LA SPEDIZIONE DEI 10: Incursione in TRINACRIA 28 febbraio 2018 – 3 marzo 2018

Mercoledì 28/02/2018: Aeroporto di Palermo Falcone – Borsellino, il display parla chiaro: volo BARI-PALERMO ore 20:45  “LANDED”  “ATTERRATO”. Finalmente si aprono  le porte scorrevoli agli arrivi ed eccoli lì; sì, è proprio uno “stormo” con a capo Mariano. C’è tanta emozione. Sono in 10, ma che dico ? A me sembrano molti di più. Saranno almeno 16. 

Ci avviamo alle macchine; soffia un vento favorevole; si preannuncia per i prossimi giorni aria di cambiamento in questa nostra terra di Sicilia. Ci prepariamo ad affrontare con tanto impegno questa quattrogiorni tanto attesa.

                                                             

                                                                                     

Giovedì 01/03/2018: che abbia inizio la maratona! Alle 9:00 del mattino mi avvio con Mariano presso la sede della rete radiofonica RADIO  IN dove lo attende la giornalista Filippa Dolce per un’intervista;                                               

staffetta con Sebi che ci raggiunge per accompagnare subito dopo Mariano a Caltanissetta presso il CEFPAS: il centro di formazione regionale dove si terrà la SIR  in Sicilia dal 29 Maggio al 03 Giugno.

Nel frattempo io raggiungo  gli altri a casa; sono già pronti per immergersi  nella Palermo Arabo-Normanna passando prima dal teatro Massimo, eccezionale rappresentazione del Liberty dei primi del ‘900. 

                                                 

Per pranzo,  street food: dal panino con “cazzilli” e panelle, panino ‘ca meusa, caponata, arancine, cannoli e poi … siamo stanchi. Ultima tappa la Cattedrale; ringraziamo Santa Rosalia e si torna a casa per prepararci al BILANGIANO-FESTA di Michele.               Ma Miki dov’è? Ci siamo tutti, ma manca proprio il festeggiato. E’ ancora in giro per Palermo con Sebi in cerca dell’ultima attrezzatura necessaria per il convegno: una chitarra acustica,  microfoni ad archetto… Un po’ di tensione/negativo non poteva mancare. Nell’attesa, a casa, Paolo inganna il tempo creando cavi e prolunghe, facendo prove generali per rendere possibile la diretta streaming dell’indomani. Sì, perché all’ultimo momento, pochi giorni prima dell’evento, ci si era resi conto che la sala messa a disposizione dall’Università era munita solo di un microfono. Ma per fortuna l’INDICO aveva inviato in Sicilia Paolo Spegni.

Arrivano a casa anche i familiari di Michele: nonni, zii e cugini, siamo in tutto una trentina di persone. E finalmente fa il suo ingresso il festeggiato; si dà inizio al Bilangiano-Festa:                                                                                 

ON-NO UN ANNO IN VIAGGIO:

DAL FUOCO DI UN FALO’ ALL’INFINITO DI UN UTERO PSI

con una splendida e colorata locandina realizzata da Giulia Zaccari che, pur non essendo presente fisicamente, non ha voluto far mancare un suo pensiero per Michele in un giorno così importante per lui.            

                                      

Michele è molto teso, fa difficoltà ad iniziare, ma ecco che interviene il duo MA.MA. (Mariano – Mario); si destreggiano entrambi, duettano : l’uno con il dono della parola, l’altro esprimendosi in musica e in canzoni. Funziona! riescono a coinvolgere, tra lo stupore dei familiari tutti, finanche Nonno Michele che canta e danza dinanzi alla sua sposa Nonna Lia. Cose mai viste da figli e nipoti nel comportamento di un nonno, chiuso da sempre nei suoi rigidi schemi di pater familias. A questo punto il festeggiato si scioglie e ringrazia Mariano “Ero nervoso, ma vedere mio nonno in una versione così inedita, mi ripaga di tutto”. E così comincia a raccontarsi; riesce a fare teoria partendo dalla sua faticosa esperienza.

Come farà notare Giovanna, Michele fa teoria presentando nuove  unità didattiche.

La serata si riscalda, ognuno si presenta; tra i familiari  c’è un misto di scetticismo e di curiosità. E’ la volta dello zio Giuseppe che , presentandosi come la parte  Eros della famiglia, dichiara le sue perplessità sul lavoro fino adesso realizzato da Michele all’interno del Metodo; è molto critico anche nei confronti del gioco ideato e prodotto dal nipote: JOKO per L1; pensa che dal punto di vista commerciale non avrà molto successo e che Michele, con il suo abbigliamento, i suoi pearcing e i suoi tatuaggi, sia ancora troppo legato a Thànatos.  Mariano ascolta Giuseppe con molta attenzione; è molto delicato nei suoi confronti. Apprezza tanto il modo in cui quest’uomo sia legato al cognato Sebi. Ed ecco che Giuseppe lascia andare la sua rigida postura e permette a Mariano di accogliere con affetto le sue parti fragili.

E Michele continua imperterrito a raccontarsi. Parla della relazione che lo ha legato e che lo tiene tuttora unito a Piero, di come si sia sentito tradito e abbandonato dal fratello che per lui era un importante punto di riferimento. E presenta la sua teoria su quel numero  11 da tutti ormai conosciuto. Riparla ancora una volta dei suoi colori e forme. Ma, a differenza del passato, adesso dà a tutto un senso.

                                                       

Il bilangiano si conclude con un colpo di scena: entrano in campo Sandra Recchia e Alberto Re, portando un dono per il festeggiato. E’ un pacco imballato che viene da lontano. Michele è colto di sorpresa. Mariano lo invita a scartare l’involucro. Che sarà ?

E’ una tela … il ritratto interiore che l’artista globale Michela Garbati ha pensato e realizzato per questo ragazzo che lei stessa, per prima, ha accompagnato all’inizio del suo percorso all’interno del Metodo.  Titolo: ON/OFF: che il gioco abbia inizio!

Ascoltiamo il messaggio vocale inviato da Silvio, poi viene letta la lettera che Michela ha inviato su whatsapp a Michele. Descrive quanto sia stato difficile per lei realizzare questo quadro; pensava che, essendosi “sporcata” abbastanza della storia di Michele, le sarebbe risultato facile realizzare la tela; invece è entrata in travaglio prima di partorire il prodotto finale.

Venerdì 02/03/2018: giornata del  convegno: “Il Disagio Diffuso nel Terzo Millennio”. I risultati sono stati nettamente superiori a quelle che erano  le aspettative. Abbiamo avuto fino a pochi giorni prima dell’evento tantissime richieste di iscrizione. I partecipanti  sono stati 190 tra professionisti  dei servizi territoriali (Psichiatri, Psicologi, Assistenti Sociali, Sociologi, Operatori di comunità, ecc.), Operatori del terzo settore, Familiari, diretti interessati. In sala l’interesse e l’attenzione all’argomento trattato è stato costantemente elevato.

                                   

                 

 E sullo schermo la fa da padrona la locandina del Convegno ideata e prodotto appositamente per noi da Barbara. Non poteva essere scelta immagine  migliore per questa occasione: una sfolgorante trinacria, simbolo della nostra regione,  rappresentata come una pala eolica in movimento, anche se controcorrente; perché siamo  proprio così noi isolani un po’ isolati.                                                

La prima parte della giornata è stata dedicata alla presentazione del Progetto Nuova Specie. Prima di tutto sono intervenute le “Autorità”: Michele Lio e Giovanni Di Benedetto che con molta semplicità hanno raccontato il percorso intrapreso all’interno del Metodo alla Salute. C’è stato un rispettoso silenzio in sala; parlava l’esperienza di vita. Anche Marta Prossimo da Milano ha inviato un messaggio vocale sulla sua storia.

Dopo la presentazione del “fenomeno vivo” , ha preso la parola Mariano che ha presentato il Progetto Nuova Specie, dando un assaggio di tutte le attività che possono essere sperimentate all’interno del Metodo alla Salute; è stato proiettato anche un video realizzato da Benedetta per l’occasione.                                             

Ad un certo punto, Mariano viene bruscamente interrotto da un urlo in sala. I partecipanti sbigottiti, come se fossero stati catapultati in un teatro vedono scendere dalle scale un uomo, sicuramente disagiato,  che canta a squarciagola e suona con una chitarra in mano, accompagnato dalla voce cristallina di una ragazza altrettanto disagiata; sì, entrano in scena Mario ed Annalisa.                                                 

Nei nostri tradizionali convegni non sono in genere usuali queste performance; si fanno cose serie quando si trattano argomenti così delicati; non sono ammesse azioni che escano fuori dall’ordinario. Ma in quel contesto tutto sembra possibile; la gente presente si è lasciata andare  e, con mio massimo stupore, ho visto professionisti, abbastanza conosciuti in città per la loro serietà, uscire fuori dai clichè , intonare con leggerezza le note di diverse  canzoni. Mario è finanche riuscito a fare danzare la platea con la scusa del troppo freddo in sala. La cosa più importante è che i presenti hanno riso, si sono commossi, hanno cantato, danzato. Insomma, tutti i tre codici sono stati attivati. Obiettivo centrato!

                                                       

Nel pomeriggio si sono alternati diversi relatori che, con la loro specificità  professionale, si sono confrontati su come fare “RRRETE” per affrontare il disagio che nelle diverse realtà territoriali si diffonde a macchia d’olio. 

                                                       

Il primo a prendere  la parola è lo psichiatra siciliano  Raffaele Barone. Prende spunto dal modello fondato da Mariano, presentando il suo modo di vedere le comunità terapeutiche, non viste come strutture psichiatriche tradizionali, bensì come “gruppo”. A seguire, altri relatori  parlano del corpo come il grande assente nel dialogo … il maestro shiatsu Francesco Musso esclama ad alta voce che “è un abbraccio che ci serve”, “lasciamoci toccare” e con queste parole invita i presenti ad entrare in contatto tra di loro. Dalle  prime file, parte in quarta, in modo compulsivo un altro disagiato che si catapulta in un prolungato abbraccio col maestro shiatsu colto un po’ di sorpresa. Mi sembra conoscente, sì, è Raffaele Cimetti.  Interviene il chirurgo oncologo Nicola Pàntano che parla di sofferenza dell’anima rapportata alla sofferenza del corpo. Relaziona anche Salvo Pitruzzella specializzato in psicodramma.

Per tutta la giornata, malgrado il freddo, c’è stata tanta partecipazione e molto fermento  in sala.

 Penso che  quella pala eolica si sia messa per  davvero in movimento.

Da Palermo è tutto; passo la linea ad Agrigento. 

Cetti

                                                        

Bilancio di un teatro di novità anche familiari…

Essere stati contagiati da cotante e significative presenze è stato sballante… chi poteva credere qualche mese fa che la Sicilia potesse essere ‘spin-terogeno’ per i tanti che sono stati coinvolti in questo progetto plurale rivolto alla scuola, al territorio e alla (mia/nostra) famiglia Vita? L’enzima nell’agrigentino è stato Salvatore senza di lui la scuola sarebbe rimasta al palo nonostante me. Il ruolo di un enzima, infatti, consiste nel facilitare le reazioni attraverso l’interazione tra il substrato e la parte di enzima in cui avvengono le reazioni, formando un ‘complesso’ che vogliamo cercare di essere.

Il disagio di uno è stato indispensabile per mettere insieme una serie di mattonelle che ci hanno ‘spin-to’ a muovere le acque di una scuola stagnata, ingessata e mascherata da una progettualità spesso marginale rispetto alla vita/vissuta dalle tante famiglie e dai tanti ragazzi che non sentono di essere parti di una comunità educante/accogliente… è come se vivessero un imbroglio fatto di pregiudizi e di valutazioni parziali riguardanti le loro performances e non il loro viversi modelli religiosi, socio-economici ed antropici che li avvolgono e spesso li sconvolgono senza preoccuparsi se li coinvolgono o meno. I ragazzi soffrono, come i cosiddetti adulti, la loro mercificazione/oggettivizzazione funzionale ad un sistema finanziario in cui il profitto, e solo il profitto, fa da stella polare del successo o dell’insuccesso vissuto dentro l’inglobante e castrante mercato che ci usa secondo finalità estranee ai bisogni/desideri dell’essere che ciascuno è chiamato a vivere a partire da sè. Evidentemente prendere atto di quanto succede sotto i nostri occhi da più di 70 anni (a questa parte) ci interroga sulle possibili risposte utili ad arginare l’invasione di questo sviluppo distorto che modella/modifica la nostra stessa esistenza messa a servizio di un esterno che ha finalità tutt’altro che vicine alla vita che siamo ed abitiamo. Le nostre coscienze rispondono più agli input del ‘faraone finanziario’ che alle nostre profondità, al nostro bio/organico. L’anello catabolico, la pars destruens, lo scollamento con ciò che in fondo siamo ci porta a vivere la nostra estraneità perché siamo stati derubati della parte ontologica che fonda la stessa nostra piramide esistenziale. Per ricontattare le parti invase bisogna mettere insieme i tanti pezzettini di quell’intero che madre natura ci ha donato e che il modello predominante ha frantumato. E dove, questo, può essere ricomposto se non dentro le istituzioni abilitate alla formazione?

È stata questa la scommessa lanciata nel corso di quest’anno scolastico e che ha avuto i suoi effetti con l’organizzazione del Seminario del 3 marzo u.s. La scuola ha fatto da substrato all’enzima che siamo stati… e tutto ciò che in parte è successo e potrà succedere trova nei nostri eroi meiotici gli antenati dei cambiamenti che ci apprestiamo a verificare da qui in avanti dentro la scuola e nel territorio dove siamo già operativi. Inizialmente non credevo di potere avere tutta la disponibilità che ho potuto verificare con la dirigenza, tra i colleghi e soprattutto tra gli stessi ragazzi che mi hanno sostenuto con l’autofinanziamento e con la fattiva partecipazione in classe e nella sala del teatro San Francesco dove s’è tenuto il seminario.

Il mio passaggio al Liceo ‘M.L.King’ che già avevo frequentato come studente, ed un anno come docente, mi ha ‘spin-to’ a dare valore al 50° Anniversario dell’Istituto che poi è coinciso con altri anniversari che abbiamo voluto mettere insieme per dare ulteriore valore alla proposta di dedicare una riflessione al ‘disagio… come opportunità’. Quando ho avuto la disponibilità del dott Mariano Loiacono e della scuola tutta, allora e solo allora, ho pigiato sull’acceleratore per realizzare un attraversamento quaresimale, che ci preparasse al passaggio – come suggerisce lo stesso etimo di Pasqua – e quindi a lasciare le parti morte per resuscitare su nuovi sentieri cosparsi di vita nuova, di un nuovo punto di vista più vicino alle radici dell’albero metabolico della vita e della conoscenza…

che ci appare cosi tanto sofferente e bisognoso di attenzioni.

M. L. King è vero che è stato assassinato ma il suo sogno era così di-rompente e perciò immortale che ha fatto da seme indispensabile per un raccolto che non conosce fine… Obama ne è stato l’apice come anche questa nostra iniziativa che assumerà le stesse caratteristiche di una vera rivoluzione simile a quella del ‘King’ e ancora prima a quella copernicana. Entrare a scuola a ‘piedi giunti’ per seminare un nuovo punto di vista che traducesse il ‘disagio’ in didattica capace di dare forma alle discipline sinora vissute come protesi dei nostri codici simbolici ovvero della nostra razionalità (o) a discapito delle tante intelligenze bio/organiche nominate sulla carta (dallo stesso Gadamer) ma di fatto estromesse dalle aule scolastiche, potrà avere sempre più effetti integratori sulla formazione dei nostri alunni che, quotidianamente insieme ai tanti insegnanti, si vivono la scuola come luogo/spazio di estraneità insopportabile.

Ed è su questa cornice che abbiamo voluto inserire il contributo della Fondazione nuova specie onlus coinvolgendo non solo il suo massimo esponente ma addirittura uno ‘stormo’ di uomini e donne che hanno animato la mattinata contribuendo a rendere più appetibili i contenuti che sono stati ‘cucinati’ in diretta. In questo caso ho voluto ribadire che ciò che si è voluto presentare è stato un vissuto teorico/prassico fatto di ‘punti’ e non di appunti…

Il Metodo alla Salute, messo su dal dott Loiacono, prende spunto dalla vita e dalle sue ferite non sempre cicatrizzate o cicatrizzabili ed opera all’interno di contesti in cui non esistono specialistiche ma esiste la vita nella sua ‘dynamis’ che ha come riferimento l’uomo in ogni sua declinazione. Come si fa ad affidare le sue sofferenze alle tante discipline che anziché vederlo nella sua totalità l’osservano secondo un modello obsoleto meccanicista, cartesiano, embriogenetico e parziale? La ricerca e la sperimentazione messa a disposizione dalla Fondazione nuova specie non può essere sottovalutata… e la scuola ha tutto l’interesse perché anche quest’idea venga tenuta nella giusta considerazione se davvero vuole il bene dei propri alunni e si propone di costruire una società più adulta di uomini e donne anziché di ‘automi’ funzionali a modelli che nulla hanno a che vedere con la vita in senso stretto.

La mattinata del 3 si è aperta con le interviste magistralmente condotte da siciliatved il giorno prima da teleacras… avere visto davanti al teatro centinaia di ragazzi, docenti e genitori è stato decisamente tonificante. Ci è dispiaciuto che il teatro non fosse fornito degli strumenti indispensabili per consentirci di partire immediatamente e senza problemi… ma il disagio non poteva essere solo una tematica e così è stato. Fra’ Salvatore – responsabile del Teatro –invece di gioire con noi della portata dell’iniziativa si contorceva dei possibili effetti che la presenza di centinaia di alunni poteva avere sull’igiene della sala a fine seminario.

Riuscire a fare convivere la festa dell’Anniversario con il Seminario non è stato di per sé semplice ma sento che il positivo sia stato molto di più del negativo che tale convivenza poteva rappresentare. Ciò detto è stato bello vedere il teatro strapieno, almeno sino a che abbiamo tenuto la scena noi con Mario che ha fatto da animatore ed a seguire con gli interventi che si sono concentrati sulla didattica del D.I.S.A.G.I.O. (Dinamiche Inclusive Solidali Adolescenziali Generative Intensive Ontologiche) e sul senso che l’opportunità dal suo etimo latino opportunus, derivato di portus-us “porto”, col pref. ob-; ovvero che “che spinge verso il porto”, dà del viaggio, del cammino verso nuove mete amche inedite rispetto a quelle previste. Col seminario del 3 a Favara e col convegno del 2 a Palermo non è esagerato dire che l’associazione alla salute Sicilia sia nata prima ancora di essere formalizzata da Mariano e accettata in sede da noi tutti.

Il pranzo, a proposito, è stato un momento per raccogliere le proposte e dare fiato alle prospettive che sin dall’inizio ci appaiono utili a quanti si sono rivolti e si potranno rivolgere alla nostra struttura per fare un tratto di strada insieme che potrà trovare nella prossima S.I.R (Sicilia) il suo battesimo fetogenetico. È stato in questo bar/ristoro che si è preparato il terreno per incontrare Salvatore rimasto sino a quel momento ai margini perché restio a lasciarsi coinvolgere sia al convegno che al seminario. In questo è stato rispettato ma da quel momento bisognava ‘spin-gerlo’ oltre i paletti che lui voleva continuare ad imporre. Io, Isaia e Alberto anziché fermarci al bar/ristoro siamo andati a casa ad invogliare Salvatore che inizialmente ha fatto parecchia resistenza volendo semplicemente andare al bar per un caffè e rientrare. Fatto il primo passo e arrivati al bar hanno avuto inizio le danze a fisarmonica tra Salvatore e Benedetta, Alberto, Raffaele, Isaia, Mario… ognuno ha fatto sentire la propria nota sino ad aprire uno spiraglio che ci ha inclusi tutti attraverso le canzoni proposte da Mario ed altre strategie che man mano si richiedevano. A casa – su questa stessa scia – ciò che sembrava ostativo al suo coinvolgimento piano piano si è facilitato sino alla proposta accolta di frequentare una settimana il rainbow… cosa che se non fosse stata preparata nei minimi dettagli da Mariano poteva sembrare ai più provocatoria. Vedere tante voci, tanti pensieri e abbracci intrecciati a casa, nella ‘tana del lupo’ di Salvatore è stato motivo di profonda emozione che non potrà rimanere come memoria ma dovrà necessariamente spingersi verso nuove modalità di scalfire i tanti strati marmorei che il tempo ha compattato e che il kairos è chiamato a sciogliere. In settimana dopo che Giovanni e Raffaele avranno preparato il terreno al rainbow, Salvatore verrà accompagnato a dispiegare le sue ali verso nuovi orizzonti che in atto gli sono estranei ma che la rete ed il coinvolgimento di tutti potranno rendere familiari e praticabili. Una nota a parte va evidenziata per il lavoro certosino che Mariano è riuscito a fare con me e Lina come coppia. Il rientro notturno da Palermo in auto sino ad Agrigento è stato dedicato per intero all’ascolto mio e di Lina, mentre la notte Mariano l’ha dedicata all’angolo β per predisporre una proposta praticabile che potesse dare senso al viaggio di coppia che anche Salvatore ha contribuito, col suo malessere, ha spin-gere. È stata una notte insonne per me e di riflessione per Mariano. Alla sveglia vedere Mariano srotolare la benedizione della casa, pensata e scritta da Barbara, e proporcela ci ha riempito di gioia. L’abbiamo letta insieme tra le lacrime di Lina e la commozione mia, dopodiché sono stato spinto a commentare una pillola e leggere tutti insieme un ricanto preso a caso… davvero pertinente.

La domenica meglio non poteva iniziare. Intorno alle 09.00 ci siamo ritrovati in spiaggia tra i divani dell’Oceano Mare e soprattutto cullati dal rumore antenato delle onde per dare voce ad altre pillole commentate da Mariano attorniato dal domenicale stormo di nuova specie… verso le 10.00 è iniziato il trasferimento alla valle dei templi dove abbiamo potuto visitare un pezzo dei me.me. (mediatori metastorici) che fanno grande la Sicilia… dopodiché ci siamo concessi – ai piedi della Concordia – una foto di gruppo da cui ripartire nel corso delle successive iniziative che la Sicilia si sta preparando ad attivare. Avere ospitato lo ‘stormo’ ci ha avvicinati ancora di più e sentiamo forte che di questo avvicinamento ne usufruiremo tutti…

Vi abbraccio insieme ed individualmente.

Angelo…

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