“Comunità Globale”: insieme, un passo alla volta…

Cari e care amichi e amiche della comunità globale,

È con piacere che vi annuncio che nei giorni 10, 11 e 12 ottobre c’è stato il primo incontro nazionale e internazionale e intergalattico della comunità globale😀

I padri e madri iniziatori di questo gruppo sono stati: Alberto Re, Gaetano Pascolla, io – Filippo Marroccoli, Gioele Tartaglia, Mattia Speranza, Mario Ciarmoli e via Skype Betta Fenu, Elisa Codato, Mauro Giussani e Elena Forestiero.

Diciamo che da tempo mi interrogavo (e ancora mi interrogo) sul senso di questo gruppo, se pur nei mesi precedenti abbiamo avuto modo di confrontarci, soprattutto con Alberto e Gaetano e attraverso i contributi dei vari partecipanti al gruppo (ne mancano ancora alcuni che vi presenteremo nei prossimi incontri 😏). 

E allora il senso, che alla fine è un po’ il fondo comune che ci può unire nel procedere, lo stiamo ancora costruendo in maniera incerta… e il procedere, dopo un po’ di nebbia, sta diventando un po’ più chiaro… in fondo la vita è anche così… vogliamo subito cose certe, ma le certezze si costruiscono a partire dall’incerto, se uno ci sa stare, sapendo osare cose proprie.

La tre giorni è stato un po’ questo, soprattutto per noi sei presenti sul campo a Troia.

Vi descrivo cosa abbiamo fatto nel concreto e nel teorico: 

Martedì 10 ci siamo ritrovati al Villaggio Quadrimensionale per la spollonatura degli ulivi, dato che come gruppo abbiamo avuto il  compito di organizzare la cura dell’oliveto, per cui di prima mattina, alle nove 😊, come bravi contadini moderni, ci siamo ritrovati tra gli ulivi, quest’anno molto carichi di olive, per togliere appunto i succhioni, ovvero rami che nascono dalla base del tronco e  succhiano linfa, nonché danno fastidio alla raccolta, dato che l’albero ha una sua forma che l’uomo ha dato e serve per facilitare la raccolta.

Tra chiacchiere e lento lavoro, accogliendo anche un piccolo sfogo di un ragazzo e una ragazza che stanno provando ad essere coppia, ovvero su come poi una coppia può stare in un gruppo e in una dinamica di cosiddetto “lavoro”, ci siamo diretti a casa, cogliendo anche uno spunto teorico per il pomeriggio di ascolto tra di noi.

Dopo un ottimo pranzo preparato da Mario e Gioele abbiamo accolto e dato spunti teorici alla “coppia” in questione, e poi abbiamo iniziato il nostro ascolto come gruppo “Comunità Globale”.

Alberto ha introdotto dicendo che in questo gruppo è buono starci partendo dai propri bisogni, e penso che così abbiamo provato a fare e sarà un po’ la linea guida del gruppo: tutti partiamo da fallimenti nelle nostre prime comunità, ovvero oggi la famiglia e la coppia, per cui poi abbiamo cercato, fuori di noi, famiglie che non abbiamo del tutto trovato, e dal bisogno di non fare più da soli. 

Gioele ha espresso il desiderio di portare il suo progetto “In.glob.art.” in questo gruppo e quindi nella comunità, nonché visitare altre comunità, tipo quella degli immigrati a Borgo Mezzanone oppure altre culture da cui prendere il buono che hanno espresso anche come comunità, cercando di capire a quale “spirito” comunitario vogliamo arrivare.

Gaetano è partito dalle sue paure e dalla sfiducia: di certo gli piacerebbe capire anche, ora che ha lasciato il lavoro del padre, come poter vivere e lavorare a partire da cose pratiche e buone da mettere in circolo, evidenziando l’importanza di stare in contatto e visitare altre comunità.

Mario ci racconta poi la sua lunga esperienza nel campo dell’agricoltura biologica, delle sue lotte contro le logiche “finanziarie”, il carcere, la ricerca della comunità in senso anche religioso, negli ashram o nelle comunità musulmane o cattoliche, e di questo suo senso di ricerca che ancora continua anche come agricoltore. Insomma un uomo con tanta esperienza che può arricchirci.

Anche io parto dal mio bisogno di non fare più le cose da solo nella mia vita e di voler essere visitato e inglobato anche come contadino, mettendo a disposizione dei pezzi di terra per poter sperimentare una gestione più condivisa del lavoro, della terra, non seguendo logiche di “guadagno” fine a sé, ma soprattutto per ritrovare uno spirito comunitario del lavoro, cosa che oggi è difficile dato che il faraone finanziario con la sua logica esclude una economia che parte appunto più dai doni che gli Antenati e la terra già ci fanno.

Concludiamo questo incontro tra i presenti con un fondo comune: la coppia “asfittica” come comunità, che è anche un po’ la base della “economia” basata sulla divisione dei ruoli e che oggi porta al disagio, ci costringe a cercare una forma di comunità in cui ognuno di noi può esprimere la propria circolinfa… che compito difficile ci aspetta, ma è quello che stiamo facendo!

La sera a casa di Mario e Adriana continuiamo il nostro incontro ascoltando gli altri componenti del gruppo, via Skype, con Mauro che esprime il fatto che anche lui da solo non ce la fa e cerca una prospettiva buona per lui. Anche Betta ci teneva ad esserci, anche se parte da una strada ancora incerta e che verificherà strada facendo. Elisa è stata un po’ attratta dagli aspetti “ambientali” legati a questo gruppo, dato che in molti teniamo a questo, ma oltre a questo c’è il fatto anche per lei di non voler fare più da sola… anche lei è attratta dal voler vivere di più in comunità. Elena infine parte dicendo che lei ha vissuto il periodo della contestazione e delle comuni, anche se alla fine anche lì si scambiava disagio piuttosto che strade per trovare l’agio, per cui anche lei si interroga su cosa vuole dire “comunità”.

Gioele e Alberto provano un po’ a supporre che il nostro compito all’interno dell’organismo deve essere quello di unire le varie parti, di facilitare la creazione delle comunità all’interno dell’organismo e di metterle in rete: potremmo dire che un piccolo compito nostro potrebbe essere quello di aiutare la fetogenesi tra i vari organi, certo un po’ come fanno altri organi, dando però una struttura adeguata (scheletro) e una membrana (pelle) e forse anche un cuore per far circolare la linfa.

Mo’ quante cose vogliamo essere, ma siamo in tanti a volerlo!!! Piano piano uscirà qualcosa di buono!!!

Finisce qui la prima lunga giornata, con una buona tisana che ci porta Adriana… e tutti a dormire…

Il giorno dopo, 11 ottobre, ci siamo prefissati il compito di ripulire l’oliveto dai rami spollonati e dalla immondizia presente e così. alla buonora, alle nove, ripartiamo da casa dei nonni verso il Villaggio, passando a prendere Mario…

Andiam, andiamm, andiamo a lavorar…

Strada facendo, da una discussione con Gioele in cui dico che secondo me una spiritualità che può unire le persone può essere quella della Terra, legata alla Terra, ai suoi doni, Gioele aggiunge che la musica è sempre stata legata al lavoro e ai cicli dell’uomo legati alla Terra e alle stagioni, per cui questo ci dà lo spunto per iniziare la giornata non lavorando, ma ascoltandoci al centro delle fondamenta della I.U.R.T.A.N.A. su questi temi e sul senso del ritmo, sul fatto che ognuno deve capire il suo ritmo, come stare nelle cose e come entrare in armonia con gli altri.

Insomma, accompagnati da Gioele, cerchiamo di sintonizzarci tra noi suonando i vari tamburi. altri spunti sul senso del lavoro e su quante note si possono inglobare nel cosiddetto “lavoro”.

Anche Marco e Serena si aggiungono poi alla pulizia dell’oliveto, più sereni rispetto al giorno prima ;-).

Terminiamo la mattinata in maniera ancora più bella: oltre alle lunghe pause a base di frutta, andiamo a visitare la masseria dove Mario tiene il suo “mosto” a lievitare, ovvero a trasformarsi in vino.

Qui, dopo aver un po’ assaggiato il suo mosto, ci coccoliamo e allettiamo i sensi con i bellissimi animali della masseria, ovvero cani, capre, cavalli e pecore… che bellezza!!!

Anche il pranzo, ottimo, a base di “cul rizz” portati e preparati da Gaetano, e poi di nuovo al Villaggio Quadrimensionale per il primo cineforum proposto da Alberto, su un film che piaceva ad entrambi e che segue un po’ la ricerca che vorremmo fare, “Il pianeta verde”, film che in maniera molto esagerata ed ironica mette in evidenza i limiti del mondo organizzato secondo l’economia finanziaria e la possibilità di intreccio con gli ideali di un mondo che guarda aspetti e codici più profondi, che vanno salvaguardati!

Ringraziamo chi è venuto a sostenerci in questo primo evento e finiamo la serata andando a mangiare un’ottima pizza alla pizzeria di Vincenzo!

Ultimo giorno, in realtà una mattinata, che ci tengo ad inserire, 12 ottobre, perché sono 10 anni dalla morte di mio nonno materno, Antonio, il nonno che mi ha un po’ fatto innamorare della campagna (e come non puoi), nel senso che grazie a lui ho vissuto un po’ i me.me. della cultura contadina che mi porto dentro, per cui seppur morto per incidente di lavoro, sul trattore, e seppur non voleva che facessi il contadino “perché si guadagna poco”, sento di ringraziarlo perché mi ha trasmesso questo mondo ed ha mantenuto le terre fino all’ultimo, pur a fatica, per cui oggi è grazie anche a lui che faccio questo bel lavoro più vicino agli Antenati!

E allora penso che è tutto, seppur i lavori son ancora in corso riguardo ai punti fondanti del gruppo “Comunità Globale”.

Penso che, tra le righe, un po’ si sta definendo: il prossimo incontro che si terrà qui da me, ad Altamura, credo che riusciremo meglio a definire un manifesto e delle linee guida da diffondere concretamente.

Aspettateci che prima o poi arriviamo pure noi a quello che già sappiamo di volere!!!

Con affetto, Filippo

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