Secondo appuntamento con il Corso MAESTREPOLO sull’esistenza, una bussola per navigare tra vita e conoscenza. FACCIAMO ALETHEIA PAMOJA: Nicoletta

disegno di Francesco De Gregorio

Ne eravamo tanti al secondo incontro Zoom Maestrepolo, tutti più accorati e con la voglia di ritrovarci.

Mariano l’ho trovato meglio con il respiro, la voce e con più energia, ma non avevo dubbi che avrebbe recuperato.

Ha il volto di un ragazzino e la dolcezza di un fanciullo e un maschile che sta trovando nuova armonia.

Non c’è niente da fare questo corso è all’insegna dell’Aletheia e dei veli squarciati ma anche da squarciare e di questo ancora voglio ringraziare Mariano perché ha spinto a non fermarsi alle catene delle vecchie Epistemologie ma a sciogliere per venir fuori, ci sta guidando affidandoci alla Teoria che ciascuno di noi già ha maturato dentro grazie al percorso, a procedere lentamente ma anche a riandare sugli atti e riascoltare i passaggi.

In questa fase sento forte la necessità di scrivere e sforzarmi anche a farlo ma anche di ritornare sugli atti o gli appunti presi, è come se allargassi e fortificassi la base del rapporto con me stessa in questa fase difficile nella quale è importante avere un punto mitotico.

Parto dalla fine perché il movimento e l’intreccio delle coppie in ballo del Progetto Quadriglia provocano un terremoto nella coppia univoca ma anche per chi non lo è.

Credo che alcune coppie, come quella di S. e. R., hanno rappresentato per molti di noi un modello, un esempio, un sacrario, un tempio dissacrato che R. attraverso le sperimentazioni nei Rainbow e l’appassionata ricerca sulle Dinamiche Metastoriche ha iniziato a terremotare, osando e spingendo anche S. a farlo.

Quando si ritrovano parti antiche bisognose e affamate bisogna abbandonarsi, viversele e per me è stato importante  la spinta di Mariano a S., anche perché penso abbia risuonato per tante parti nostre che fanno fatica a scegliere; però mi fa riflettere anche su quanto abbiamo bisogno del consenso genitoriale per decidere per noi e dar valore ai nostri desideri che sono talmente forti e bisognosi che pensiamo ancora all’esterno e non  ci diamo valore perché ancora ci sentiamo  indegni e svalutati.

Non lo scrivo perché io ho raggiunto chissà cosa, ma perché anche io, dopo gli ultimi due Progetti Rainbow, ho scavato in profondità e ho sudato sangue nell’ osare senza aspettare un ritorno, ma provarci attraversando le tante contraddizioni e fare il beta gamma altrimenti la rabbia ci divora e punisce anche chi ci sta vicino.

Non è facile per queste coppie perché è un Salto Precipiziale Oltre che porterà a fare Meiosi di tante parti che non servono più e verso dove porterà questo processo di rigenerazione bisognerà vedere. Credo che queste coppie scoppiate si dovrebbero ringraziare per ciò che è già stato e per come hanno saputo osare.

                                                     

particolare del “MURO PSI”

Io credo che andare verso una Comunità Globale significhi anche non attendere così tanto, ma uscire fuori con delle verità che spesso, non solo la coppia, ma tutti noi, teniamo nascoste e che riguardano anche la sessualità e come ce la viviamo.

In questo Mariano ci stai liberando tutti portando fuori i tabù che si tengono ben nascosti.

Sono aspetti semplici ma poi, cosa andiamo a ricercare, proprio aspetti semplici che ci portino al Biorganico e a viverci le emozioni, a sentire il diritto e la libertà di poterceli vivere.

La timidezza nasconde la difficoltà a viversi i Codici più profondi, nasconde grandi desideri, nasconde la paura del giudizio, nasconde il desiderio che qualcuno ci liberi anche dalla stessa.

Nella mia adolescenza la  timidezza aveva preso il possesso di me e io per non farla emergere mi dovevo eclissare, la timidezza ti fa rinunciare, farla emergere mi faceva diventare rossa come un pomodoro e le mani iniziavano a sudare perché sono gli occhi esterni che ti giudicano e possono vedere la parte più fragile che ci è stata tagliata, quindi diventa una lotta continua per non fare emergere e così  ci siamo dovuti eclissare rispetto al nostro C.E.U. per essere orbite nei C.E.U.  degli altri.

“La timidezza è un esito del fatto che uno non ha avuto un Holding profondo e noi non ci costruiamo”.

Questa teoria in una semplice frase mi emoziona tanto e racchiude un mondo che potrebbe sembrare scontato ma non è così.

Un Holding profondo è, io ti cerco e ci tengo a te e resto e mi metto in ascolto.

Molte volte si usa la parola amore o ti amo come abitudine, ma le parole hanno un peso e le nostre profondità le riconoscono perché anche in queste parole c’è un Holding.

Ad ogni zoom si aggiunge un mattone verso qualcosa di nuovo, bisogna allargare lo sguardo, farsi un check up, prepararsi alla fase fetogenetica, sospendere i giudizi e anche le cose che non si comprendono, saper attendere prima di avere delle risposte.


Nicoletta

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