UN VIAGGIO CHAOS: 10 agosto 2018, GIOCHI PER PARTECIPARE O CONFRONTI-DIFFERENZE PER VINCERE? LA VISITA A OLIMPIA
Aggiornamento sulla prima gara del mattino: riuscirà Giovanna a spuntare anche oggi il primo posto in pullman?
Sorpresa! Giovanna si è intrattenuta a fare colazione e salotto più del dovuto, spingendomi ad andarla a chiamare e a lamentarmi di questo ritardo con suo prevedibile disappunto. Subito dopo sono partito per vincere la gara dei cento metri: scendere giù in portineria con le valigie e lo zaino; consegnare la chiave e pagare la tassa di soggiorno; poi scappare all’impazzata per consegnare le valigie all’autista e correre verso la strada dietro l’albergo per occupare in pullman il posto davanti. A cose fatte, con calma come l’ovulo, è arrivata Giovanna e si è preso il suo posto davanti senza nemmeno una parolina simpatica per la mia difficile vittoria nella corsa al pullma-tlon, una gara aggiuntiva a quella più conosciuta del pentatlon. Che tutti sappiano, comunque, che oggi ho vinto anch’io la mia prima medaglia d’oro e, per di più, in una nuova specialità!
Si parte in pullman per visitare uno dei siti archeologici più ben conservati, grazie alle inondazioni sabbiose dei due fiumi che circondano Olimpia: Alfeo e Cadeo. Solo verso la fine del 1700 furono scoperti gli scavi e durarono fino alla seconda metà del 1.800.
Qui la vegetazione, grazie all’acqua, è lussureggiante e più alberi insieme paiono formare figure di templi, anfiteatri, agorà.
I primi giochi olimpici si svolsero nel 774 a.C. e videro la partecipazione di numerose città. Anzi, per l’occorrenza, venne dichiarata una tregua tra tre città-stato in guerra, Ilide, Sparta e Pisa. (La Pisa toscana ha lo stesso nome perché fondata da profughi greci della antica città Pisa).
Quella tregua segnò per il futuro la nascita della Ekecheiria, cioè della tregua, una specie di pace degli dèi, che veniva proclamata durante la celebrazione delle quattro feste nazionali, subito dopo l’apertura dei giochi, per proteggere i partecipanti.
Probabilmente, dice Anastasio, erano stanche di farsi guerra e si sono inventati i giochi olimpici. Meglio una “guerra” atletica che una fatta di armi letali. Evviva lo sport!
Finalmente entriamo nel complesso sito archeologico, formato da tanti edifici. Quello più famoso è il Ginnasio; si chiama così perché gli atleti si allenavano nudi (gimnos in greco significa nudo). Poi c’è tutto il recinto sacro con due templi: quello dorico di Giunone che è anche il più antico della Grecia; quello di Zeus dove Fidia realizzò la famosa statua di Zeus, una delle sette meraviglie del mondo antico. Il sacro serviva anche per dare valore ai vincitori ma anche per mettere a ludibrio chi commetteva scorrettezze. Attraversando un tratto di galleria fatta di pietre, si arriva nello stadio delle prime olimpiadi: uno stadio senza spalti, solo al centro una piccola struttura per la commissione giudicatrice. Particolare è anche la linea di partenza, con marmi allineati e buchi periodici per fissare i pali che sorreggevano la corda di partenza sciolta in contemporanea per far partire tutti gli atleti insieme.
Straordinari sono anche i reperti marmorei conservati nel museo adiacente all’area del complesso olimpico. Particolarmente suggestivo è l’Hermes di Prassitele che ha in mano Dioniso-Bacco, nato dalla coscia del padre Zeus, dove l’aveva messo lui stesso dopo averlo estratto prematuramente da sua madre Samele, che aveva preferito far fuori per mantenere i suoi equilibri con Era-Giunone.
Tornando ai giochi olimpici, si facevano ogni quattro anni e furono organizzati per circa mille anni, fino al 393 d.C., quando l’imperatore Teodosio, su spinta dell’influente vescovo Ambrogio di Milano, li chiuse definitivamente.
Fu l’entusiasmo degli scavi di fine ottocento a Olimpia che spinse il barone Pierre de Coubertin a riorganizzarli nel 1896, proponendo anche il simbolo dei cinque cerchi (i cinque colori presenti in tutte le bandiere nazionali) e la costituzione del Comitato Olimpico Internazionale. Fu fissata anche la cerimonia che dura ancora oggi: la fiaccola olimpica viene accesa a Olimpia, poi viene trasferita allo stadio Panatinaikos di Atene e, di là, trasportata nella nazione che ospita l’edizione dei Giochi Olimpici. La periodicità di 4 anni, tra una edizione e la successiva, rappresenta il giusto il tempo per sbollentare sforzi ed emozioni di una edizione e, poi, riprendere il desiderio di vincere nuove competizioni e di prepararsi con progressivi e continuativi allenamenti. Niente nasce per pura velleità; per riuscire in una disciplina, bisogna essere “asceti”, cioè bisogna esercitarsi ordinariamente e continuativamente.
Dopo pranzo, si parte alla volta di Delfi, circumnavigando il golfo di Corinto, passando per Patrasso (che ha un bel ponte sul mare, il più alto d’Europa) e per la famosa Lepanto; qui si svolse una battaglia importante dei cristiani contro i turchi, vinta con l’aiuto della Madonna (disse il papa), e da allora venerata come Maria ausiliatrice, o aiuto dei cristiani: titolo mariano così tanto caro a san Giovanni Bosco e alla congregazione dei salesiani.
Nel tragitto, Anastasio chiede all’autista di fermarci a una spiaggetta e riusciamo a bagnarci, anche se per poco, nell’acqua del mar Jonio. Che bravi la guida e l’autista! Ci mettono cuore e ospitalità, a parte le prestazioni stabilite da Alpitour. E ne sono contenti loro stessi. Si sente anche che abbiamo in comune il mar Jonio e la magna Grecia (Italia meridionale), dove sorsero colonie e persone geniali che non avevano nulla da invidiare alla madrepatria.
Poi, siamo arrivati nella regione della Focide, dove è visibile Delphi, quasi abbracciata dal monte Parnaso, la seconda dimora delle Muse. Salendo a quasi seicento metri, attraversiamo una grande pianura di ulivi e poi giungiamo in paese dove veniamo alloggiati alla stanza 19 dell’hotel Hermes.
Poi cena collettiva in un ristorante e ognuno prosegue per i suoi impegni (shopping o post della giornata), prima di un sonno ristoratore.
Domani visiteremo gli imponenti scavi archeologici di Delfi.
Anche se farò tardi, stanotte, ma non intendo perdere la ghiotta occasione che mi offre la giornata di oggi a Olimpia per farmi interrogare dal punto di vista diverso che questa cultura ha avuto sul corpo-codice.
Mariano
Riflessioni di Giovanna sulla giornata di oggi 10 Agosto
Oggi mi sono resa conto di quanto sono ancora tanto fragile nel mio equilibrio mentale. A volte mi sento una roccia, ma poi mi basta un qualche rimprovero, un sentirmi esclusa, non avere le approvazioni desiderate, che immediatamente perdo la mia stabilità, mi chiudo, come se l’esterno non mi appartenesse. Comunque, ho iniziato la giornata stando male ma già la notte non ho dormito, per cui ho seguito poco quello che la nostra guida ci ha detto.
Abbiamo visitato un luogo immenso dove sono nati i giochi olimpici e dove tuttora si accende la fiamma per essere poi trasportata nei luoghi in cui si svolgono. Abbiamo visto il luogo dove si addestravano i giovani ginnasio, un enorme stadio dove si svolgevano le gare, un luogo dove dormivano come fosse un albergo a cinque stelle, e tanto altro ancora che adesso non ricordo.
Dopo pranzo Anastasio ci ha fatto vedere il ponte più alto d’Europa e poi una spiaggetta, giusto per dire che ci siamo bagnati i piedi nelle belle acque del mare greco;
qualcuno ha fatto il bagno, io ho solo guardato perché sarebbe stato meglio organizzare una mezza giornata lì in quella spiaggetta, mangiare, in modo da prepararci, metterci i costumi, asciugarci, invece così non mi è piaciuto.
Va bene adesso vado a dormire. Grazie a tutti e buona notte.
Giovanna