Il nome che ho dato alla mia casa è SOFIA, che in greco vuole dire CONOSCENZA.

Domenica
15 dicembre si è svolta a Vicenza la festa/rito per il mio passaggio dal Friuli
al Veneto.

È
bello vedere che mentre a Troia si festeggiano i G.I.N.S. per il loro
inserimento al SUD, qui al Nord si festeggia per il mio inserimento nel
territorio Veneto.

Come
molti di voi sanno, dal 23 settembre vivo a Vicenza, dove lavoro in
neuropsichiatria infantile, assunto a tempo indeterminato. C’ho
tenuto a fare questa festa-rito per chiudere in pace e in festa con il Friuli,
che mi ha accompagnato per tre anni e mezzo della mia vita, dal maggio 2016, ed
aprire al meglio con questa nuova regione, il Veneto, che un po’ già conoscevo
perché in questi tre anni abbiamo fatto numerosi eventi come associazione.

Per
cui, ho chiesto ad Alberto e Nadia di condurre questo rito.

                                           

      

Inizialmente
volevo farlo in una sala, ma poi Nadia mi ha consigliato di farlo a casa mia a
Vicenza, anche per dare valore alla nuova casa dove vivo e che mi accoglie, e
il cui nome è SOFIA, che in greco vuol dire conoscenza.


Pertanto
ieri eravamo più di venti persone nella cucina di casa mia e ci siamo un po’
arrangiati, ma non ci siamo fatti scoraggiare, anzi lo spirito si è sentito di
più e da subito siamo entrati nella sacralità del rito, che, grazie alla
conduzione leggera e profonda di Alberto e Nadia ed alla partecipazione di
tutti, in primis me, è stato forte.
                                               

E
‘stato bello e commovente per me ricordare tutte le tappe di questi tre anni e
mezzo di Friuli, la relazione con Marinella e i bambini, il lavoro, i gruppi
con l’associazione, lo scambio e l’intreccio con tante persone sul territorio.

                                                 

Ora
credo di essere cresciuto su diversi aspetti e di stare raggiungendo una mia
adultità che va di pari passo con un mio globale massimo più ampio, che sempre
più cerca di guardare avanti anche se non mancano le ricadute e i momenti di
sconforto e scoraggiamento, come le difficoltà di dovermi intrecciare e
scambiare con una realtà psichiatrica tradizionale e con un maschile molto
forte.

Ma
la rete in questo caso, come ieri, si fa sentire e mi ha aiutato ad
alleggerirmi e fare teoria.

La
mia famiglia ontologica si è fatta sentire con il calore di venti persone che
hanno dimostrato che ci tengono alla mia vita e al mio percorso.

                                                        

Questo
rito mi ha dato nuova linfa vitale per continuare al meglio questa parentesi
veneta che spero duri il più a lungo possibile.

Al
termine del rito abbiamo festeggiato anche Diego Stoppato che ieri ha compiuto
33 anni.

Per
la GUK a tutti,

Giovanni

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