Cascina Boscone “Alma Mater”, Monleale (AL), martedì 13 febbraio 2018. VI EDIZIONE DEL PROGETTO E.V.V.I.V.A.: secondo giorno.
Stamattina, dopo un risveglio musical-muscolare, abbiamo ascoltato lo stato quiete di alcuni di noi.
In particolare, Martino ha riportato un senso di fastidio provocato da una leggera dinamica in cucina di ieri sera con Isaia. Rielaborarla nel gruppo è servito ad entrambi ad avvicinarsi, a ipotizzare futuri incontri e tempo assieme ma soprattutto a comprendere in profondità quali sono stati i motivi alla base della dinamica. In questo è possibile che entrambi abbiano proiettato i rispettivi nodi padre-figlio che necessitano di essere sciolti. Le lacrime di Isaia e il loro abbraccio hanno sancito questo bel momento della giornata.
Michele ha invece riportato un senso di abbandono che si è vissuto nell’attesa che arrivassero tutti il primo giorno, mentre i conduttori andavano a fare un sopralluogo nel posto prescelto per il rito di domani. Chiaramente Michele è stato portato a riconoscere come questo sentimento e vissuto, come lui sa, siano legati agli abbandoni precoci che ha sperimentato nella “scoppia” dei suoi genitori.
Abbiamo poi introdotto i 4 personaggi che ci accompagneranno con la loro guida in questa convivenza. Questi personaggi storici, diversi ma “importanti” per i loro vissuti e significati, ci spingono a superare i 4 vizi capitali della specie uomo (logica degli opposti, virtualità, dipendenza, assenza di utero Psì), contrapposti alle quattro virtù (intero, globcezione, uguali nella diversità, utero Psì). Per ognuno dei personaggi abbiamo cantato canzoni a loro dedicate o che ci riportano ai loro messaggi principali (Me ne Frego, I care, Hasta Siempre Comandante e Se ci fosse un uomo), e ci siamo goduti la “rappresentazione” anche ironica che ne hanno fatto Antonio, Isaia, Gaetano ed Emanuele.
Il pranzo è stato curato e gustoso come al solito, unendo gli ottimi sughi pronti lasciati dall’amorevole Alsa Lombardia, ad un raffinato e gustoso pollo alla cacciatora aromatizzato con le erbe di Cascina Alma Mater preparato da Gaetano e dal nostro fidato e generoso casalingo-custode, il grande (in tutti i sensi) Edoardo.
Nel pomeriggio è finalmente arrivato il momento di giocare (in inglese recitare si dice infatti play… cioè giocare) al teatro con Francesco, l’amico di Gaetano arrivato ieri da Milano.
E’ stato un pomeriggio di piacevole e profonda leggerezza, dove sono state suonate molte note e usati tanti codici. Francesco ci ha accompagnato con sapienza ma anche condividendo con sincerità le sue ansie ed insicurezze al riguardo. Abbiamo fatto dei giochi comuni nei laboratori teatrali, utili a sentire il proprio corpo, la sua collocazione nello spazio, l’interazione ed il coordinamento con gli altri, la “sospensione” del codice simbolico con vari divertenti ed emozionanti giochi nei quali abbiamo bendato gli occhi. Esilarante e audace è stato quello in cui ciascuno di noi ha corso per oltre 10 metri ad occhi bendati facendosi accogliere/bloccare da fidati compagni che erano a fine pista.
Durante il bilancio finale sono emerse diverse pillole di teoria che ci hanno fatto vedere come i 4 personaggi erano presenti al laboratorio, visto che abbiamo fatto “me ne frego” rispetto alla vergogna di giocare come bambini, anche ballando trascinati da ogni parte del nostro corpo, da soli, in coppia ed in gruppo. Abbiamo praticato tanto “I care” affidandoci ad occhi chiusi, letteralmente, ai nostri compagni, anche abbandonandoci ad un cerchio di abbracci in maniera totale. Siamo stati rivoluzionari come Che Guevara, sia sovvertendo il nostro ordinario che integrando un esterno ed una tecnica in un progetto di convivenza intensiva. Infine, in piccolo, abbiamo creato un bell’utero… anche per Francesco.
In tanti abbiamo ringraziato ed abbracciato Francesco e le parole più usate sono state “sballo”, “divertimento”, “gioco”, “grazie”.
Anche alcuni che in questi giorni stanno scendendo e affidandosi più lentamente, come Luca R. e Daniele, si sono molto coinvolti e divertiti e sono emerse anche parti tagliate, come quella del gioco o la rabbia per un fratello cosiddetto psicotico, al quale si è riconoscenti per essersi immolato per tutta la famiglia ma che si vuole vedere in maniera diversa.
Celebrando questo piccolo esperimento di crossing-over riuscito e che speriamo di poter replicare con il Viteatro al Villaggio Quadrimensionale, abbiamo chiuso la giornata accogliendo chi ha fatto più difficoltà ad unirsi al laboratorio, accogliendo Nicola in un bel massaggio a tante mani.
Ora andiamo a cena che domani c’è il rito e vogliamo immergerci nell’acqua del cambiamento.
Lupi Teatranti