V EDIZIONE DEL PROGETTO E.V.V.I.V.A.: il “branco” esce allo scoperto e si racconta.
Domenica 15 ottobre 2017
Evviva il progetto E.V.V.I.V.A. è partito!
Domenica pomeriggio c’è stata l’accoglienza, ci aspettavano quattro baldi conduttori: Emanuele, Antonio, Cristiano, Isaia e Silvio supervisore.
Ci siamo presentati tutti, e ognuno ha detto cosa si aspetta dal progetto, cioè che parti vuole riprendersi e/o prendersi che non ha vissuto perché tagliate e quindi congelate, per lo più dai genitori, familiari e parenti.
Anche i ragazzi che per la prima volta partecipano hanno iniziato a contattarsi in profondità e a dire in cosa vogliono crescere e dove vogliono essere aiutati. C’è stato molto contatto corporeo perché molti ragazzi sono bloccati, fanno difficoltà, perché anche i genitori non hanno ricevuto carezze e quindi non le hanno date a loro.
Ci sono state molte dinamiche tra cui il ballo a ritmo di musica, ho cantato delle canzoni e sono stato valorizzato, cosa che i miei ancora non fanno.
Spero che in questo progetto io e il mio ci valorizziamo a vicenda e litighiamo il meno possibile.
Chi più, chi meno, tutti hanno comunicato e c’è stato un bel clima iniziale, che è la spinta giusta per cominciare bene e con spirito questa bellissima metastorica avventura, esperienza inedita di vita finora ancora vissuta da pochi dei ragazzi presenti.
Staremo a vedere come andrà, ma intanto andiamo piano e viviamo il presente, l’oggi… un giorno alla volta e… domani è un altro giorno, si vedrà e un altro post si scriverà!
Stay tuned with your own deeps.
Milo
Lunedì 16 ottobre 2017
Nella mattinata si è concluso l’ascolto dello Stato Quiete di tutti i componenti di questa avventura. Ognuno di noi, protetto dal calore del branco e del sacro fuoco che brucia nel camino della stanza, ha raccolto parti del proprio vissuto, cercando di immergersi per andare a vedere e poi comunicare cosa ci spingesse a intraprendere questo percorso, su che cosa volevamo concentrare le nostre energie e quali parti ci proponessimo di incrementare o abbandonare nel corso della settimana di convivenza.
Non è per nulla facile andare giù, nelle profondità del nostro essere, poiché la discesa spesso è ripida e tenebrosa. Ma è proprio qui che entra in gioco il branco, con la sua forza e il suo sostegno, accompagnando e illuminando con il suo fuoco ognuno dei suoi membri, anche nelle sue parti più buie e dolorose.
Nel pomeriggio, il branco ha potuto scoprire i 4 antenati che, con le loro specificità, li seguiranno nel percorso e aiuteranno a vedere quali stadi sono più sviluppati e su quali si può ancora incrementare per vivere completamente le nostre parti più vere.
Il “ME NE FREGO!” di Mussolini echeggia nella stanza, per trasmettere l’importanza di farsi sentire e autorizzarsi anche ad invadere, a prescindere da tutto.
Interviene Don Lorenzo Milani, con il suo “I care”, un caldo abbraccio raccoglie gli animi del branco, accolto da un personaggio che apparentemente sembra in contrapposizione con il precedente, ma che in realtà ne è una parte complementare.
È il momento della Revolución! Si presenta a noi il comandante Che Guevara, aprendoci la strada verso una nuova concezione di maschile, che integra la sua parte femminile nella propria funzione e sfocia così nella sua massima creatività e libertà di espressione.
Quarto ed ultimo, a raccogliere e concentrare le specificità parziali che avevamo visto finora, si svela Mariano Loiacono, portatore di una globalità dell’esistenza che indica la strada verso la nostra essenza più vera e profonda, che ci fa esprimere tutte le nostre parti, ma che fa parte di un tutto più grande.
Stefano
Martedì 17 ottobre 2017
La giornata di oggi è iniziata con colazione e incontro nel salone della Cathie’s House.
Dopo aver ascoltato gli interventi di coloro che hanno voluto raccontare la propria nottata, i coordinatori hanno proposto un rituale nel quale usare e giocare un po’ di più con il corpo suscitando reazioni diverse: dal divertimento ed entusiasmo alla vergogna e chiusura.
Dopo questa esperienza, siamo usciti in giardino dove i coordinatori hanno allestito un ring circolare nel quale a 2 a 2 ci siamo sfidati mettendo in gioco la nostra fisicità per buttare l’avversario fuori dal terreno di gioco. Dopo diversi scontri, ci siamo sfidati, divisi in 2 squadre, nella pratica del tiro alla fune e infine abbiamo concluso la mattinata all’aperto con una bella partita di rugby, dove nessuno si è risparmiato per cercare di raggiungere la meta avversaria.
Abbiamo poi pranzato e ci siamo riposati, esausti e fieri delle cicatrici rimediate sui campi di battaglia.
Durante il pomeriggio ci siamo rincontrati nel salone e ognuno di noi ha raccontato cosa si è vissuto durante la mattinata di prove fisiche. Dai racconti di ognuno è emerso come nel quotidiano della vita ordinaria sia difficile (se non a volte impossibile) ricreare dinamiche nelle quali sperimentarsi tra maschi con la propria fisicità. È stato bello vedere (anche dopo la teoria e gli specchi riconoscenti e disconoscenti fatta dai coordinatori) come nel gruppo (ormai diventato branco) vengano espresse diversi fasi dello sviluppo di un’armonia tra maschile e femminile.
Dopo un lungo pomeriggio di ascolto di tutti, terminato intorno alle 21.00, abbiamo mangiato tutti insieme la grigliata e le patate al forno preparate da Moise, con l’aiuto di Pasquale e Isaia e, a pancia piena, chi prima chi dopo, ci siamo avviati a letto per concludere questa bella e intensa giornata.
Valerio
Mercoledì 18 ottobre 2017
C’era una volta un padre dal color rosso magenta e sua moglie dalle mille sfumature di verde (il fuoco e madre natura).
Il fuoco desiderava avere dei figli maschi, ma l’esistenza fece in modo che la sua giovane sposa madre natura desse al mondo tre figlie femmine.
La prima era fresca e limpida: il suo nome era Acqua e amava scorrere su sua sorella più grande, la Terra. Quest’ultima era la più scura di tutte le sorelle e si innalzava solo al volere di sua sorella più piccola, Aria, in grado di soffiare più forte che mai, invisibile e intoccabile, dal carattere lunatico, tanto dolce quanto forte.
Questa nobile famiglia accolse, su un monte in provincia di Cagli, noi, il branco di Nuova Specie.
Dopo aver superato un lungo sentiero sterrato, a tratti ostile, eccoci qui tutti insieme – chi più acciaccato, chi meno – accolti da un panorama mozzafiato: un monte che circoscriveva il nostro spazio, innalzandosi in tutta la sua maestosità, chiudendo in maniera circolare il nostro spazio visivo e costringendo l’immensità del cielo ad uno scorcio.
Cinque sono i sacerdoti: Moise, Cristiano, Emanuele ed Isaia.
Moise inizia il suo rito di passaggio indossando un accappatoio del padre di quando era giovane: quel maschile che tanto l’ha ferito, adesso lo indossa il suo femminile, per affrontare le dinamiche di vita.
Ognuno di noi spoglia e veste il proprio Graal, il proprio essere, con l’aiuto dei sacerdoti che danzano tra le storie del branco, rivivendo le proprie e permettendo alle proprie parti bambine di confrontarsi con quelle degli altri, senza confonderle e confondersi.
L’altare di pietre e muschio è simbolo della semplicità delle dinamiche di vita di questi veri maschi. Numerosi guerrieri di vita affrontano le proprie ceneri per permettere a quest’ultime di diventare concime per querce forti e robuste.
Il primo passo per essere uomini e riconoscere di avere parti infantili.
Il rituale finisce con una danza tribale ed un meritato pranzo al sacco ed un glorioso rientro nella Cathie’s house.
Moise
Giovedì 19 ottobre 2017
Oggi è giornata di bilancio rispetto alle forti dinamiche vissute durante il Rito.
Occorre fare teoria, altrimenti ciò che viviamo resta soltanto un ricordo e non si tramuta in nuova conoscenza utile alla nostra crescita. Ieri abbiamo fatto Albero della Vita, oggi dunque facciamo Albero della Conoscenza: a questo proposito, i conduttori ci propongono un breve video sul recupero della barca di Silvi-one dalla grotta al Passetto.
La barca rappresenta le nostre specificità, che ieri abbiamo iniziato a “tirar fuori” e ogni spinta è un piccolo passo in avanti. Al riguardo, Isaia evidenzia come sia importante che il Gruppo di Lavoro sia coeso e in armonia altrimenti la “barca” fa molta difficoltà per arrivare alla spiaggia.
Ciascuno di noi comincia poi a raccontare la propria esperienza e, con l’aiuto dei Conduttori, ad intravedere che ci siamo portati a casa dalla giornata del Rito.
C’è chi è riuscito per la prima volta a tirar fuori la sua rabbia, ma questa da sola non basta per rompere i “lastroni” sotto cui abbiamo rinchiuso chi siamo veramente: per farlo occorre saper suonare un’armonia di varie note, soprattutto quelle Metastoriche.
Non ci sono né una tecnica né una ricetta scritta: per procedere occorre che il nostro Viaggio abbia un senso per noi stessi.
Ci sono parecchi padri di figli adulti in questo gruppo; ieri in molti, davanti al Fuoco Sacro, hanno sentito di non aver sviluppato un maschile armonico che consenta loro di essere autorevoli nei confronti dei loro Rapporti Forti: c’è chi si è lasciato invadere il territorio dal disagio del figlio, chi ancora fatica a riconoscere il dolore della sua parte bambino, chi non si è veramente distinto dalla famiglia di origine o dalle “Telecamere” precedenti.
Altri, che hanno avuto bisogno di provare dolore fisico come aiuto, sono stati oggi accompagnati a comprendere perché non riescono neppure ad urlare il proprio disagio, altri ancora sono stati fortemente colpiti da alcune potenti dinamiche avvenute e sostenute dai Conduttori davanti al Fuoco Sacro e si sono sentiti coinvolti fino alle lacrime.
C’è anche chi non si è sentito di fare una vera immersione perché sentiva che sarebbe stata solo simbolica, ed è stato rispettato dai Conduttori, che nell’occasione lo hanno accolto e accompagnato con il loro forte femminile di Nuova Specie.
Tutti comunque, anche chi apparentemente è stato meno attivo, hanno apprezzato, oltre al difficile lavoro svolto dai Conduttori ed alla loro capacità di fare “Spin”, suonando note differenti, la suggestione del luogo, vera cavità uterina di roccia, ed il percorso stesso – breve ma aspro e sassoso – compiuto per giungervi; e tutti ancora ci siamo sentiti “branco” che protegge i più deboli, ma anche spinge in modo implacabile a superare i nostri limiti per una vera crescita Fetogenetica.
Concludiamo questo post affumicato da Pasquale (che sta preparando il forno per stasera), sperando che risulti digeribile come lo sono state le sue pizze.
Paolo e Diego
Venerdì 20 ottobre 2017
Anche oggi il branco viene richiamato dai conduttori nel suo utero devoto per essere aiutato a transitare nei codici più profondi.
La giornata inizia con la richiesta da parte di Valerio, giovane lupacchiotto, di togliersi la barba che gli ha dato il senso di esserci, di affermazione e anche un mancato contatto diretto con la pelle.
Aiutati da un sottofondo musicale, il branco procede, a turno, a rasare Valerio.
Isaia invita Valerio, dopo che è stato rasato, a lavarsi in acqua fresca e a non avere paura delle proprie emozioni.
Il branco è stato di grande aiuto per il forte passaggio che ha fatto Valerio.
Cristiano introduce come si svolgerà l’odierna giornata, una giornata dedicata alle scialuppe: pertanto, i conduttori hanno individuato 3 embrioni e gli enzimi che creeranno un utero più stretto intorno a loro, dando un senso di attenzione verso l’altro.
La scialuppa è sacra, è come prendersi cura di un neonato.
Enrico viene invitato a leggere la pillola del giorno: “amore è preservare le cose dell’altro quando ho io delle cose forti, perché se no è un amore un po’ scontato, molto semplice” …I CARE…
I conduttori spiegano come organizzarsi per dar vita alla scialuppa, lasciando libertà di scelta sul posto e sulle modalità di intervento.
Vengono nominati gli embrioni nelle persone di Paolo, Ruggero e Milo, e i nomi delle persone che formeranno l’utero devoto più stretto intorno a loro.
Nel pomeriggio, al rientro delle 3 scialuppe, il branco si è incontrato per fare il punto della giornata trascorsa, dopo aver letto il post del giorno precedente.
Dopo aver ascoltato un brano musicale, che ha riscaldato il branco, i componenti della prima scialuppa, iniziando dall’embrione Paolo, vengono invitati a raccontare e a teorizzare quello che è successo.
Cosi avviene anche per i membri delle altre due scialuppe.
È emerso che è importante iniziare sempre dall’ascolto dello Stato Quiete, nello specifico dell’embrione, nel selezionare il bisogno e quindi passare alle altre note che possono essere la cucina, il gioco, per terminare con la nota della festa.
I partecipanti delle 3 scialuppe si sono sentiti gratificati per come si è volta la giornata, sia rispetto al luogo scelto, sia per le parti che hanno trasmesso e preso, per meglio indirizzare le proprie energie, consolidare la propria specificità, stare meglio con se stessi, nei rapporti forti e con gli altri.
Angelo e Giuseppe
Sabato 21 ottobre 2017 (bilancio/rito della settimana)
La giornata è cominciata con esercizi di riscaldamento e ballo.
Abbiamo poi letto e commentato il Pillolendario nella sala dove ci siamo riuniti tutta la settimana.
La fine di una esperienza forte come l’E.V.V.I.V.A. è anche l’inizio possibile di un viaggio verso le proprie profondità… e quindi un viaggio di avvicinamento a un sentire più profondo.
Moise ha poi letto il suo post della giornata di mercoledì, raccontando una favola sui quattro elementi dell’esistenza – aria, acqua, terra e fuoco – che hanno accolto il branco nella grotta che abbiamo vissuto come un utero a cielo aperto.
Siamo poi scesi nel prato che circonda la Katy’s house e abbiamo preparato il necessario per il bilancio di chiusura del progetto.
Sotto la guida saggia di Isaia, abbiamo sradicato un albero secco tirando tutti assieme con due corde, procurandoci così la legna necessaria per il fuoco.
I propositi davanti al fuoco danno la sacralità necessaria al rito, facendo in modo che si “avverino”.
Con il fuoco acceso e parlando dall’alto di un grosso bidone, ognuno ha fatto il proprio bilancio della settimana, dando voce al motivo per cui è venuto all’E.V.V.I.V.A., a come sia riuscito a osservare e mettere a fuoco un maschile più profondo e armonico.
Accompagnati dai conduttori, si è cercato di fare luce e tradurre i meccanismi che stanno dietro le difficoltà e i disagi che ognuno di noi vive.
Individuati i nodi e parti mancanti con il branco e con la visione adulta dei conduttori, sono emersi
suggerimenti, propositi e prospettive.
Per ciascuno si è individuato un percorso di crescita che aiuti a liberarci dalle soluzioni vecchie.
Tutti riconosciamo che da soli non ce la si può fare: il branco, la rete, i gruppi, le unità didattiche ci possono accompagnare a stare meglio.
Verso la fine della giornata, anche i quattro conduttori e il giovane Moise hanno fatto il loro bilancio ripercorrendo la strada che li ha portati qui.
Mauro e Battista