Caro Mariano, in questo tuo settantaduesimo compleanno, voglio dire bene di te e del tuo operato, nel nome del simbolico, dell’analogico, del bio-organico e dell’ontologico, che ti accompagnino in ogni tuo battito e respiro.

Lode a te, caro piccolo grande uomo,

Un uomo non si misura in centimetri o in kilogrammi, un uomo si misura per tutto ciò che ha fatto e ciò che ha creato nella sua vita, come ci insegni tu UN ALBERO SI GIUDICA DAI FRUTTI, e tu di frutti ne hai prodotti tanti e ne hai donati molti.

Tu, caro Mariano, dalla tua adolescenza ad oggi stai creando veramente tanto.

Sei partito da un piccolo paese dove la sete e la fame era tanta ed il fiasco ed il piatto erano vuoti; fin da piccolo hai dovuto lottare  per  ottenere  ciò  che  la vita  ti ha donato,  sei dovuto  diventare subito  un impavido guerriero, difenderti da tuo padre e la tua  famiglia  prima, dalla chiesa e dalle istituzioni poi, ma nonostante tutto non hai mostrato sul tuo volto la paura che avevi, hai mostrato  la tua volontà e la tua  determinazione nel voler crescere, nel voler essere determinato nel voler  conoscere  e mettere  in  atto ciò che sentivi buono per la tua vita. 

Da solo e con la tua amica balbuzie, che ti accompagnava e ti spronava a fare del tuo meglio, non solo sei riuscito a laurearti, a diventare dottore, hai conosciuto l’amore, ed hai lasciato per sempre la tua identità di balbuziente.  

E ti pare poco aver fatto tutto ciò poco più che ventenne e pure da solo????

Sei entrato in ospedale ed hai cominciato a professare ciò che la scienza e gli studi fatti ti dicevano, ma non sei mai stato il dottore che il sistema si aspettava tu fossi.

Da buon troiano, hai usato il sistema come cavallo di Troia ed hai messo in atto il tuo sentire nei confronti di un sistema statico, vecchio ed inefficiente.

Certo, all’inizio non è stato né bello né facile, ma la tua determinazione, il tuo voler sperimentare, ti hanno fatto superare non senza problemi tutti gli ostacoli che lo stesso sistema/struttura ed istituzioni per cui lavoravi ti mettevano contro. 

Mentre crescevi come medico e come uomo, ti sei creato una famiglia, il matrimonio con la tua più critica allieva, la fedele Giovanna, che per tutto l’amore che prova ancora per te, pur non apprezzando a pieno il tuo progetto, ti ha sempre seguito e supportato.

Dal vostro amore sono nate tre meravigliose figlie, due delle quali tuttora ti seguono e fanno parte integrante del progetto. 

Già, il progetto NUOVA SPECIE, il tuo primogenito a cui hai dedicato tutta la tua vita, quante delusioni, quante umiliazioni, quante rinunce hai dovuto affrontare.

Deriso, umiliato, tradito, anche il dolore dell’artrite auto-immunitaria ti ha colpito per fermarti, ma nonostante tutte queste avversità, nonostante anche la famiglia messa a rischio, non ti sei mai fermato, sei sempre andato avanti con il tuo sentire.

Mille motivi anche validi e buoni per fermarti, ti sei fidato del tuo “SENTIRE” ed hai seguito il tuo unico motivo per andare avanti, il progetto, che non era più solo tuo, cominciava ad essere di tanti. 

Ora  il progetto  è  di tutti  noi  che ci crediamo, il villaggio, la foresteria, l’uliveto, i debiti  che ci sono  ancora  non sono  più  tuoi, sono i nostri, sono di chi come te per primo ha creduto ed ancora  crede che si può cambiare, che ognuno di noi può cambiare, non solo possiamo  fare  quello  che  hai  fatto tu, ma addirittura si potrebbe fare  di meglio, se ognuno  ci mette  il suo, crede  in se stesso.

Io come molti personalmente ho preso molto, e spero di poter restituire almeno una parte di ciò che ho preso, non per una mia riconoscenza, non perché voglio meriti o altro, ma semplicemente perché ancora credo in quella scintilla di cui tu hai fatto il tuo Jahvé, perché mi sento di essere un co-creatore  in questo utero chiamato universo, perché mi sento di far parte di questa gravidanza. 

Oggi sono felice di festeggiare la nascita di un grande uomo, non di un messia, né di un capo, non di un mistico, né tanto meno di un dittatore o altro, voglio festeggiare quel bambino che è riuscito ad affrontare i suoi mostri, che senza paura si è saputo mostrare, un grande padre umile, fragile, indifeso, che si è fatto vedere da una figlia che sapeva di aver ferito, sapendo di non essere stato un  buon padre  per lei, ma tutto ciò  non l’hai fatto tra le quattro mura domestiche, l’hai fatto di fronte a molte  persone, hai dimostrato a te stesso, ma anche a noi presenti, la tua grandezza e la tua forza, ci hai donato i frutti  più belli del tuo albero,  il tuo  andare oltre  alle  tue  paure,  al dolore, alla  frustrazione, alla delusione, ci hai fatto vedere il piccolo uomo di statura  che si è  fatto ancora  più  piccolo ed umile,  dimostrando  a tutti i presenti di essere un gigante.

Ci vuole tanta forza e tanta umiltà ad ammettere i propri errori, specie se hanno ferito una persona che amiamo e quella persona era lì davanti a te.

Oggi voglio festeggiare quel guerriero che ha combattuto mille battaglie, da cui a volte è uscito ferito anche nel suo orgoglio, ma che non si è mai arreso.

Ti sei sempre rialzato, hai sempre continuato a lottare non per accumulare ricchezze terrene, lo hai fatto solo per aiutare chi in silenzio continua ad urlare il suo dolore, sei riuscito a dare voce al dolore di molti.

Credo che la soddisfazione più grande sia vedere persone che erano inermi ed incapaci per le camicie di forza chimiche, riprendere in mano la propria vita, ed anche se zoppicanti, riprendere il loro viaggio.

Voglio festeggiare quel padre di molti, tanti anche irriconoscenti che hanno sfruttato la tua persona ed il tuo essere, voglio fare festa anche per loro, perché è anche grazie a loro, ed al loro tradimento, che tu oggi sei ciò che sei, quell’uomo maturo che tutti abbiamo visto come padre.

In pochi ti hanno visto come bambino, uomo, e padre e madre di te stesso… quanta fatica per arrivare ad essere ciò, ma il tuo è un esempio ed un incoraggiamento per provarci e riuscirci anche noi.


Oggi voglio festeggiare l’uomo che nonostante tutto non ha mai mollato, hai piantato tanti semi, di cui molti si sono persi, neanche sono nati, altri sono nati e poi appassiti, ma tanti ora sono a far parte di questa foresta che ti cresce intorno, che si è innamorata del suo vulcano, sì perché tu sei un vulcano di idee, di teoria, di amore verso il prossimo, di amore verso la conoscenza, di amore verso chi non ha ancora la forza e gli strumenti per amarsi, di amore verso quel prossimo che a volte ti accoltella  alle spalle.

Oggi voglio festeggiare l’uomo che ha porto l’altra guancia, non per una sottomissione religiosa per paura o altro, ma per dimostrare che sa andare oltre.

Oggi voglio festeggiare e ringraziare te, Mariano, perché sei un esempio per me, per ciò che sei  riuscito a fare, per essere riuscito a unire l’Italia dalla Sicilia al Piemonte e Lombardia, non per  fini  politici o economici, (se penso a cosa direbbe tuo padre oggi, credo che si incazzerebe ancora  di più,  hai fatto talmente tanto che non solo sei un normale uomo che fa una vita normale,  ma  sei  anche  il primo a mettere i soldi in ogni iniziativa che si fa, e non hai accumulato nessuna ricchezza  economica) solo per l’amore di chi crede nel nostro  progetto.

In genere, quando una persona festeggia la  sua  nascita, gli si fanno  dei regali,  ma sei  tu che continui a regalarci giorno per giorno il tuo sapere, il tuo essere curioso ed assetato  di  conoscenza, ci continui a regalare non solo il villaggio, la foresteria e tutto ciò  che  è  nel villaggio,  ma ci stai  regalando  un progetto unico al mondo, di inestimabile valore, e non solo,  ci regali  anche  gli  strumenti  per  portarlo  avanti,  un progetto  che  per me  vale  più  di  qualsiasi  ricchezza  terrena,  perché è  anche  il  mio  progetto,  e mi permette  di  crescere  e di poter  essere  una  persona  diversamente  migliore.

Caro Mariano, il mio augurio per te è che tu possa finalmente vivere i tuoi giorni con leggerezza e spensieratezza, fare ciò che ti appassiona, riscoprirvi come nuova ed inedita coppia tu e Giovanna, vivervi insieme ciò che la vita vi offre in armonia con ciò che vi circonda.

Ti auguro che si possano allungare i tuoi giorni finché tu ne troverai il senso, ti auguro di essere sempre più legato e connesso al tuo ontologico.

Voglio dire bene di te e del tuo operato, nel nome del simbolico, dell’analogico, del bio-organico e dell’ontologico, che ti accompagnino in ogni tuo battito e respiro. 

Ti voglio bene,

Teodoro, un piccolo uomo in crescita.

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