Villaggio Quadrimensionale, Troia (FG), martedì 13 febbraio 2018. XII Edizione del Progetto “La Finestra di Babich”: quarto giorno.

Iniziamo con la pillola di oggi: chi vuol rendere la sua vita più globale, non ha soluzioni e risposte pronte, ma si mette in viaggio stando nelle cose, vivendo sia il positivo che il negativo con la consapevolezza che, dopo la caduta, ci si può rialzare superando le parzialità dei nostri meccanismi. È questo il ciclo naturale della vita. 

Giorgia, una delle coordinatrici del Progetto, riallacciandosi agli eventi del giorno precedente, ha sottolineato come è bella e importante la relazione globale vissuta da tutte noi; il pensiero da lei espresso è stato ampliato da Giulia che, mostrandoci il triangolo del cambiamento, ci ha spiegato come è difficile, partendo dall’angolo alfa, il cambiamento, l’andare oltre ciò che ci blocca.

La mattinata si fa sempre più interessante grazie anche alla sorpresa che ci hanno preparato le coordinatrici: la favola di Cenerentola interpretata da Mila, Adriana e Victoria. 

Sabrina ha letto la fiaba in maniera espressiva; Mila si è raccontata attraverso di essa, mettendo in evidenza i meccanismi comuni tra la sua vita e la protagonista della favola.
Ha detto che se non partiamo da Cenerentola e cominciamo a riconoscere le nostre svalutazioni, abbiamo difficoltà ad avere relazioni.

Alla nascita siamo tutti interi, come scintille dell’In.Di.Co.: la crescita/non crescita dei nostri genitori non permette di vedere ed accompagnare la specificità di noi figli, e così cominciano i tagli. Mila ha raccontato del suo rapporto con la madre, del suo non riconoscimento, allontanandola da lei, per affidarla alla nonna. Da lì, la bimba dispettosa che era diventata, ha cercato e trovato soluzioni alternative a questi tagli come la lettura, poi la pittura, sviluppando un grosso simbolico, mettendo una lapide tra il simbolico e l’analogico. 

Adriana e Victoria hanno messo in scena le scelte ultime di Mila fatte dall’università fino ad arrivare al matrimonio: la svalutazione è venuta fuori dal rapporto con suo marito, il cui modo di vivere aveva fatto suo, concentrando la loro relazione sui viaggi, sul riconoscimento sociale della loro professione.
In questi meccanismi Cenerentola ci siamo riviste tutte: molti passaggi in comune con lei hanno creato tra di noi un senso di protezione, di utero, che ci ha messe insieme. 

Infatti, dopo pranzo, alcune di noi si sono raccontate nei propri meccanismi psicotici.
Prima di questo, Giovanna ha sottolineato e dato valore al racconto di Mila che, solo dopo diversi anni è riuscita a raccontare la sua vita entrando in particolari lapidati e mettere fuori i suoi colori. 

La sofferenza di molte di noi viene fuori dai racconti, ognuno reagisce ai tagli e alla svalutazioni in modo diverso fino a mettersi da parte anche tra di noi, senza condividere anche quando lo spirito metastorico è presente.
Qui le coordinatrici hanno saputo alimentare queste fiammelle spente dando prospettive, per cogliere da quel negativo di svalutazione il positivo come elemento di crescita per ognuna di noi. 

Finestrine Teatranti 

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