UN VIAGGIO CHAOS: 6 agosto 2018, DA MALPENSA A ELEFTHERIOS VENIZELOS.

Che levataccia per la povera Rachele! Alle sei già in macchina per arrivare in tempo all’aeroporto di Malpensa, tenendo conto che oggi è lunedì e sono in tanti i milanesi in viaggio per lavoro sui raccordi autostradali, rallentando molto il traffico di queste tangenziali. Qui a Milano il sole sorge dopo quello pugliese e la luce mattutina è più lenta a crescere e a svegliare, soprattutto Giovanna che con le tenebre preferisce rimanere nel caldo sonno-sogno.

In macchina, provo a svegliarci cantando la canzone INDICO MIO, poco seguito e partecipato dalle dormienti compagnie. C’è anche il tempo per un ascolto devoto di Rachele e delle sue ultime impegnative traversie, provando a intessere una teoria di senso profondo e di possibili prospettive generate dal negativo.

A Malpensa facciamo colazione e poi Rachele ci accompagna e ci guida al terminal 2 e all’incontro con una assistente di Alpi Tour che ci consegna i fogli di imbarco. Salutiamo affettuosamente Rachele e ci rechiamo al check in e al gate 19, da dove partiamo alle 10.05, trentacinque minuti di ritardo, con un volo della EasyJet alla volta di Aleftherios Venizelos, l’aeroporto di Atene, messo a una trentina di km distante, nella regione dell’Attica e precisamente nel comune di Spata-Artemida.

L’aeroporto è stato dedicato a un importante politico del secolo scorso, Aleftherios Venizelos, che seppe opporsi all’impero ottomano e riconquistare alla Grecia la strategica e storica isola di Creta, oltre che opporsi alle pretese egemoniche della monarchia greca e realizzare una forma di governo democratico.

Quasi due ore di volo e, dopo un sobrio catering, atterriamo alle 12.30 in Grecia, nell’Attica, la regione dove splendé Atene, la polis di tante personalità geniali che hanno impastato e creato la nostra cultura occidentale. 

Baciamo questa terra e tutte le preziose ceneri che contiene. Ogni sua parte ci rimanda a personaggi che hanno segnato l’umanità di sempre con le loro intuizioni, i loro percorsi di vita, le loro impronte di fatti e opere collettive. Mai nessuna civiltà, in pochi secoli, fece gemmare così profonde discipline di conoscenza in tanti ambiti dell’esistenza, così durature e così condizionanti la vita di tutti e, attualmente, dell’intero pianeta. 

Onore a questa terra, oggi umiliata dalla logica finanziaria, Germania in primis. Di quale irriconoscenza è capace il capitale finanziario, figlio mostruoso di questa terra! 

A differenza di Kronos che mangiava i figli, oggi è un figlio che sta mangiando anche sua madre, privilegiando solo numeri, conti, transazioni finanziarie, pizzi elettronici, pacchi napoletani telematici, prospettive di sviluppo tecnologico che non hanno più niente degli splendori umanistici che hanno fatto grandi le polis di questa terra, duemila e settecento anni fa. Il cancro, si sa, con le sue metastasi, fa fuori l’organismo in cui alberga, ma in questo modo fa fuori, inevitabilmente, anche se stesso perché, per durare e crescere, serve un approccio globale all’organismo. 

E’ per questo che oggi, in epoca di cancro finanziario, per poter durare e crescere, serve cambiare  punto di vista, serve un approccio globale all’esistenza che inglobi il potente codice simbolico-razionale, partorito in questa terra, e ne ridimensioni la portata mostruosa per ricollegarlo e reintegrarlo nel Graal, in sinergia stretta e unitaria col codice analogico o del corpo, col codice bio-organico o delle emozioni, col codice ontologico o senso globale della vita. 

Spero che, nel calpestare questa terra e le tante orme antenate che contiene, la nostra presenza possa portare un po’ di confusione e di crossingover, mescolando questi antichi me.me. (mediatori metastorici) con le tante intuizioni e iniziative del Progetto Nuova Specie e della sua recente “polis”, il Villaggio Quadrimensionale. 

Una navette ci porta all’hotel Oscar, un albergo centrale a tre stelle in via Filadelfia, vicino alla metropolitana; la nostra stanza a due letti è la numero 217, con un balconcino sulla trafficata strada, dalla quale si vedono solo palazzi, in cui vivono concentrati più di quattro milioni di Ateniesi, quasi un terzo dell’intera popolazione della Grecia. 

Da domani, iniziamo a viaggiare per le strade di questa meravigliosa madre dell’Occidente.

Viaggiare è un po’ come un entrare dentro una membrana che, come il punto chaos, ti mette nell’ambivalenza del dentro e del fuori, dove si attivano e si esplicano le pre-efferenze, i nostri elaboratori metastorici. Sono i viaggiatori quelli che anticipano i sogni, navigano le novità, preparano e spingono i cambiamenti. Nell’iniziare un viaggio, però, si svegliano le nostre lapidi profonde e i PUK apparentemente dormienti che ci impauriscono e ci mantengono dentro il recinto dei pavidi e dei timorosi, come aquile che hanno dimenticato la loro natura, fatta per le altezze, e preferiscono razzolare come polli nella stia di una periferica masseria.

Ma, ormai, il nostro è diventato un piccolo pianetino e ci tocca diventare tutti viaggiatori e anche sognatori concreti. Chissà che tempo di vita ho ancora per fare visita ai tanti laboratori etno-culturali, non occidentali, presenze residuali nel nostro pianetino, che hanno saputo resistere alle intemperie distruttive del Faraone Finanziario.

Mi piacerebbe che in tanti sognassimo e attivassimo una ricerca dei me.me. (mediatori metastorici) planetari, e provassimo a creare una comunità globale e approntare l’Utero psi per i Farfaluma, i futuri Kosmonauta della GUK (Gravidanza Universale Kosmica).

Mi piace questa rivoluzione di senso dell’esistenza: da peccatori dell’Eden a co-creatori della GUK per un In.Di.Co. incinto. 

Abbiamo ancora, secondo gli astrofisici, ventotto miliardi di vita dell’universo, prima della nascita del FUI (Feto Universale Infinito). 

Balle? Può essere, ma sempre meglio del raccontino peccaminoso del Bereshit.

E poi! A ME, LA GUK MI PIACE!

Nel pomeriggio, due passi attorno e una visita a un supermercato SKLABENITHS (con la scritta in greco) per un dolce tipico con un rinfrescante succo di frutta varia, preparata all’istante.

La stanchezza si fa sentire, ma anche la evidente diversità tra me e Giovanna nell’affrontare difficoltà e opportunità. Grazie all’accordo europeo dell’anno scorso, riusciamo ad attivare il roaming ai nostri cellulari e a usufruire delle medesime opzioni e servizi di quando si sta in Italia. Giovanna ha penato e sofferto un po’ di più, ma alla fine è salva la possibilità di inviare, tramite Whatsapp, un po’ di foto del nostro alpitour greco.

Domani, speriamo di integrarci meglio e più piacevolmente. Cominceremo col visitare alcuni luoghi storici di Atene.

Mariano

Riflessioni si Giovanna sulla giornata di oggi

Prova superata. Ma nell’aereo non ho parlato e non mi sono mossa.

Voglio fare un grandissimo applauso alla epistemologia scientifica che con la sua tecnologia ha inventato questi aerei che spostano e fanno viaggiare migliaia e migliaia di persone da una parte all’altra del mondo. 

Il viaggio è stato meraviglioso anche se siamo partiti con mezz’ora di ritardo. Un po’ di disguido lo abbiamo avuto all’uscita dell’aeroporto perché non trovavamo quelli dell’Alpitour. 

Ci siamo sistemati in albergo, stiamo nel centro di Atene ma un po’ fuori dai centri commerciali e negozi vari.

Abbiamo scoperto che di fronte al nostro albergo OSCAR c’è un bel supermercato che prepara dei buonissimi succhi di frutta con dieci varietà di frutta fresca: un bel bicchierone a €1,80… fantastico!

Giovanna

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