“La conclusione di tutte le nostre ricerche sarà di arrivare dove eravamo partiti e di conoscere il posto per la prima volta.” (Thomas Stearns Eliot)
La giornata di ieri si è aperta con il sollecitare Emanuele, con un audio messaggio, a partecipare al gruppo a Monfalcone e lui, alla fine, ha accettato ed ha portato anche suo figlio Lucio.
Ed è stata preziosa la loro presenza, infatti Lucio ha smosso un sacco di cose ed Emanuele mi ha aiutato a co-condurre e fare teoria. Alberto è rimasto un po’ ai margini, ma in lui è forte la svalutazione e va aiutato. Sono contento comunque che sia rimasto a dormire da me.
E’ la prima persona che ospito a Monfalcone; ieri sera siamo andati in un pub ed abbiamo conosciuto il titolare che ci ha parlato della sua pregressa e dolorosa storia di sofferenza e di dipendenza dal gioco d’azzardo.
Poi siamo tornati a casa ed abbiamo visto un po’ di TV.
Ma torniamo al gruppo che, secondo me, meglio di così non poteva andare; beh, anzitutto sono contento che siano venuti Alberto, Emanuele e Lucio, che poi sono, sul territorio Veneto-Friuli, le persone con cui sono più legato, a parte Marinella, Riccardo e Alessandra con cui conservo un buon rapporto, nonostante la separazione.
Mi ha fatto piacere che siano venute una decina di persone nuove, di cui tre nuclei familiari che ho conosciuto durante il mio lavoro da neuropsichiatra infantile a Monfalcone. Una coppia con un figlio di 15 anni che si è chiuso in se stesso, un’altra con una figlia di 15 anni, con grossi problemi cosiddetti comportamentali e alimentari ed una mamma di un figlio di 13 anni che ha minacciato il suicidio; poi c’era M., una mia conoscente psicologa, e due suoi assistiti, con i quali ha un rapporto aperto, per cui se li porta anche a casa, ed è bella questa cosa. V., una ragazza di 30 anni con una storia pesante di disagio ed un ragazzo sui 40, A., anch’egli con una storia bella pesante. Mi dispiace che non siano venute due mamme che avevo invitato, anche esse di due ragazzi adolescenti, ma pazienza.
Poi c’ era un signore, padre di un cosiddetto psicotico. Infine vi era un coppia di Trieste, con un figlio psichiatrizzato in comunità ed un altro, gemello, che è fortemente a disagio e vive in casa con loro.
La sala che ci ha accolto è davvero bella, all’interno del palazzetto veneto dentro il centro storico di Monfalcone, che è una bella cittadina, con una nutrita presenza di comunità bengalese, che lavora nei cantieri navali. Una sala davvero funzionale; nella sala accanto c’era una mostra di fotografie sulle otto battaglie dell’Isonzo della prima guerra mondiale.
Il gruppo è andato benissimo, al di là di ogni previsione; è stato bello intrecciare tra noi e le nuove famiglie e coinvolgere A. e V. che sono assetati di dinamiche, emozioni e uso del corpo (ma come un po’ tutti); ed un po’ tutti si sono coinvolti, in particolare una coppia, siciliana di origine, genitori di una ragazza e di altri due bambini. Da subito la moglie ha manifestato il dolore per il non sapere gestire questa situazione e noi l’abbiamo accompagnata a farle capire che l’origine del suo dolore non è solo legato alla figlia. Ma è stato bello mettere in dinamica un po’ tutti, l’aiuto di Lucio è stato prezioso per fare da specchio a tutte queste situazioni.
Io mi voglio fare dei complimenti anche per come mi sono impegnato, sia nell’organizzazione dell’evento, che su come ci sono stato per me e per gli altri ed anche in conduzione. Spero e credo che sarà l’inizio di una serie di gruppi su un territorio che ha tanto bisogno e dove il disagio è davvero tanto.
Per me è fondamentale trovare un nuovo equilibrio tra il mio modo di aiutare il disagio ed un approccio tradizionale alla neuropsichiatria infantile. Ma inoltre è fondamentale anche per la mia crescita e per il mio riappropriarmi delle emozioni, proprio in questo momento delicato e meiotico della mia vita, in cui la relazione di coppia si è interrotta e vivo in un altro territorio.
In ultimo, dopo che ho suonato due canzoni alla chitarra, abbiamo festeggiato il mio 3° compleanno da quando sono qui in Friuli.
Riconosco in questi tre anni i tanti passaggi buoni che ho fatto per la mia vita. Non so se il Friuli sarà la destinazione finale della mia vita, ma sento che in questo momento mi permette meglio di esprimere il mio potere co-creazionale e fusionale.
Arrivederci al prossimo Ama Globale.
Giovanni