Villaggio Quadrimensionale, Troia (FG), sabato 10 febbraio 2018. XII Edizione del Progetto “La Finestra di Babich”: primo giorno.
La mattinata inizia con la lettura della pillola tratta dal Pillolendario 2018.
D. è inviata a leggerla e a commentarla: si parla del disagio diffuso che non viene inteso come malattia sociale o personale e che, quindi, non è da curare, ma da affrontare con dinamiche di vita aperte a nuovi punti di vista, metastoriche e più globali, legate alla teoria profonda che accompagna le nostre sperimentazioni.
Il disagio di oggi, secondo il Progetto Nuova Specie, è una spinta al cambiamento, è un modo nuovo di affrontare la vita per non scendere o rimanere nel fondo del pozzo. È bene uscire da vecchi schemi e da meccanismi che ci sono stati trasmessi, per arrivare a cambiare parti nostre, per riconoscere i lastroni che abbiamo, per iniziare a percepire che la nostra specificità è infinita, dinamica, complessa, quindi, mai conclusa.
Ognuna di noi, la sera precedente, durante l’accoglienza, ha ricevuto una agenda affinché i nostri pensieri venissero fermati con uno scritto e soprattutto per segnare i passaggi che faremo durante questa convivenza per donne “svalutate” e desiderose, partendo dal fondo comune che ci abbraccia tutte.
Le coordinatrici, partendo dalla storia del luogo che ci ospita, ci hanno condotte a visitare il Villaggio Quadrimensionale: tutte noi siamo rimaste stupite, meravigliate, emozionate da questa visita soprattutto perché ci siamo rese conto di quanto lavoro, di quante gocce sono state necessarie per arrivare a tanto.
Rosy, sul suo quaderno magico, ha scritto:
Ho viaggiato con il treno dei desideri,
In un oasi mi ha portato, da un quadro di colori,
Accolta sono stata.
Un diario assegnato, per la storia affidato,
Un post contattato
Nella metastoria sono creata,
Nella storia mi sono prodigata
Svalutata sì, ma con radici ben radicate,
Ove nell’abisso non sono sprofondata,
Ma riemersa in alto cielo azzurro nella cupola della vita.
Ho visitato il mosaico,
I miei occhi splendevano
Una luce di emozioni
Persone ogni loro ricordo hanno scolpito
Persone a me care in quella meraviglia
Un voto hanno tracciato.
Questa è storia frutto di un cammino tortuoso
Illuminato da un percorso mai tralasciato
Che porterò sempre con me
E ne farò tesoro.
Perché anche questa è arte e vita.
Rientrate, c’è stata una prima sorpresa: l’ascolto delle quattro canzoni che rappresentano il tema scelto per questo Progetto “La finestra di Babich”, tra cui dobbiamo sceglierne una che ci rappresenti, che ci accompagni, non solo per tutto il Progetto, ma anche in ricordo di ciò che prenderemo da questi giorni e da nuovo stato quiete che ci costruiremo.
Dopo pranzo Giovanna, la madre di questo Progetto, ci racconta un po’ la storia di come è nato il Progetto legato soprattutto a Graziella Babich. La bella novità è stata quella che molte altre donne hanno raccontato in base alla loro esperienza, al loro starci in altre precedenti convivenze.
Ricordando le dinamiche avvenute nella prima edizione del progetto, Giovanna si rivive il suo dolore legato ai momenti tristi vissuti in quei giorni: proprio per questo, il bel gesto di Annamaria di chiederle scusa per le sue parzialità, ha commosso tutte anche perché il viaggio di Giovanna non si è fermato, anzi si è andato di volta in volta arricchendo di nuovi elementi, di nuova teoria, di nuovi coordinatori che, prendendo in consegna la storia, hanno proceduto immergendosi e conducendoci.
Dopo abbiamo visto la locandina: ognuna di noi ha espresso cosa ci ispirasse, compreso il titolo del Progetto.
È stato bello vedere, osservare, contemplare la molteplicità di punti di vista che sono venuti fuori e come ognuna di noi ha preso coraggio proprio da quella locandina per continuare il proprio viaggio.
Dopo cena, la maggior parte di noi ha visto il film proposto da Giorgia, “Parliamo di Kevin”.
Lina e Rosy