UN VIAGGIO CHAOS: 12 agosto 2018, RITIRARSI DAL MONDO O FARE CROSSINGOVER CON L’ARENA ESISTENZIALE? I DUE MONASTERI-METEORE

Alle 8.30 usciamo dall’hotel a 4 stelle Antoniakis di Kalabaka, in Tessaglia, per visitare due monasteri-meteore ortodossi.

Prima di lasciare la stanza ho scritto una lettera per la guida Anastasio, per ringraziarlo della dinamica metastorica che mi ha fatto fare:

«Caro Anastasio, innanzitutto mi fa piacere aver conosciuto una persona come te che fa con entusiasmo e competenza il suo lavoro, addirittura divertendosi.

Ci hai fatto sentire bene e accolti, e ci hai aiutati a fare gruppo. Il 50% è merito tuo e anche dell’intesa con l’autista.

In me, hai generato una dinamica di riconoscimento di miei atteggiamenti positivi ma che adesso voglio completare anche esprimendo un buon maschile nelle varie relazioni e situazioni. Di questo ti ringrazio affettuosamente.

Sono contento se, passando per Foggia, ci vieni a trovare al Villaggio Quadrimensionale di Troia, per conoscere quanto abbiamo costruito in 52 anni di ricerca e di sperimentazione.

Ho fatto questo viaggio, regalatomi dalle persone con le quali condivido il Progetto Nuova Specie, proprio per visitare la madre della nostra cultura occidentale, riverirla, onorarla ma anche ridimensionarla e superarla, come richiede il “disagio diffuso” che da anni ci sta inondando. E’ per questo che ho scritto ogni giorno un POST, per la pagina Facebook della Fondazione Nuova Specie che presiedo, nei quali ti ho nominato spesso.

Ti auguro un felice crossingover.

Veramente, prima ancora della lettera per Anastasio, alle 05.10 ho definito “GdF” che presenterò e attiverò nell’incontro del 30 pomeriggio e 31 mattina p.v.

                                                 

Volete sapere com’è andata la gara dei primi posti in pullman?

Ieri mattina era impossibile prendere il primo posto perché il nostro gruppo dell’hotel Ermes saliva per ultimo. Stranamente, penso per l’intermediazione di Alberto, il primo posto risultava libero e, meravigliati, ci siamo comodamente seduti dietro Panagiotis, l’esperto autista del pullman (Il suo nome significa pan-tutto aghios-santo, titolo riferito alla Madonna)

E stamattina? Siamo seduti sempre al primo posto. Il merito è dell’astuta Giovanna che ieri sera ha lasciato il suo cappello sul sedile per indicarne ormai la nostra proprietà esclusiva. Siamo proprio una bella coppia, come il gatto e la volpe!

                                                   

    

La parola “meteora” dice bene cosa andremo a visitare: significa “tra l’aria”, in quanto i monasteri ortodossi sono costruiti sulla cima di picchi di roccia arenaria, depositatasi nel tempo e sembrano sospesi in aria, a contatto diretto col cielo. In tutto, oggi, ce ne sono sei di monasteri, messi distanti e a varia altezza dal suolo. Due sono per suore, quattro per monaci. Erano tutti inaccessibili dall’esterno e, dopo un sentiero in salita, i monaci si mettevano in una rete, tipo pescatori, e tirati su da una carrucola messa all’ingresso del monastero. Oppure, per altezze minori, venivano calate scale esterne di legno. Perfino i tedeschi nella ultima guerra mondiale non riuscirono ad accedervi. 

Inaccessibili alla terra, sospesi in aria, i monasteri permettevano di guardare e sentirsi uniti solo al cielo, la vera patria, per i cristiani, dove ricongiungersi a Dio. Elevarsi al cielo e allontanarsi dall’arena esistenziale è stato spesso un ambito obiettivo di alcune religioni, come quella cristiana, soprattutto ortodossa.

Accedervi e visitarli, attraverso scale costruite nel dopoguerra, è davvero suggestivo: i paesaggi-panorama sono splendidi, gli spazi interni al monastero sono sobri a eccezione delle chiese, con le pareti tutte affrescate con scene riferite alla vita di Gesù e della Madonna, sullo sfondo contenente i discepoli, alcuni monaci significativi o fondatori di quel monastero-meteora. Aldilà c’è il sancta sanctorum, inaccessibile ai fedeli, perché lì ci può stare solo il sacerdote, quando si ritira per la consacrazione del pane e del vino e rendere possibile la sua transustanziazione in corpo e sangue di Gesù.

                                                     

Gli affreschi parietali non lasciano un centimetro di parete libera. E’ solo grazie ad Anastasio che cogliamo messaggi catechetici che vogliono trasmettere. Quelli più truculenti sono rivolti, nello spazio antistante la cappella vera e propria, ai catecumeni che chiedono di diventare cristiani: teste segate, ventri squarciati, corpi bastonati e crocifissi e tante altre atrocità da aspettarsi, una volta divenuti cristiani a tutti gli effetti. Anche l’aiuola in pietra è a forma di croce greca con dentro fiori variopinti.

Il primo monastero che abbiamo visitato è dedicato a S. Barbara ed è occupato da monache di varia età, alcune delle quali impegnate a riscuotere il biglietto di ingresso, a gestire il negozio di articoli vari, a vendere souvenir in pietra confezionati da loro. Un grande fiume di visitatori che si alternano a ritmo accelerato, quasi per togliersi la curiosità delle aspettative immaginate.

L’altro monastero, per monaci, è chiamato La grande meteora, costruito da S. Attanasio con l’aiuto finanziario del principe Ioasaf, fattosi monaco a 22 anni. E’ sicuramente più ampio ma meno raccolto.

Sinceramente non ho capito perché nel 1054 ci fu lo scisma dei cristiani d’oriente dai cristiani di Roma, cattolici. Oggi ambedue i rami sono in crisi, specialmente nel coinvolgere i giovani. In tempi di crisi delle religioni, bisognerebbe vedere più in là del proprio naso e alzare lo sguardo verso le prospettive a cui rimanda la crisi stessa.

                                                     

In questo scenario, Giovanna si è integrata bene. Si è messo un vestito lungo che ha comprato a Olimpia in cui davanti campeggia una bambina che sta in cima a una scala e ha per testa una nuvola. Proprio una meteora, in sintonia con i monasteri che abbiamo visitato. Che donna scic!

Lasciate le meteore, mi sono venute queste riflessioni.

Ma come si fa a scardinare una soluzione religiosa che si nutre avidamente di negativo, di dolore, di perdita, di rifiuto del mondo, come sicuro biglietto per passare dalle meteore direttamente in cielo, tra gli assisi alla destra del Padre.

Pur rispettando i suddetti valori e chi di loro si nutre, preferisco dare valore all’arena esistenziale, immergermi nelle sue contraddizioni e contrasti dolorosi; preferisco non lavarmi le mani con la semplicistica soluzione del peccato originale e della salvezza da meritarsi. L’esistenza, per me, ha un senso importante in sé, proprio perché è densa di opportunità difficili che richiedono la messa in opera del nostro potere co-creazionale, del fare crossingover tra gli opposti belligeranti. L’esistenza, per me, è un inedito viaggio dentro una Gravidanza Universale Kosmica, al 50% creatori insieme all’ In.Di.Co. (Infinito Dinamico Complesso).

                                                       

Nel tornare ad Atene, ci siamo fermati alle Termopili per dare onore a Leonida che con i suoi 300 valorosi spartani si confrontò con l’esercito persiano di Serse nel V a.C. e, pur sapendo di soccombere, resistettero fino alla morte, permettendo poi agli Ateniesi di vincere la flotta persiana a Salamina.

Che determinazione questi eroi senza paura! La storia si fa solo avendo un Globale Massimo e facendo la propria parte senza se e senza ma. Sento, e spero, che Leonida ci accompagni in questa determinazione fetogenetica!

In una sosta, nella via del ritorno, ho anche fotografato un camion sul cui fianco campeggia TROIA, messaggero internazionale. E se passasse a noi l’omfalos di Delfi?

                                                   

      

Tornati in albergo, ceniamo insieme a un gruppo ormai trasformato dalla convivenza positiva e dalle relazioni che si sono aperte; ci salutiamo quasi con sentito dispiacere.

Domani mattina si riparte con la easyJet per tornare a Malpensa dove ci attenderanno Carla e Renato, con cena, pernottamento e trasporto alla stazione centrale di Milano per rientrare a Campomarino, da dove siamo partiti.

E’ stato proprio un bel viaggio. Un grazie a Mila che l’ha proposto, un grazie a chi ce lo ha regalato.

E se un domani lo organizzassimo come Fondazione un viaggio nella Grecia antica, facendoci guidare da un tema, ad esempio, IL CORPO E IL SACRO NELLA GRECIA ANTICA?

Giovanna ha chiesto già la disponibilità, come guida, all’eccellente Anastasio.

Vedremo. Intanto, chiudiamo il sipario su questo viaggio, per me, metastorico, che sicuramente mi ha preparato ai prossimi impegni di fina agosto.

QUI VIVRA VERRA, dicono i Francesi!

Mariano

Riflessioni di Giovanna meteora sul 12 Agosto

Che cosa sono queste meteore? Semplicemente dei monasteri eremitici, la guida ci ha detto che ci sono monasteri di soli uomini e monasteri di sole donne, donne che non curano il loro corpo, si lavano vestite e molte hanno i baffi; queste cose ci hanno fatto ridere, abbiamo cominciato a fare battute, poi la guida ci ha consigliato di comprare il miele che fanno queste suore e anche qui battute di ogni genere.

                                                      

Quando siamo arrivati al monastero le donne dovevano indossare delle gonne lunghe, chi aveva il pantalone lungo doveva mettere il gonnellone sopra, insomma da queste cose il gruppo si è unito di più, è venuta fuori la parte più leggera di ognuno e da quel momento la guida è diventata meno formale, è come se si fosse rotta una maschera e tutti abbiamo goduto del gruppo compreso la guida.

Questi monasteri sono pieni di affreschi di rito ortodosso molto belli. Per arrivare in cima abbiamo fatto 370 scalini di costruzione recente, mentre prima i monaci per salire venivano legati in una rete e tirati sopra da una carrucola.

E’ stata una giornata bellissima, abbiamo fatto finalmente delle foto di gruppo, perché ci sentivamo un gruppo, a differenza di prima che ci sentivamo estranei.

Bene adesso vi lascio perché vi racconterò a voce.



Giovanna

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