A vele spiegate, navighiamo in mare aperto sul gran veliero dell’Alsa Friuli Venezia Puglia!
Per alcuni membri dell’equipaggio PIRA-VELA, il viaggio per raggiungere il porto di Ronchis è iniziato venerdì mattina all’alba.
Al molo di Ronchis ci aspetta il fantastico veliero dell’ALSA Friuli Venezia Puglia, che ci accompagnerà in mare aperto verso una due giorni di NUOVA SPECIE.
Dalla Lombardia, passando per il Veneto, i primi coraggiosi argonauti prendono la rotta verso Ronchis, provincia di Udine. Ad accoglierli in terra Friulana ci sono altri componenti dell’equipaggio, che gentilmente aprono le loro case per ospitarli.
All’alba di sabato molti altri coraggiosi esploratori si apprestano ad aggiungersi alla spedizione, giungendo dal Veneto, dalla Lombardia, dal Piemonte e dall’Emilia Romagna.
Nella mattinata, i membri dell’equipaggio hanno modo di conoscersi meglio, di scambiare tra di loro visitando gli antenati meandri dell’affascinante terra Friulana.
Nel pomeriggio siamo tutti riuniti ed entusiasti di salpare, ognuno prende posto sul gran veliero dell’ALSA Friuli Venezia Puglia. È l’anemos di questa terra che ci spinge, gonfia le nostre vele, finalmente lasciamo il porto.
L’unità didattica LA PIRAMIDE DEL SARVAS è la nostra rosa dei venti, colei che traccerà la rotta di questo avventuroso viaggio di Nuova Specie. Le varie specificità si sentono libere di esprimersi, i limiti e le diversità dell’equipaggio diventano soglie e opportunità di scambio.
Diego S. e Giovanni C. si lasciano accompagnare nella conduzione di questo veliero, dalle variopinte specificità di ognuno.
La navigazione procede in un mare mosso dalle tante emozioni, ma con lo spirito leggero di un equipaggio che balla, canta e ride. Si respira aria frizzante, non ci sono né capitani né marinai, ma uguali nella diversità le nostre piramidi interiori iniziano a sentire di essere importanti, di valore, a spiegare le proprie vele. È un viaggio ascensionale, che parte da quello che ognuno di noi è, dal nostro Jahvè. Si attraversano i burrascosi rapporti forti e le ammalianti sirene, si intravedono gruppi su isole disperse in mezzo al mare.
Con i piedi per Terra, procediamo con un globale massimo di un punto di vista più vicino alle profondità delle nostre vite.
Siamo un equipaggio dinamico, che cresce insieme, l’antenato sole che ci sta accompagnando inizia a perdersi dentro la profondità di questo mare Friulano.
È giunto il momento di gettare l’ANCORA, da prua a poppa pietanze succulente provenienti dalle varie regioni deliziano i palati di tutti noi, in una cena sotto un cielo stellato, che ci accompagna ad una nottata di meritato riposo.
All’indomani il viaggio riprenderà.
La giornata successiva si apre con il dormire un’ora in meno, anziché un’ora in più… per fortuna anche Marinella si è svegliata e mi ha tenuto un po’ compagnia, facendo teoria su quello che è accaduto il giorno prima. È stato bello confrontarsi con lei su vari aspetti della giornata precedente, sento che il rapporto tra me e lei sta crescendo, ed anche quando abbiamo divergenze, riusciamo a mantenerci sufficientemente distinti.
Verso le sette e mezza si sono alzati tutti gli altri ed abbiamo fatto colazione assieme, anche con i bambini Riccardo e Alessandra che non sono abituati a vedere tanta gente per casa: la presenza di persone cresciute e vicine alla profondità li ha fatti sentire meglio e più vitali e così siamo andati tutti alla proloco di Ronchis che gentilmente ci dà ospitalità per i nostri incontri.
Ci siamo dati appuntamento alle nove per fare un bilancio di come era andata la giornata precedente.
Nonostante fosse domenica, c’era comunque tanta gente, eravamo più di venticinque persone.
Ci siamo sistemati in cerchio ed hanno condotto Rachele e Nadia; Emanuele è rimasto un po’ più ai margini occupandosi anche del proiettore, ma si è introdotto facendo teoria quando lo riteneva opportuno.
È stato bello vedere il positivo che ci è stato riconosciuto dai presenti, e quello che per primo noi stessi, io e Diego, ci siamo riconosciuti: la leggerezza e il gioco con cui abbiano fatto passare concetti profondi, vicini alle profondità delle persone… questa per me è una modalità più intera di essere vicino all’ontologico.
Venivo infatti da un periodo di qualche settimana in cui la svalutazione era forte, e con essa si sono fatti sentire anche i sintomi fisici che mi accompagnano quando non sono intero (ernia cervicale, gastrite)… ma già prima della due giorni, l’essere risalito e l’essermi ricontattato mi ha fatto stare meglio e quindi credo di aver dato il meglio di me durante l’unità didattica e questo è arrivato prima di tutto a me e Diego, e poi ai presenti.
Quasi tutti hanno riconosciuto che l’unità didattica li ha nutriti in profondità e se ne sono andati alleggeriti, e questa è una cosa bella. Anche io ho riconosciuto la stessa cosa e questo per me, che ancora mi svaluto, è un bel traguardo.
Rachele ha creato poi una bella armonia facendo teoria; si respira l’aria dell’intreccio, dello stormo e dei primordi fetogenetici. Si è sentito molto lo scambio. Mai in nessun momento mi sono sentito solo e in dovere di fare più solo che con gli altri.
Anche quelle persone che ancora sono un po’ critiche rispetto al progetto Nuova Specie hanno riconosciuto il positivo di quello che c’è stato ed hanno detto che i concetti sono passati, ma accanto a quelli soprattutto le emozioni.
Questa fase è servita per mettere in dinamica anche Antonietta e Diego, mamma e figlio, su alcuni aspetti legati al loro rapporto forte. Il gruppo ha fatto da sacerdote linfonauta a questa coppia madre-figlio in cui un po’ tutti ci siamo rivisti.
Anche Daniele, che la sera prima è stato molto coinvolto nell’unità didattica, si è sentito aiutato dal gruppo. Moreno, suo padre, e Deborah, sua sorella, hanno mostrato il dolore di avere un familiare a disagio. C’è stata anche la possibilità di indirizzare alcune persone alle prossime settimane intensive regionali.
Di questo abbiamo poi parlato nella seconda parte della mattinata insieme ai tre referenti del Nord ed Isaia, i quali hanno chiesto concretamente alle persone residenti in Friuli come ci vogliono stare e cosa possono/vogliono fare per la SIR in Friuli, anche se poi i dettagli saranno meglio discussi in un prossimo incontro con i referenti del dipartimento Nord.
Del Friuli erano presenti: Emanuele, Lucio, Marinella, Giovanni, Riccardo, Alessandra, Luciana ed Emilio. Nonostante appena cinque attivisti adulti, non ci scoraggiamo e andiamo avanti, certi che riceveremo un contributo dalle altre regioni del Nord (Veneto, Lombardia ed Emilia), ma soprattutto certi che l’In.Di.Co. ci darà una mano.
Sono contento che questa terra di confine, dalle origini contadine e con un ancora buon attaccamento ai valori della terra, abbia dato spazio e vitalità a un evento così bello da cui sono arrivate persone da tutto il Nord e dal Friuli stesso.
Arrivederci alla prossima due giorni in terra Nord!
Carmen, Diego, Giovanni