DAI DIARI DEI TRANSUMANTI: “….permettere che il controllo lasci il posto all’inedito…”

Lunedì 19 marzo è cominciata la II edizione del progetto Transumas, prima tappa Stazione ALSA Foggia…e questa volta è stato davvero un viaggio avventuroso!

Ho sentito, durante questa lunga settimana di accompagnamento a Luigi, di dovermi affidare all’IN.DI.CO. e permettere che il controllo lasciasse il posto all’inedito, alla Vita che sa adattarsi e prendere sempre la forma più giusta…come l’acqua quando scorre liberamente.

                                                    

Gli embrioni di questo progetto sono stati Filippo di Bergamo accompagnato da sua madre Gabriella e Maurizio Sella, Marcello Bonfanti accompagnato da Antonietta Zappatore e Luigi Compagnone con me, Giovanna Sorino.

                                                      

Gli embrioni, reduci del Progetto RAINBOW, erano in uno stato quiete positivo: più in sé, tranquilli e sereni…come chi torna da una vacanza al mare, per cui il cambiamento di luogo/stato e persone intorno a loro nel primo giorno di Transumas, è stato destabilizzante e lo si è visto subito!

Nel pomeriggio del 19 marzo noi del Progetto e molti dell’ALSA Foggia, abbiamo partecipato alla presentazione del libro di fiabe scritto da M. Loiacono, presso la Fondazione “Monti Uniti” – Sala Rosa del Vento, tranne Filippo che ha preferito andare in giro per cassonetti dell’immondizia a trovare cose da smontare e rimontare (questa è stata la sua passione per tutta la settimana!)

Luigi invece, che durante il Rainbow aveva cominciato a diminuire la sua dipendenza dalle sigarette, come una “cellula pazza” è ritornato nei suoi vortici ed è stato pressoché impossibile tenerlo fermo nella sala convegni. Anche Marcello non ha preso bene il suo allontanamento da Melissa, e quella stessa sera è esploso in una reazione abbastanza aggressiva verso Gioele ed Antonietta. Insomma come primo giorno niente male!

                                                    

                                                        

Le case accoglienti sono state quella di Silvana Zullo per Marcello, di Marilisa per Filippo e la casa di Mattia per Luigi, dove qui è stato con Serena.

Martedì mattina finalmente siamo partiti come gruppo e come Progetto…tutti insieme, accompagnati anche da Marco M., Marilisa e Silvana, siamo stati a pranzo da Mariella, dove ci siamo potuti rilassare ed anche divertire. E’ stato un momento davvero bello, dove io personalmente ho sentito il senso ed il valore della famiglia molteplice, dove i limiti dell’uno potevano essere da stimolo all’altro e dove l’Amore e lo stare insieme erano il fine ultimo di tutto…si l’Amore! Ed ora che ripenso a quel giorno, provo anche tanta nostalgia!

                                                    

Dopo il pranzo, alle 16 nella sede dell’Associazione alla Salute, abbiamo fatto un gruppo di ascolto dello stato quiete di ognuno. Al gruppo era presente anche Mila, la mamma di Luigi. Loro stanno vivendo un periodo di separazione, in vista di una futura ma imminente adozione di Luigi da parte della Comunità Globale. Quando Luigi ha visto Mila, è andato nuovamente in tilt e come un satellite confuso ruotava attorno a lei per elemosinare attenzioni e sigarette. Questa cosa mi ha commosso profondamente, perché immagino come tutto ciò cominci nella tenera età dei bambini: il richiedere attenzioni ed affetto da genitori impegnati in mille e tante faccende quotidiane, che spesso per obbligo-dovere vengono prima di tutto ed anche prima dei bisogni dei propri figli (è il mio caso come madre, ahimè!)

Anche questo pomeriggio, fatto di ascolto reciproco, è stato utile a creare gruppo e a sentirci ancora una volta “famiglia/utero” che accoglie.

                                                       

Martedì sera sono tornata a casa felice e soddisfatta, ed ho anche avuto il coraggio di parlare a mio padre di questo progetto (e di Luigi in particolare…), e la cosa che mi ha stupito è stato notare come lui si fosse immedesimato nelle storie che gli raccontavo, comprendendo ed appoggiando il mio impegno. Ho capito che quando noi siamo pienamente convinti di ciò che vogliamo e facciamo, riusciamo anche a definire i nostri confini ed a non farci invadere da modi diversi di vedere e vivere la vita; lo dico perché mi sono sentita continuamente invasa, soprattutto da mia madre, che non mi ha mai accettata per quello che ero…e che sono. 

                                                       

Mercoledì siamo stati invitati dall’ALSA Cerignola, a casa di Paola ed Ottavio; è stata un’altra impresa incontrarci tutti per la partenza, anche perché quel giorno a Foggia c’era un importante Evento Nazionale per le vittime delle mafie, che ha rallentato un po’ i tempi. Alle 11.30 la prima tappa è stata una “pausa-sigaretta” di Luigi e l’intrusione di Filippo in un’autodemolizione: non credeva ai suoi occhi quando ha visto una montagna di rottami da poter riparare! E’ stato messo fuori dal proprietario del posto, mentre Maurizio (poverino…) lo seguiva con poca autorevolezza. C’è da dire che in questa triade Filippo-Gabriella-Maurizio lo “scettro del potere” è stato quasi sempre in mano a Filippo!  Approdati poi nella bella ed accogliente casa di Paola ed Ottavio dove ci siamo subito sentiti a casa e Filippo ha molto apprezzato la presenza di Simona.

Dopo aver pranzato serenamente con  Rita, Saba e Mino, Simona e Michele, Fabio D.( l’incorreggibile), Rocchina e Silvana, nel pomeriggio abbiamo visitato il Museo del Grano (di grande valore storico!) e come ultima tappa abbiamo commemorato la casa dove viveva Emanuela (la mamma di Rita) con varie dinamiche. Dapprima Marcello senza un apparente motivo, ha cercato di aggredirmi ed io ho urlato per la paura, ma poi mi sono pure incazzata ed ho tirato fuori un po’ di rabbia! Dopo sono sbottata con Saba, verso la quale ho ammesso di provare un grande fastidio per il suo forte maschile ed il suo bisogno di controllare ogni cosa; le ho anche detto che probabilmente, con i suoi modi di fare mi ricordava mia madre. Ma devo dire che, proprio per il suo forte maschile, non mi ha lasciato spazio per spiegare. Al che mi sono incazzata ancora di più, e se fossi stata a Foggia me ne sarei andata. In poco tempo ho subito due bombardamenti e lo scoppio è stato inevitabile, anche se poi sono stata malissimo per aver tirato fuori la mia rabbia ed il mio disappunto verso Saba. E’ un mio atteggiamento “classico”: sbotto e poi mi pento fino ad autopunirmi. Comunque quello che volevo dire a Saba lo avevo dentro da tanto tempo, ed è bastata una banale scusa per darmi il “la”!

Nel frattempo ho cominciato a provare paura nello stare accanto a Marcello, e questa paura l’ho avuta fino alla fine della settimana, e mi rendo conto di esser sembrata pure abbastanza infantile e stupida delle volte, per come ho reagito. Ma anche questa è una parte di me che voglio rivedere…

Nonostante queste dinamiche, posso confermare che è stata una giornata intensa e bella per tutti.

 Non senza poche difficoltà siamo tornati a Foggia: Gabriella non sapeva la via del ritorno, Filippo le parlava e la distraeva e lei un po’ confusa non sapeva bene cosa fare. Altro momento di panico per me, che non sopporto di stare in macchina con chi non sa guidare e che possa mettere in pericolo la mia vita. Ancora ho tante difficoltà a fidarmi degli altri, tant’è che Gabriella ad un certo punto è esplosa, mettendo fuori un po’ di negativo, che senz’altro le ha fatto bene. Intanto Antonietta tornava ad Orsara con la sua “truppa”.

                                                      

Giovedì mattina è stato uno dei giorni più freddi dell’anno, e questo freddo lo sentivo anche dentro, come un senso di solitudine ed angoscia, anche perché è stato il giorno del dolce far niente che però mi ha inquietata; quella mattina era in programma la visita alla vigna di Mario, ma le condizioni climatiche non ci hanno permesso di andare, per cui insieme alla referente del giorno Mattia, siamo stati al Villaggio. Quel giorno tutti e tre gli embrioni erano irrequieti…per cui anche il semplice ascolto dello stato quiete è stato abbastanza difficile. Ognuno di loro, proprio come fanno i bambini, spingeva per attirare le attenzioni e rompere quel senso di intimità che stavamo cercando di creare.

                                                     

A parte l’ascolto di noi enzimi, il resto della mattinata fino al pomeriggio è stato libero…ma questa libertà io personalmente l’ho vissuta come una forzatura: sarei voluta andar via ma non potevo perché non ero “motorizzata”, ed allo stesso tempo non sapevo cosa fare con Luigi, intanto che anche lui era irrequieto. Marcello e Filippo, lasciati liberi di fare ciò che volevano, sono stati più tranquilli.

                                                        

Poi finalmente ce ne siamo andati e tornati a casa con Luigi, solo in quel momento io e lui ci siamo rilassati con una tisana, dolci e colori per disegnare. E’ stato un momento di intimità senza parole…davvero speciale!

Quanto è emozionante stare con una persona e comunicare anche nel silenzio… solo col cuore e col piacere di starci.

Luigi nel rapporto a due ci sa stare, e quando doveva andar via con Serena ha fatto molta fatica, proprio perché finalmente entrambi stavamo molto bene!

L’indomani, il venerdì mattina, ognuno è stato libero di fare ciò che voleva ed io e Chiara abbiamo pranzato con Luigi…lui era proprio a suo agio con noi e viceversa.

                                                    

Mentre per noi il tempo scorreva nell’armonia, diversa era la situazione per Gabriella e Maurizio, che quel giorno avevano perso Filippo dopo una passeggiata in città e mentre erano in procinto di fare la denuncia, dopo diverse ore è tornato a casa da solo!

Della serie…ma Filippo ci fa o ci è? Dubbio “amletico”! io direi che ci fa…perché’ lui ha un’ intelligenza straordinaria che sa bene come sfruttare…e non permette a nessuno, se non a sua madre, di entrare nelle sue cose e nelle sue consolidate abitudini/sicurezze.

Il pomeriggio del venerdì in concomitanza alla tre giorni sulla coppia condotta da Mariano Loiacono, c’è stata la sperimentazione del Progetto “Eroi Meiotici” i cui coordinatori erano e sono Mila, Gioele e Graziana. Il progetto è stato un prosieguo del Transumas, ma è nato per dare la possibilità ai ragazzi psicotici di esprimere non solo e sempre il negativo, ma di venir fuori anche con le loro specificità e potenzialità recondite.

 Un progetto pensato per trasmettere a questi eroi del nostro tempo  il messaggio che il loro “disagio” non è una sventura/disgrazia, ma è il mezzo che ha permesso e permette di smuovere equilibri famigliari INSANI, soluzioni non più funzionali alla vita e che fa da specchio a chiunque si relazioni con loro.

                                                     

Concludo dicendo che questa esperienza del Transumas, che ho fatto per la seconda volta, mi ha permesso di scoprire delle verità anche un po’ amare su di me, da dove voglio ripartire con fiducia credendo che un cambiamento sia realmente possibile.

Giovanna

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