Villaggio Quadrimensionale, Troia (FG), giovedì 15 febbraio 2018. XII Edizione del Progetto “La Finestra di Babich”: sesto giorno.

Si inizia con un ballo per esorcizzare frate negativo: questo è un progetto importante e il “diaballo” ce lo dimostra mettendoci la coda, ovvero minaccia di toglierci l’acqua per l’intera giornata. 

Tante donnine frettolosamente hanno riempito tutti i contenitori disponibili andando di qua e di là e dandosi una mano. 

La mattina così è iniziata alle 10.00 e, dopo il brano di Nina Zilli, si prosegue con la lettura della pillola giornaliera presa dal Pillolendario. La pillola è accompagnata dall’immagine dell’Utero Psì, che ci spiega Giulia, autrice del Logo.

“L’ondanza” ci dice che il negativo che balla con il positivo è un’alternanza da accogliere e da nutrire, per andare verso una Nuova Specie, per creare uteri devoti che accolgano le nuove nascite intere e infinite senza che si frammentino fino a diventare croci. Oggi è proprio il “villaggio-mondo”, così caotico, a farci fare piccoli passi in avanti spinti dal disagio diffuso. 

La mattinata continua con Noemi e il suoi brano “Vuoto a perdere”.
Adesso alcune di noi iniziano la propria immersione su parti di vita proprie spezzettate e frantumate. Le lacrime versate parlano di tanta sofferenza che ci circonda: per i propri cari, per i propri famigliari, spesso frutto di un pietismo trasmessoci da una epistemologia religiosa che ci vuole a servizio dell’altrui dolore. Abbiamo dovuto sviluppare difese maschili razionali per proteggerci e per poter andare avanti. I forti tagli infantili si sono perpetuati nelle nostre famiglie acquisite, qualcuno ha scelto come soluzione il mutismo.

Il sogno comune era la libertà, libertà che ci avrebbe liberato da tutto questo e che, nel pomeriggio, abbiamo capito essere collegata al diventare una Donna Globale. Ognuna di noi ha sviluppato soluzioni per ripararsi, per proteggersi da un esterno difficile e tagliente, che ci ha rese impaurite e piene di confronti-differenze, svalutazioni. 

Le storie continuano, molte sono dolorose e ci accomunano… Diventiamo sempre più sorelle, donne in crescita. Proviamo a guardarci in uno specchio accogliendo la nostra storia, gli abusi subiti, le nostre imperfezioni, il nostro sentirci brutte secondo i canoni sociali che viviamo. 

A pranzo ci ha saziate un cibo caldo e saporito che un po’ ci ha trasmesso un tepore casalingo, alleggerendoci. 

Nel pomeriggio, il dolore e il coraggio di una donna ha stimolato il coraggio di tutte ed il nostro osare: caratteristiche necessarie quando i tagli risalgono addirittura a un rifiuto da parte della mamma, rifiuto che ha segnato anche il corpo. 

Questa è stata una buona premessa, una buona spinta per accogliere la teoria di Pina sulla Donna Globale.

Pina inizia con il significato del termine “svalutazione”, accompagnandoci in un percorso sempre più ricco di particolari e di agganci culturali. Giulia ci spiega il significato del logo della Donna Globale che viene fuori capovolgendo il logo dell’Utero Psì, quasi ad indicare la nostra responsabilità di donne nel realizzare il globale massimo della Fondazione che è, appunto, quello di realizzare l’Utero Psì. I dieci comandamenti, l’albero della vita, ci hanno toccato profondamente nel comprendere il percorso che la Donna Globale ha da percorrere. 

La relatrice ha saputo coinvolgerci stimolando le nostre profondità ed il nostro albero della conoscenza.
È indispensabile imparare, tra noi donne, ad essere specchio riconoscente l’una per l’altra. 

Lina e Marina

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