UNA INNOVATIVA SPERIMENTAZIONE PER IL TRATTAMENTO DEL DISAGIO DIFFUSO: IL METODO ALLA SALUTE DIVENTA “TRANSUMANTE”

Dal mese di settembre, ha preso il via una interessante e innovativa sperimentazione nell’ambito del trattamento ordinario al disagio diffuso proposto dalla Fondazione Nuova Specie: il “Transu.mas.”, che coinvolge diversi territori e associazioni sparse in tutto il territorio nazionale.

Che cos’è il Transu.mas.? Non c’è miglior “saputo” di chi ha “patuto”… ecco a voi il racconto dei primi protagonisti di questa inedita sperimentazione.

“Ci ritroviamo al Cento di Medicina Sociale per fare il post riassuntivo della prima sperimentazione del progetto Transu.mas. Sono stati dieci giorni intensi, scanditi da tutte le note dell’Homelife. 

Le attività sono state diverse: laboratori, Gruppi alla Salute (GAS), gite fuori porta e attività sportive. 

Gli antenati ci hanno accompagnato per tutti i dieci giorni, con tanto sole, vento e poca afa, un ulteriore elemento che ci rimanda un positivo più globale.

L’11 settembre, giornata storica, arriviamo in Masseria alle ore 16.00 per partecipare al rito d’apertura e all’accoglienza del progetto Transu.mas. 

I coraggiosi embrioni che parteciperanno a questa prima sperimentazione sono Luigi, Marcello e Rosalba, accompagnati dai rispettivi Trans-women/men, Alberto, Melissa e Gabriella. 

Marco Masullo, in quanto antenato (anticamenteabile) del progetto, con la sua esperienza al Luicity, parteciperà come coordinatore. 

La New Entry dell’esperienza, all’inizio del suo percorso e per questo particolarmente coraggiosa, è l’operatrice Maria Agnese. 

L’accoglienza e il rito sono stati condotti da Marco, Amerigo, Graziana e Annarita: i due uomini intraprendenti hanno spiegato anche con elementi di teoria in cosa consisteva il progetto e come è stato strutturato; le due donne invece hanno condotto un bel rito, strutturato sui Me.Me. pugliesi e la Fides, incarnati dal pane di Foggia e dalla corda intrecciata. 

Ci siamo divisi il pane con le mani, scelto un pezzettino di cordicella da attaccare alla corda di partenza, perché non si parte mai dai zero ma sempre da tre (cordicelle). 

Dopo di che abbiamo celebrato i matrimoni tra embrioni e transumanzi (così ribattezzati da Marco): è stato molto toccante e profondo, soprattutto per quanto riguarda le promesse fatte reciprocamente. Il rito si conclude con la musica del gruppo Inglobart, ideato e portato avanti da Gioele già da diversi mesi.

Il primo giorno nel pomeriggio facciamo un GAS. Le dinamiche partono immediatamente grazie ai due embrioni Luigi e Marcello.

Si individua inizialmente aggressività e desiderio di contenimento; il contatto con il corpo è stato un filo conduttore in tutto il progetto: l’analogico, il territorio, l’angolo alfa sono stati parte integrante di tutte le dinamiche, sia nei singoli che nel gruppo.

Le resistenze da parte degli Embrioni sono tante nel primo approccio con l’analogico. Senza questo passaggio si hanno delle grandi resistenze ad arrivare al codice bio-organico, ma questo aspetto è valido per tutti quelli che hanno partecipato: Embrioni, Trans-women/men, persone ospitanti e chi ha organizzato le attività. 

Dato che nei momenti serali i vari partecipanti erano dislocati in diverse abitazioni, abbiamo sentito, in modo non razionale, il bisogno di creare relazione per arrivare ad un utero devoto. Gli scambi durante le giornate sono stati tanti e vari, contenimento, cesso, accoglienza, immersioni e tanto gioco per cambiare spesso dinamica. Questo ha comportato una fase di Caos, soprattutto nei primi giorni, ma dopo le dinamiche di contenimento abbiamo constatato che gli embrioni hanno poi riconosciuto un contesto a cui potersi affidare.

Nei primi giorni abbiamo preso le “misure” anche grazie ai vari laboratori: con l’Unità didattica abbiamo cercato di integrare dinamiche e razionale, con il calcetto ci siamo goduti il gioco di squadra e lo scaricarsi a livello fisico, il laboratorio di pasta fatta in casa ci ha fatto sentire partecipi come una famiglia, l’uscita con Pina Pitta e Marco Masullo ci ha fatto staccare un po’ dalla psicosi, il laboratorio artistico con Rita ci ha fatto riconoscere che ci possono essere due percorsi distinti che si rincontrano.

Prima di partire per la gita fuori porta, ci siamo coinvolti nel bilancio di Rosalba, il terzo embrione, che per lei ha avuto una valenza fondamentale: da quel momento c’è stato un cambio di dinamica per lei, ma anche grazie alla visita del territorio dell’associazione BAT (Andria, Alberobello, Monopoli, ecc.) abbiamo compiuto un giro di boa di tutto il gruppo. 

La nota della leggerezza e della festa, strutturata su tutto il week-end, ci ha fatto sentire accolti e ben accompagnati; gli spostamenti sono stati un po’ lunghi e stancanti, ma è un aspetto che ha caratterizzato tutto il progetto.

Lunedì, tornati nel territorio foggiano, abbiamo sperimentato il laboratorio per ri-contattare il corpo. Già provati dal positivo del week-end, il colpo di grazia è arrivato ancora una volta accogliendoci con il corpo reciprocamente. Infatti durante il GAS pomeridiano, noi del progetto eravamo accasciati sui materassini, ancora immersi nella dinamica mattutina, mentre l’esterno portava avanti l’attività.

Martedì invece c’è stato il grande evento: la gita alla foresta Umbra e a Vieste (passando per il Monte Sacro, se volete sapere di più contattate chi ha partecipato 😆). 

Per ricreare con i nuovi accompagnatori della giornata (Mariella, Rocchina, Silvana e Maria) un ambiente devoto, abbiamo toccato tanto l’ilarità e l’ironia, ridendo e scherzando. Far combaciare gli angoli alfa di tutti non è mai semplice, ma abbiamo tentato una buona sintesi, nonostante il gruppo del Transu.mas. si è ritrovato ad essere al servizio dell’esterno (quando invece dovrebbe essere il contrario, l’esterno al servizio del Transu.mas.): questo ha fatto comprendere che la poca comunicazione ha giocato un ruolo rilevante, bisogna essere chiari.

Concludiamo il giorno 20 con il bilancio, condotto da Francesca e Rosanna. 

In generale le conclusioni sono positive e si dà particolare rilevanza alle prospettive del progetto: Marco, Luigi, Marcello e Rosalba proseguiranno con la partecipazione al progetto Rainbow; per Agnese la prospettiva è quella di tornare a casa e riportare nella “storia” questa esperienza “metastorica”, raccontando ai familiari quali sono state le cose di sé che ha visto e da cui vuole ripartire per cambiarle; per gli altri componenti del gruppo, Gabriella, Alberto e Melissa, i tre transumanzi, le prospettive sono quelle di riposarsi e far scendere quello che si è raccolto in questa esperienza innovativa; per coloro che hanno ospitato, l’indicazione è quella di scrivere un bilancio al gruppo del coordinamento Transu.mas. 

Della serie: non molliamo mai, ancora…

Un ringraziamento particolare alle tre case ospitanti: Titta a Cerignola, Grazia a San Severo e a Giovanna a Foggia. Ringraziamo tanto anche chi ha contribuito all’organizzazione, l’Alsa Foggia, l’Alsa Cerignola, la fondazione Nuova Specie, l’Alsa BAT, il gruppo A.Mar.Vi., il gruppo organizzatore del Transu.mas. e Mariano, che è sempre il capostipite delle idee più avanguardistiche.

Un ultimo ringraziamento particolarmente accorato è per Marco, nostro capitano e coordinatore, anche se con la memoria storica ha ancora tempi metastorici 😀

Un saluto dal primo gruppo del Transu.mas.: Luigi, Marcello, Rosalba, Alberto, Melissa, Gabriella, Maria Agnese e Marco”.


*Il Transumas proseguirà nelle Marche, in Abruzzo e in Romagna.

Per saperne di più: www.nuovaspecie.com;

Pagina Facebook: Nuova Specie;

Per info: 320 1791 607


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