E tu, di che Piramide sei?

Ci sono momenti nella propria vita in cui l’ordinario lascia poco tempo per ricontattarsi, in cui la “parte bambina” soffre per non essere vista e nutrita a sufficienza… questo era ciò che sentivo quando ho scelto di partecipare come enzima alla Scholè Globale.

E così, nel weekend dal 15 al 17 marzo, mentre “i grandi” stavano al piano di sotto a raccontarsi e ricontattarsi, “i piccoli” al piano di sopra facevano lo stesso… non senza difficoltà, perché essere piccoli non vuol dire non avere “problemi”, non viversi delle difficoltà, non avere già dei meccanismi di difesa, protezione, attacco… i piccoli hanno un grande mondo, altrettanto complesso nel suo essere meraviglioso.

Iniziamo con l’abbaglio di luce, che rappresenta proprio la difficoltà di separarsi dall’ordinario troppo pieno, per entrare in un utero in cui, grazie alla poca luce, riuscire a vedere le stelle, non quelle fuori, in alto, ma quelle che abbiamo dentro di noi, la nostra luce.

Piano piano, i bambini iniziano a raccontarsi. Emerge la fatica nel lasciarsi andare, la sfiducia di alcuni, già delusi, la stanchezza di altri, già pieni di un ordinario difficile, la gioia di altri ancora, nell’essersi ritrovati.

Noi “enzimi” ci immergiamo con loro e proviamo, grazie alla teoria globale, a dare loro una chiave di lettura sulle relazioni, sul come si può vivere più pienamente, a partire da se stessi, dandosi valore anche nelle difficoltà, e sentendosi anche un po’ figli dell’universo.

Lo facciamo usando un’unità didattica: la Piramide del Sarvas. Grazie a questo strumento, i bambini si raccontano ed emergono le difficoltà nelle relazioni, non solo con i genitori, ma anche tra fratelli, tra compagni di classe. 

Mi sento privilegiata nel poter ascoltare pezzi delle loro vite speciali, e penso a quanto sarebbe stato bello per me avere questa opportunità… chissà come sarei oggi…

Chiediamo ai bambini di rappresentare la Piramide attraverso un disegno. È strabiliante vedere come ognuno abbia la sua visione, come ognuno abbia colto degli aspetti diversi…

E così, per Gabriella il rapporto con se stessa non è rappresentato da un solo gradino, ma da tanti scalini che formano una torre…

Per Olivia, ogni parte merita una sezione a sé, e va festeggiata e amata, va dato spazio ai desideri e all’amore per ogni piano…

Per Lorenzo, è importante imparare a metter insieme gli opposti, perché dopo la pioggia, c’è l’arcobaleno; in un sorriso, c’è un broncio; in un cuore pieno che pulsa, c’è una crepa che ne segna la storia; ciò che è vero, non è vero sempre, ma qualche volta è anche falso…

“Anche tu svuoterai il tuo secchio”, dice Gabriella al suo amico Mattia… perché lei, la sua “scatola nera” l’ha svuotata un bel po’, e si sente più leggera, come i fiori sul vestito che indossa il giorno dopo.

Franceschina… a volte torna… menomale… 

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