamo, la grandine sui bordi delle strade che sembrava neve accumulata. Anche in questo la provvidenza di chi osa ci è venuta incontro, perché bastava che scendessimo qualche minuto prima, proprio mentre eravamo in cima, che ci saremmo beccati tutta quella violenta grandinata. Meglio così…..

Al ritorno a Romano, caffè saluto per tutti ed ognuno è tornato alle proprie destinazioni, non prima di aver reso omaggio con un CD a Milo per i suoi 30 anni: Auguri Milo!!

Ci si saluta con l’augurio di poter fare presto un’altra scampagnata weekend, magari in terra lombarda!

Avanti Tutta! 

Giovanni

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