Davide, benvenuto al Peglio… che è meglio!
Siamo arrivati la sera prima di Ferragosto al Peglio, accolti nella piccola e confortevole casa di Victoria e Nicola, che da circa un mesetto è divenuta dimora anche di Davide. La nuova famiglia ci ha accolto con allegria e con desiderio di mostrarci la casa con le modifiche apportate con l’arrivo di Davide: qualche mobile nuovo, alcuni quadri…
I tre padroni di casa ci hanno mostrato questo accogliente “nido” fatto di porte dipinte, muri colorati e con mattoncini a vista, mobili su misura… insomma a me è piaciuta moltissimo!
C’erano già i posti letto preparati per accoglierci la notte perché il giorno dopo avremmo passato il “ferragosto” tutti insieme con Victoria, Davide, Nicola e con Graziana e Fabio, che saremo andati a prendere in stazione degli autobus a Urbino di lì a poco.
Questa casa si trova al centro di Peglio, un paesino sotto Urbino e sopra a Urbania: è situato un po’ in alto, tanto che dalle finestre di questa casa si vedono i monti intorno alle cime di questi luoghi: il monte Sasso e il monte Nerone. Per me è stato come sentirmi a casa, sia perché ho sentito il piacere di stare con la famiglia ontologica e sia perché i miei nonni materni sono di queste parti e da piccola venivo in vacanza d’estate!
La serata è passata tra le mura di Urbino con giocolieri, bancarelle, sfilate in maschera dell’Ottocento e fuochi d’artificio con i tre autoctoni che ci hanno fatto da ciceroni per questa bella città.
La mattina dopo ci siamo alzati con molta calma e abbiamo letto la frase del Pillolendario: “Chi sta facendo e assaporando un percorso di profondità sa che molte delle cose che sta conoscendo dal di dentro non possono apparire all’esterno. All’esterno appaiono solo cose superficiali, traguardi già da tempo superati nel percorso che si sta facendo. Ciò che si percepisce come presente oggi sono solo apparenze riferite a una tappa che da tempo si è dissoluta come le scie del mare” e ci siamo ascoltati, ognuno si è raccontato per i passaggi che sente di aver fatto in questi anni di percorso e come le relazioni che sta creando o sta riallaciando con la propria famiglia, sono proprio lo specchio di questi cambiamenti.
Poi abbiamo deciso di andare al fiume per risalirlo e poi? Il resto sarebbe stato una sorpresa per Davide! Un rito per accoglierlo ufficialmente al Peglio!
Il fiume era limpido e fresco, non era la prima volta che ci andavamo, ma questa volta Davide ci ha proposto di risalirlo… all’avventura dunque! Come dei bambini abbiamo cominciato a risalirlo: l’acqua era fredda, quasi freddissima ma dava un piacevole senso di freschezza sulla pelle; c’erano alcuni punti dove l’acqua era molto alta perciò abbiamo nuotato, in altri punti abbiamo camminato tra le acque basse e i sassi che affioravano dall’acqua, insomma un bel procedere lento ed incerto fino ad arrivare in un punto dove le due rive del fiume erano rocciose e molto alte e il fiume profondo, lì abbiamo quasi tutti fatto una prova di coraggio tuffandoci dalle alte rocce.
Tornati indietro, abbiamo pranzato molto tardi e all’improvviso a Moris è venuto un forte mal di pancia! Purtroppo la gita è dovuta finire proprio nel bel mezzo del primo pomeriggio, era presto! E ora che cosa avremmo potuto fare? A malincuore ce ne siamo andati e mesti mesti tornati alla casa del Peglio.
Mentre stavamo pensando a come continuare la giornata, visto che Moris si è sentito subito bene, suona la porta e… era Paola, la mamma di Davide, che con in mano una bottiglia gli chiede di accompagnarla in un angolo del paese perché deve dirgli una cosa importante.
Tutti noi li abbiamo seguiti in punta di piedi e da poco distanti perché non volevamo disturbare, ma eravamo curiosi; da lontano abbiamo visto che Paola, dopo avergli parlato, lo ha benedetto con l’acqua del mare che era dentro la bottiglia e, chiedendoci di accompagnarli in questa passeggiata, gli ha consegnato un bigliettino dove c’era un indovinello.
La faccia di Davide era a dir poco sorpresa, ha dovuto leggere più volte il biglietto per cominciare a capire… ecco la caccia al tesoro era cominciata.
Piano piano abbiamo accompagnato Davide a far visita ad alcuni personaggi che lo aspettavano in alcuni punti di questa piccola cittadina per dargli il benvenuto.
La prima è stata Valentina, che lo aspettava nel suo laboratorio del vetro: “l’università delle arti” con in dono una bussola, poi consegnatogli un altro indovinello abbiamo raggiunto Paride, che ci aspettava in una piazzetta del paese, che gli ha donato un bastone che aveva lavorato lui stesso per renderlo più bello e significativo.
Il gruppo diventava sempre più numeroso, abbiamo recuperato Rosy che, con il regalo del mattarello per stendere la pasta fatta in casa, gli ha consegnato un altro indizio. Poi, salendo verso la cima del Peglio, abbiamo incontrato Cristian con in dono un ramo di spighe, camminando camminando abbiamo incontrato Ombretta che gli ha regalato un attaccapanni con tre cuori, proprio come ora è composta la loro famiglia, e infine Victoria l’abbiamo trovata ad aspettarci davanti ad una porta situata all’entrata del prato su in cima al punto più alto del Peglio, dove da lì si vedeva tutto il panorama sottostante.
Victoria, con in mano una chiave e dell’acqua del fiume, ha benedetto Davide che è passato dal mare al fiume; ha poi bendato Davide e lo ha accompagnato da un gruppo di visitatori del Peglio venuti da diverse parti delle Marche e della Romagna, che hanno accolto Davide cantando, suonando e ballando per fargli festa.
Da lassù in cima al Peglio, dove il paesaggio è meglio, abbiamo aspettato il tramonto ascoltando Davide che si raccontava nella sua decisione di cambiare città, creare questa nuova famiglia, cercare un nuovo luogo di lavoro… insomma ci siamo immersi nella vita di questa famiglia che è una parte della famiglia ontologica del popolo di Nuova Specie… è stato bellissimo.
Infine, abbiamo continuato la festa un po’più giù, a Ca’ Marco a Urbania, a casa degli antenati di questa zona: Valentina, Cristian, Ester, Emma, Paride e Ombretta che ci hanno accolto con amore e un’abbondante cena nel silenzio di queste montagne marchigiane.
Eleonora