Stralci di diario del mio progetto Ri.C.O.R.D.O. Quarto giorno: “chiedere”.

4 aprile 2020

Stamattina mi sono svegliato con ancora più male alla schiena di ieri e sono bloccato sul divano. Solo la pipì riesce a spingermi ad alzarmi e con la stampella riesco a muovermi. 

Prima mia mamma ha provato ad avvicinarsi, le ho fatto vedere la scenetta video che ho fatto sul coronavirus e poi si è messa qui 20 minuti col suo lavoro all’uncinetto. 

Poi sono arrivati i bambini e quel fragile tentativo è svanito. Capisco però l’importanza di andare piano e aspettare un kairos. 

È importante ricevere i riscontri e gli stimoli dall’esterno. 

R mi ha scritto, incoraggiandomi e mi ha fatto commuovere firmandosi “tua mamma R”. La sento davvero come una mamma ontologica perché la scialuppa che ci siamo vissuti al Rainbow di novembre mi ha fatto tornare nella pancia e mi ha legato a lei molto in profondità. Infatti mi ha chiamato dopo diverso tempo che non ci sentivamo, proprio il giorno in cui è iniziato questo mio progetto, mentre stavo uscendo di casa per arrivare qua. 

R mi ha invitato a sottomettermi al mio bio-organico e proprio oggi sono riuscito a chiedere, attraversando prima la rabbia e partendo dai miei desideri. Ho chiesto a mio babbo di stare un po’ vicino a me sul divano, invece di lavorare tutto il giorno nel capannone alle sue auto e moto d’epoca. La cosa nuova è stata chiedere per fare uscire un mio desiderio e l’aspettativa era il riuscirci. Lo so che non ci riesce, ma questo non deve più significare che non devo chiedere. 

R mi ha proposto anche di accettare l’invito al pranzo di Pasqua dai miei, lasciando libera mia moglie di decidere cosa fare. Questa dinamica mi ha sempre spaventato perché non riuscivo mai a partire da me. C’era la spinta ad accettare la proposta dei miei, ma anche lo schema di doverci andare con tutta la famiglia o niente. E quindi andava sempre a finire che nasceva sempre qualche sbuffo di rabbia. Quest’anno so che se scelgo, scelgo e ci vado comunque, con o senza moglie e figli al seguito. Tanto lo stare in questo schema è per difendere un’altra volta i miei, che vivono di questi schemi, mentre io non li voglio più, anche se li subisco ancora. In realtà io ho tanto desiderio di partecipare ad uno di questi pranzi/cene organizzando un pensiero-rito in cui rompere ulteriormente lo schema dell’essere ciò che gli altri si aspettano. Ho molta paura a farlo da solo. Mia moglie su questo è fenomenale e sarebbe bello costruire con lei un momento del genere. Ma devo essere pronto ad accettare quello che viene, scegliendo io per primo. 

Stasera poi ho spinto i miei a venire su da mia sorella, dove i bambini guardavano i cartoni preferiti del Paw Patrol Day, in modo da entrare un po’ nelle loro cose ed essere presenti. È sicuramente un mio grande desiderio che un po’ assaporo attraverso i miei figli, ma poi il fato ha voluto che io fossi nell’altra stanza quando sono saliti, a provare un cerchio di luce di reiki con una persona che ho accompagnato prima e al ritorno di una settimana intensiva. Mi sono vissuto il desiderio di starci anch’io, ho capito da dove era nata la mia spinta e mi è bastato così. 

Ora vado a dormire, la seconda notte su 4 nel letto e con mia sorella. Con la schiena che mi fa leggermente meno male, ma ancora malissimo. 

Adal-Maruku

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