7 novembre 2019, terza giornata Progetto Rainbow: “CI SONO IO CON TE”

Oggi, terza giornata del Progetto Rainbow, l’albero della vita si è avvicinato a quello della conoscenza, facendoci gustare lo spettacolo della vita. Il ricanto di Benedetta ha aperto il laboratorio sul corpo che ci ha permesso di sentire squarciare quella membrana corpo che è più vicina al simbolico e alle categorizzazioni che alle emozioni.

Benedico te anima fragile,

perché nei momenti di buio mi hai donato la lentezza del tempo.

Benedico il tuo sentirti di cristallo,

perché ho potuto lottare per conquistare onestamente la forza.

Benedico la tua debole nudità,

che ha rinnovato le vesti strette del passato.

Benedico la tua instabile certezza,

che mi ha permesso di cercare nuove strade.

Benedico le tante lacrime versate

che hanno scavato nuovi torrenti per permettermi di attraversare senza scappare.

Benedico il dolore che ti inondava

per aiutarmi a generare un nuovo femminile.

Benedico la delusione

che mi ha permesso di distinguersi dall’amaro digerito.

Benedico i deliri

che ti hanno bussato con prepotenza,

perché potessi fare entrare una teoria più autentica.

Benedico te corpo

con tutte le sue perfette imperfezioni che mi rendono unico.

Benedico le tue cicatrici

che le lacrime col tempo hanno lenito e rinnovato.

Benedico il tuo odore

che traccia il confine e lascia traccia.

Benedico le sue ombre

che mi spingono a cercare la luce dei suoi colori

Benedico Me…

e tutto ciò che in questo Kairos può prendermi e amarmi.              

Attraverso i colori, l’arte, ci siamo sentiti visti e abbiamo visto oltre ciò che normalmente ci è consentito.

Ne è venuta fuori una dinamica che è stata un grido alla vita e alla nostra volontà di scegliere di vivere, una forza vitale, che solo la vita stessa può sanare, attraversandolo per lasciarlo andare

Musica, colori, danza… fino a quando, stanchi, abbiamo sentito, percepito lo spirito.

Dopo pranzo siamo scesi, preparati ad accogliere l’albero della conoscenza attraverso la pillola e la teoria di Mariano.

                                                  

Se dobbiamo crescere e viaggiare, dobbiamo mantenere il contatto con la placenta che mette in relazione l’infinito con noi, che stiamo nell’arena esistenziale. Nella nostra profondità c’ è il magma dove tutto è fuso.

Il contatto con la nostra profondità rinvigorisce le emozioni, le rinnova. Quindi noi, periodicamente, dovremmo tornare nella Fusionalità, guardare all’arena esistenziale per ricaricarsi, significa perdere tempo.

                                                   

La cultura precedente ci ha abituati all’ esterno che, però, non ci può dare il magma, ma solo terreno già calpestato.

Mariano ha parlato delle due forze del viaggio, delle due fasi: dell’onda, dell’ondanza, una parte alta e una che va giù. Il viaggio è a ondanza, significa che i due opposti si integrano.

La prima parte che viaggia è il piede fermo, l’holding, qualcosa che mi contiene, mi trattiene.

La convivenza è un’occasione di holding, una tuba per togliere le parti nostre morte che non ci servono più.

Nell’ exposing ci svuotano, è la eteroreferenzialita

Mariano ha presentato il GRAAL TAQ: Teoria, Aletheia quadricettoriale.

                                                  

Al Rainbow abbiamo portato la nostra Margherita entanglement che cerchiamo di guardare e sciogliere.

Nel primo pomeriggio abbiamo presentato la nostra versione del: IO SONO CON TE (ascolta)

Sabrina Cela

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