Stralci di diario del mio progetto Ri.C.O.R.D.O. Quinto giorno: “desiderare”.
5 aprile 2020
Oggi sono andato un po’ meglio con la schiena e ho continuato a stare in ascolto di me, senza fare troppo. Appena sveglio, mia mamma mi ha chiesto subito come stavo e io l’ho un po’ bombardata dicendole “ancora male, ma meglio vista la puntura di ieri”. Io ho sempre evitato di prendere farmaci, mentre lei si è sempre imbottita di Brufen e questo la fa incazzare di brutto. Mi sono reso subito conto e ho smesso, chiedendole un massaggio con la calendula prima di mettermi i cerotti nella schiena. Ho sentito la sua rabbia nel massaggio. In realtà tutto il giorno ho sentito la sua rabbia e quella di mio babbo, che però non esprimono, fino a che scoppiano per il sale che manca a tavola o cazzate del genere.
È stato bello guardare i cartoni con mio figlio steso sul mio petto stamattina e il film stasera, ma poi a lui non basta mai e ci devo sempre litigare quando gli dico basta e gli nego l’ennesima richiesta TV.
È stato meraviglioso vedere la gioia di mia figlia quando ho accettato una sua richiesta di giocare con le bambole, ma poi io faccio proprio fatica a stare nei suoi giochi perché non posso proprio prendere iniziativa.
Il film di stasera l’ho scelto per tornare un po’ in un altro ambito che mi lega a mio padre: i film di Bud Spencer e Terence Hill. Abbiamo visto “io sto con gli ippopotami” che non è il più bello, ma ho riso molto. Ero anche curioso di rivedere la scena finale in cui liberano tutti gli animali perché da piccolo me la ricordavo come una cosa bellissima e grandiosa, mentre stasera mi sembrava una scenetta da poco.
Sono anche riuscito ad esprimere una mia insicurezza a mia sorella rispetto alla litigata che ho fatto stasera con mio figlio sempre per via del fatto che lui non si accontenta mai. L’ho fatto con lo spirito di sentire se aveva qualcosa da aggiungere, ma lei si fa mettere i piedi in testa da lui e quindi si è limitata a dire che avevo esagerato. Mentre litigavamo ho sentito tanto il giudizio silenzioso dei miei, che hanno cambiato stanza e non vedevano l’ora di puntarmi il dito contro. Ma sono restati fuori purché anche oggi a tavola mio babbo mi ha contraddetto rispetto a mio figlio e io l’ho fulminato. Come il primo giorno, quando ho ripreso mia mamma che voleva mettere zizzania e dopo di lei mio babbo. È una loro modalità del cazzo, che innescano senza la minima sensibilità, ma solo per avere il controllo ad ogni costo. Capisco che siano dei poveracci, nel senso che hanno sempre avuto poco dalla vita, ma sicuramente non è mia responsabilità e quindi gliela rimando indietro tutta, adesso, quando la sento arrivare.
Domani è lunedì e lavoro da qui, poi domani sera o al massimo martedì mattina penso di tornare a casa. Magari dopo essermi fatto accompagnare dal mio babbo dal mio guru della schiena.
Ho selezionato il desidero finire di deregistrare il salotto di dicembre (ieri sera sono andato avanti), per poi mettermi a scrivere il proseguo della storia del Tempo del sogno “la nascita del nuovo fiume”, che voglio inzuppare di questo progetto RI.C.O.R.D.O. per non dimenticare.
Adal-Makuru