Cesena, sabato 3 febbraio 2018: l’Associazione Alla Salute Romagna commenta la favola “Il Serpente e il Camaleonte”.

La proposta di
redigere un commento a quattro mani del pomeriggio di sabato 3 febbraio è stata
molto preziosa per noi.  

Ha fatto sì che ci prendessimo un tempo “diverso”, “sospeso” e nuovo insieme. Sentiamo che stiamo vivendo e da un po’ sperimentando il desiderio di condividere spazi diversi, da mamma e figlia adulte che si confrontano e si riscoprono,
nell’amore e nella libertà di esprimere le proprie diversità riconoscendole e
accettandole. Patrizia ha riletto ad alta voce la favola commuovendosi in certi punti. Giulia l’ha ascoltata, ogni tanto perdendosi, perché già un po’ carica emotivamente di “altre scorie”.

Poi ne abbiamo riparlato insieme e condividiamo qui le nostre impressioni, emozioni e pensieri.

 

Patrizia. Grazie a questa rilettura ho potuto cogliere fino in fondo la bellezza, l’originalità della fiaba e la sua capacità di descrivere la vita. Ho sentito che mentre la leggevo ricevevo molto e ho sentito quanto sia bello leggere storie. Le storie sono infatti fondamentali e preziose per entrare in contatto con il proprio ed altrui mondo emotivo, e quindi questo mi ha riportato alla mia difficoltà di utilizzare metafore per condurre un paziente nel proprio mondo emotivo. Strumento che invece vorrei pian piano acquisire ed integrare nel mio bagaglio personale. Ora sono più grata ad Adalberto rispetto a quando gli ha detto grazie di persona perché ora ho ricevuto in modo più consapevole quello che mi aveva già donato sabato.

Giulia. Ho
sentito un po’ confusa e intricata la prima parte della storia, forse anche a
causa di un’attenzione altalenante, poi mi sono concentrata di più. Con
l’aumento dell’attenzione ho potuto cogliere meglio la seconda parte, che mi ha
maggiormente colpito pure sabato. Mi è rimasta particolarmente impressa la
difficoltà del camaleonte di ascoltarsi e vivere seguendo la propria “natura” e
inclinazione. Cosa che viene pian piano appresa dal camaleonte incontrando il
nuovo spirito. C’è tra di loro un processo di rispecchiamento e messa a nudo
reciproca. In realtà uno è già nudo, e quindi consapevole, e questa sua
caratteristica incendia il camaleonte e fa cadere le sue pelli morte, che
rispondevano ad esigenze esterne e non proprie, riportandolo in contatto con la
sua essenza. Ovviamente lui ha paura, quindi per poter incarnarsi e
sperimentare pian piano questa nuova condizione ha bisogno del medium tubo, che
riesce pian piano a restituirgli un’esperienza di sé più soddisfacente perché
più “reale” e in contatto con sé.

 

Inoltre ringraziamo
Adalberto per essersi messo così a nudo e per, tramite la sua storia e le sue
dinamiche personali, descritte in modo semplice e puntuale, aver rispecchiato
anche alcune nostre dinamiche.

Mi ha emozionato molto questa storia perché avendo preso il
libro l’ho potuta rileggere e mi ha toccato in diversi punti. Ha toccato le mie
corde emotive fino alle lacrime forse proprio per questa capacità di descrivere
la vita.


La difficoltà di
venire alla vita mi ha colpito, nel senso di vivere veramente.
Mi ha
colpito il fatto di dover mettere tutte queste maschere e di come l’ha reso.

Giulia e Patrizia

Video della lettura musicata della favola

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