Villaggio Quadrimensionale, Troia (FG): 23, 24 e 25 febbraio 2018. Primo incontro di approfondimento sul Quadrimensionalismo e festeggiamenti per due cinquantesimi importanti!
Venerdì 23 febbraio 2018
Il weekend sul corso di Quadrimensionalismo è cominciato accogliendo il gruppo di bambini/ragazzi che parteciperanno alla Scholè Globale, il più numeroso finora, come ci ha detto Sandra con molto entusiasmo.
I bambini/ragazzi erano tutti contenti e si sono presentati pronti ad iniziare questa avventura: infatti, per le loro attività occuperanno la stanza della “donna globale” che si trova al piano primo della Foresteria e che è stata da poco terminata.
Mariano ha accolto i nuovi che, nel mezzo del disagio diffuso, hanno trovato questa piccola isola e che incuriositi ci hanno raccontato le loro storie. Mariano ha spiegato loro che questo contesto è nato nella struttura ospedaliera solo perché lui è diventato medico psichiatra, ma in realtà il progetto è nato dal suo star male a 18 anni, e proprio in questi giorni che festeggiamo il 50esimo anno di nascita di questo progetto, il Villaggio Quadrimensionale che ci ospita rappresenta non una medicalizzazione del disagio diffuso, ma una realtà più vicina alla vita che accoglie chi si è allontanato dalla propria vita e dal suo codice ontologico.
Visto che è la giornata dell’accoglienza e che l’albero della vita deve viaggiare insieme all’albero della conoscenza, Mariano ha ascoltato lo stato quiete di alcuni partecipanti al corso, applicando proprio la teoria del Quadrimensionalismo sul fenomeno vivo utilizzando gli “ommatidi”, che negli insetti sono gli occhi, mentre per noi sono le unità didattiche intrecciate tra loro.
È stato ripreso il logo dell’ACCOGLIETEMI ideato da Stefania D’Aries nel 1999 e descritto nel libro Inculturazione e Crossing Over. Questo logo è stato proposto alla comunità globale come linea guida per mettere le basi di questa comunità appena nata e che si sta sperimentando nel percorso Beta Gamma.
Mariano ha coinvolto i partecipanti di due progetti sperimentali che hanno come protagonisti due eroi meiotici/psicotici: Luigi (progetto COMPAGNONE) e Marcello (progetto ME.MA. BONFANTI), accompagnando il contesto per la crescita dei progetti stessi.
Prima di cena, Cristiano ha svelato la targa della cucina ideata da Barbara Loiacono e dalla sua creatività: una mela Gimagiona intenta a cucinare!
La serata si è conclusa con la festa di compleanno di Cristiano Ceglie, che in questi anni si è molto prodigato per la crescita della Fondazione Nuova Specie attraverso il suo impegno nei progetti e nel suo percorso personale.
Dalla stanza Alessio Severo: Eleonora, Moris, Maurizio e Michela, e dalla stanza Mario Marcobelli: Nadia, Martina e Chanel.
Sabato 24 febbraio 2018
Oggi è un giorno di festa al Villaggio Quadrimensionale: si festeggiano due cinquantesimi!
I primi 50 anni della ricerca di MariaMo, sognatore concreto, che osa e procede anche quando le difficoltà sono evidenti, e i 50 anni di conoscenza con Giovanna, sua moglie.
La pillola di oggi è in sintonia con ciò che stiamo vivendo: se c’è qualcosa che ci fa andare al di là della storia, di ciò che vediamo e sappiamo, quella è la metastoria, il globcettore che vede ciò che la storia ancora non partorisce, intrappolata com’è in limiti psicotici e in staticità asfissianti.
Nel commento, Mariano ci introduce nella teoria di oggi: l’esistenza è un viaggio, è un infinito dinamico complesso, è in una gravidanza universale cosmica, “GUK”, per far nascere qualcosa di inedito, “il Feto Universale Infinito”.
La storia è ciò che vedo; per procedere è necessario avere una prospettiva metastorica. Stiamo parlando dei globcettori, di come guardare avanti, in maniera più ampia, altrimenti ci fermiamo; è un andare oltre il pensiero e il linguaggio verbale.
“Globcettore” significa “recettore di un globale”, vede ciò che la storia ancora non partorisce e si può raggiungere attraverso i quattro livelli di teoria del Progetto Nuova Specie: i Dieci Comandamenti, i sette ommatidi (tutte e sette le Unità Didattiche), il C.E.U. Chakra e il Quadrimensionalismo. La conoscenza che ci viene tramandata è nata all’interno del codice simbolico, attraverso i cinque “ema” (fonema, grafema, matema, bitema e imbrogliema).
In mattinata, Mariano presenta il terzo libretto di Ricanti, leggendone uno, dove i salmisti, i protagonisti siamo noi. Il Progetto da valore a noi. Ognuno di noi è un valore. I Ricanti nascono nei momenti forti nostri.
Si prosegue con la visione del Power Point “A Fantastic Trip”: noi siamo inclusi in qualcosa di ampio e, nello stesso tempo, abbiamo un universo dentro di noi.
Mariano presenta la sua suggestiva poesia: nell’universo sta avvenendo una gravidanza, inedita anche per In-Di.Co. C’è in atto un movimento di creazione e noi siamo co-creatori del F.U.I. (Feto Universale Infinito) poiché siamo parte dell’In-Di.Co. L’universo è in una espansione a termine, come la gravidanza. Nella pancia di nostra madre c’è un trip, nell’universo c’è un trip universale cosmico.
Il Quadricettore è un occhio in cui posso capire che, nel quark, ci sono le stesse cose che ci sono in una galassia o in un animale, si può applicare a tutto. Dovunque ci sono gli stessi ingredienti. Ci vuole uno sguardo di profondità. Dobbiamo iniziare ad uscire dalla razionalità a cui ci hanno abituate le vecchie epistemologie – anche Tommaso d’Aquino dice che le verità religiose sono spiegabili da un punto di vista razionale -.
Brevemente Mariano ci fa una splendida carrellata degli stimoli che ci ha dato durante il Corso di Quadrimensionalismo. Scorrono una serie di immagini, dal primo australopiteco di Nuova Specie, al senso della sua vita che dal vecchio vuole far nascere cose nuove per popolare il cielo di luci, di fiammelle. Siamo tutti delle pira-trottole, ci manteniamo sul simbolico, andiamo verso il pira-vela in cui navighiamo con la nostra piramide nel mondo di oggi. Siamo touch-man in cui entriamo in tutto, ma in maniera virtuale, ci sentiamo Dio.
Seguono immagini del villaggio mondo e del mondo villaggio, dell’uomo chimico fino ad arrivare al globale massimo del Progetto Nuova Specie: l’Utero Psì.
Stiamo dentro un grande progetto in cui non c’è solo il laboratorio terrestre (fase embriogenetica, specchietto retrovisore).
Nella fase fetogenetica (parabrezza) dobbiamo realizzare la fetogenesi sul nostro pianeta, nella fetogenesi incontreremo altri laboratori e sognare qualcosa che ci fa aprire perché dobbiamo avere lo sguardo in qualcosa in cui siamo inseriti, dove siano protagonisti tutti i quark, gli atomi.
Non lo chiama Dio perché Dio è una visione parziale in quanto viene da “dies” che è la luce e mancano le tenebre. Mariano continua la carrellata delle immagini.
Arriviamo così ai quattro livelli di teoria del Pro-Nu.S. messi in relazione ai quattro codici, ai quattro piani della piramide, alle quattro parti dell’iceberg. Sono i quattro recettori che, messi insieme, integrandosi, mettono fuori un globcettore rustico.
Ecco che Mariano entra nel corpo centrale della teoria: le cinque ipotesi del codice simbolico razionale di cui ci avvaliamo, da cui viene tutta la conoscenza. Il primo è il fonema, la voce, che è la prima modalità con cui l’uomo ha trasmesso le sue rappresentazioni. Poi è nato il grafema, la scrittura. Segue il matema, l’unità matematica che serve per conoscere. Poi è nato il bitema (binary digit): tutta la realtà viene conosciuta attraverso due numeri, 1 e 0. Il bitema ha creato l’imbrogliema. Ne vedremo i limiti per affidarci ai Quadricettori.
Il pomeriggio riprende con la lettura de “A Livella” di Totò per mettere in luce il fatto che nella visione della vita del Progetto non c’è gerarchia, il C.E.U. riguarda anche la più piccola particella finora concepita che è il Quark.
Segue l’applicazione del Gra-Cum ai cinque “emi”, stiamo nel simbolico del Graal perché la conoscenza che noi abbiamo sta lì, quanta strada c’è da fare! Il Quadricettore ci sposta un po’ più in profondità.
La prima modalità che l’uomo ha trovato è la voce: il fonema si differenzia nelle varie lingue. Con il fonema unisco i rumori che emetto con delle rappresentazioni, con ciò che io conosco, tutto è convenzionale legato alla cultura, alla esperienza.
Il fonema è caratterizzato dal fatto che noi respiriamo. La voce ha bisogno di aria che esce.
Il secondo elemento è che la nostra voce non è sempre uguale, dipende dalle mie emozioni. L’aria espirata è soggettiva, è collegata alle nostre funzioni bio-organiche. La voce deve passare dai polmoni, ai bronchi, alla laringe: una piccola piega che, al vento, vibra. È un modulatore di frequenza. L’altro elemento è il cavo orale. Tutti i disturbi del linguaggio sono legati all’allattamento. Le lettere appartengono al codice ontologico, le parole al bio-organico, la sintassi all’analogico, la rappresentazione al simbolico. Il limite del fonema è la distanza, per cui è importante la presenza. Non è possibile parlare se non tra due che stanno vicini, parlare direttamente significa entrare nello spazio vitale dell’altro. La voce ti dice che sei libera rispetto alle cose che fai. Tutte le religioni, soprattutto quella ebraico cristiana, hanno identificato la parola, che in latino si dice verbum, in greco logos, per indicare la cosa più profonda della vita per cui Gesù è il verbo di Dio o il logos.
Con l’introduzione del grafema si perde tutta la ricchezza del fonema. Il simbolo cambia, c’è bisogno di un qualcosa che incide per lasciare dei segni, sono tracce indelebili.
Per lasciare le tracce devo avere uno strumento per incidere sulle pietre, sui papiri, sule tavolette di legno per inciderle con la stilus (romani). Le parole le devo trasformare in simboli scritti. La novità è che viene eliminata completamente ogni situazione bio-organica, la scrittura non risente più della situazione in cui sta chi scrive. Il grafema ha eliminato quasi completamente la soggettività del momento in cui scrivo soprattutto con l’introduzione della macchina da scrivere e con il computer.
Dopo il break tanta gente si è aggiunta per la festa di stasera.
Mariano continua con la presentazione del “matema”, che non è la numerologia o le formule matematiche. “Matema”, “matesis”, significa “studio, disciplina, imparare”. Pitagora ha confuso questo concetto perché ha creato una scuola spirituale centrata sui numeri. La matematica non sono i calcoli, è una scienza. Non ha niente a che fare nulla con il fonema e neppure con il grafema, standardizza dei segni, i numeri. Il “matema” elimina le diversità soggettive, è un valore sempre più astratto e non coglie niente alla realtà. La matematica elimina l’angolo beta e il percorso beta gamma, le paure, le emozioni, le difficoltà. Un’altra critica? Quello che è l’angolo alfa è stato l’esito di un pi greco. La forza di gravità è l’esito di un processo.
In seguito, entriamo nella soglia che ci ha introdotto nel virtuale. A metà tra analogico e simbolico si inserisce i bitema. Bit, binary digit. Che cosa fa della matematica? Non ha bisogno di dieci cifre ma di due cifre, di 0 e 1, due cifre che si compongono e con cui posso caratterizzare una identità. Il computer già funziona così. Tutto è simbolizzabile con un insieme di Bit.
L’imbrogliema significa che la realtà non mi interessa più. L’albero della vita fa lo posso rappresentare senza ricorrere alla realtà perché posso manifestare quello che piace a me, posso ricostruirlo. L’albero della conoscenza è diventato anche albero della vita, quest’ultimo rischia di essere eliminato, esiste nella rappresentazione che ne fanno gli uomini stessi. I codici profondi che fine fanno? La realtà si è virtualizzata e molte emozioni non le viviamo più. Abbiamo interrotto tutta la catena degli eventi. Questo è l’imbrogliema. Ritornare alla semplicità della vita e acquisire degli strumenti per partire da noi stessi, è importante! L’imbrogliema ci fa uscire fuori dalla storia dell’esistenza… questo è il viaggio degli ema che vi volevo far fare…
La visione di un video bello ci fa riflettere sul fatto che oggi siamo tutti mezzi “sciancati” però possiamo danzare: è una provocazione per dire che oggi è necessario dilatarci, uscire fuori dagli “ema”. L’imbrogliema ci fa sta facendo andare fuori da noi stessi, più andiamo fuori e più siamo senza gambe e abbiamo bisogno dell’esterno, dell’economia finanziaria. Abbiamo bisogno di protesi…
Per concludere, Mariano mette l’immagine dei quattro livelli del Quadricettore.
Ve li riassumo.
Il primo livello sono i dieci comandamenti. È una versione verbale della gravidanza. È la parte più vicina al simbolico, hanno una trama collegata tra di loro. È il monocolo.
Il microscopio ottico utilizza la luce per ingrandire e arriva anche a pochi micron, è composto dai 7 ommatidi, le sette unità didattiche, (“omma” in greco significa occhio, ommatidi sono gli occhietti). La mosca ha 10000 ommatidi che unifica nella sua visione della realtà a 360 gradi.
Cosa hanno di diverso rispetto alla gravidanza? La gravidanza è una serie di sequenze tra cui c’è un collegamento, che non è immeditato. Gli ommatidi hanno già dentro di sé la struttura continuativa di una dinamica.
Il Quadrimensionalismo è l’ipotesi più profonda.
Dopo una cena sfiziosa e una torta spumeggiante, ritorniamo nella sala del Sala del Sole Globale. C’è tanta gente venuta da ogni parte di Italia per ascoltare i diari di un Mariano ventenne, sono gli anni in cui il Progetto si struttura!
Amiamo i suoi passaggi, il suo essere d’esempio, il suo credere nella possibilità di un cambiamento. Osiamo e sogniamo con lui. Poi Mariano legge le lettere che si scambiavano lui e Giovanna appena conosciuti. Giovanna si emoziona.
Mi ha colpito questo passaggio: “Sappi che se accetti me, dovrai accettare anche Dio, la tua fedeltà per me non ti sarà possibile se non accetterai Dio, la fede in lui. (…) Se lo accetti, ricordati che accetterai il dolore; ti porterà a diventare non te, come diceva Hegel: ed essere non sé, significa soffrire per la perdita di tutto e non sentire il conforto di nulla, tranne che per la propria, schiacciante solitudine. Sarà il momento che sarai tentata di mandare all’aria tutto, di chiamare un falegname per… Tappare il buco, di ridurre in macerie la mia prigione. Nessuna logica umana ti potrà salvare”.
Sabrina Cela
Domenica 25 febbraio 2018
“Spesso il proprio destino lo si trova lungo la via che si era intrapresa per evitarlo”
– La Fontaine –
Io sono fortunato perché sono venuto al mondo evitante, timido e impaurito dagli altri. È questo limite perciò che ringrazio prima di tutto, perché mi ha spinto nel tempo ad andare in-contro alle mie paure e alle umiliazioni, facendomi sentire un pesciolino, ma fra tanti pesciolini. Quando sono entrato per la prima volta nella sala affollatissima del Sole Globale, Grazia mi ha individuato subito riconoscendo il “nuovo” spaesato nei gesti e negli occhi. Il suo sguardo schietto mi ha fatto sentire subito accolto… il resto lo hanno fatto gli abbracci calorosi della gente!
Vado via con il cuore colmo, accompagnato da tre splendide persone che non conoscevo e che non ho scelto: Davide, Victoria e Nicola. Il loro traguardo è stata l’esperienza più importante per me e sono certo di non offendere nessuno perché è anche il vostro in un certo senso.
Sono sicuro che quello che ho toccato qui riverbererà ancora dentro di me…
Entanglement!!!
Che dire poi di Mariano? Unico, diretto, onesto e innamorato della vita. Un settantenne solo all’anagrafe e nell’esperienza ma giovane come pochi. Una fortuna e un dono per tutta la comunità globale.
Io ho un progetto nel cuore, una ricerca che mi spinge verso la verità… una verità che deve farsi carne.
Ho ascoltato e riflettuto tanto ed è tempo di elaborare, di partorire… e partorirò, ne sono certo!
La mia ricerca non è più il sassolino che portavo dentro la tasca (quello l’ho dato a Luigi e so che nelle sue mani troverà una giusta collocazione), ma un sasso, insieme ad altri sassi che ho posto ai piedi di una fresca e dissetante fonte.
Grazie a tutti, ma proprio tutti…
Giuseppe Minaudo