TESTIMONIANZE – Benedetta sia sempre la “malattia mentale” che ci ha unito –
Caro Mariano,
Ti scrivo in questo giorno di settembre finalmente abbastanza freddo da poter dormire con il copriletto. Tra poco più di dieci minuti si sveglieranno i bambini, Enea tornerà alla Scuola dell’infanzia per il suo secondo anno e Noè inizierà l’ambientamento al suo primo e unico anno di nido. Inizialmente una sola ora, poi resterà fino alle tredici.
Ed io dopo cinque anni resterò senza di loro, senza una gravidanza, senza un allattamento. E con tanto amore per i miei bambini: sono felice! Ascolterò il silenzio guardando il soffitto fino a che mi sarò saziata di solitudine e di me.
Sono stati anni positivi, ho scoperto e vissuto la maternità, mi sono meravigliata dei miei figli e della mia famiglia. Ho però anche toccato la fatica più grande e per buona parte del tempo, la rinuncia a tante parti di me. È accaduto tutto in un luogo positivo, ma inevitabilmente ho pensato più volte di non farcela. Solitudine molta, senso di inadeguatezza, ma anche gioia, stupore e forza di Spirito. Ho, credo di poter dire, navigato bene tra le onde e alla fine non ho esaurito del tutto le mie riserve d’energia. Per meglio dire, sono riuscita a tratti a rigenerarmi.
Arrivo dal primo fine settimana da soli con mio marito, poco più di ventiquattro ore in Valle d’Aosta, un tempo lento, senza bisogni altrui da soddisfare. Enea e Noè sono rimasti felicemente con nonna Alberta.
Questo è il primo momento in cui la mia identità di madre può far spazio a Marta, che in questi anni ha fatto Maria ed ora desidera riprendere a fare.
Dovrò lavorare, questo rientra nel necessario, aumentando ore o aggiungendo lavori a quello che già faccio.
Ma la cosa più importante che credevo persa e invece così non è, sono tutti i miei esami all’università. Devo pagare una tassa importante per ogni anno, ma tutto è lì, ancora solo per questo ultimo anno. Tutto è lì ad aspettarmi ed io sento che vorrei onorare il Chronos così generoso e puntuale, ricominciando psicologia. Penso che potrei ricevere, ma anche dare molto.
Ho poi cominciato a scrivere della mia storia, dell’incontro con Ruggero. Ti è capitato di arrivare ai miei scritti?
Ad ogni modo se ti farà piacere te li manderò.
Caro Mariano, siamo stati lontani tanti anni e lo siamo ancora, ma io non ho smesso un solo giorno di procedere nell’esistenza con gli strumenti che tu mi hai aiutato a “vedere”. Ora sono scarica di contenuti, commetto errori, l’Albero della Vita ha bisogno di Conoscenza.
Non so ancora quando potrò raggiungerti, ma è mio desiderio farlo.
Ah, leggo tutto, ogni mail, post o scritto di vario genere. So del tuo ritiro all’Albero della Conoscenza. Che tu possa goderne appieno e avere accanto a te voci amiche e cuori riconoscenti.
Sei il più grande Pensatore con le mani nella terra di tutti i tempi, un dono che ho ricevuto.
Benedetta sia sempre la “malattia mentale” che ci ha unito.
Ti abbraccio,
Marta