Domus Zamagni, Cesena (FC), venerdì 21 e sabato 22 luglio 2017. XI Edizione del Progetto “La Finestra di Babich”: accoglienza e primo giorno.
Giovanna, Marinella e Mila, le conduttrici, aprono la serata raccontandoci di loro e del gruppo del coordinamento: accogliendo il valore della meiosi, data dall’assenza di Barbara e Pina, condividono con noi il loro affidarsi all’inedito e alla fetogenesi, aprendo la conduzione delle giornate allo stormo delle finestrine.
Un’altra novità è che per la prima volta nella storia dei progetti, tra le 23 ‘finestrine’ era presente un uomo, Lucio, il papà di Grazia, che è intervenuto per accoglierci e per comunicarci il nuovo nome della sua Domus, che ospiterà sia la Finestra di Babich che il progetto estivo “F.E.N.I.C.E.”.
Grazia ha raccontato la storia della Domus Zamagni, dove è nata e cresciuta, e dove la sua famiglia accoglieva persone “disagiate”, per oltre vent’anni, fino alla sua adolescenza.
Dato che il 20 luglio Mariano è stato ospite qui alla Domus Zamagni, partendo dall’onomastico di Elia, figlio di Grazia e Dario, ha raccontato la storia di questo personaggio biblico.
Il profeta Elia è significativo perché ha riconosciuto i segni del viaggio verso il nuovo, accompagnando un passaggio importante della conversione del popolo ebraico dal politeismo al monoteismo.
A lui si rifà e si ispira l’Ordine Carmelitano, noto per l’impegno e la fede del compiere passi concreti nella quotidianità della storia. Da qui la proposta di chiamare questo luogo ‘Monte Carmelo Zamagni’, proposta che Lucio visibilmente emozionato ha accolto e comunicato a noi con piacere.
L’augurio vuole essere l’impegno, ispirandosi alla donna globale del terzo millennio, a lasciare la croce latina, vivere la croce laica e sviluppare il quadrato aureo.
E’ stato bello sancire l’inizio del progetto con l’abbraccio di Grazia e Lucio, che ha segnato il tema della XI edizione del progetto.
Ogni finestrina, poi, sul prato sotto un cielo verde di tigli ha condiviso le motivazioni a partecipare al progetto e ha ricevuto l’agenda colorata per raccogliere i pensieri e le immersioni di questi dieci giorni.
La serata è terminata con una cena prelibata e verdurosa, preparata con cura e servita da Dario, Mario e Luca piacevolmente accompagnati dai ragazzi Elia Samuele, Francesco, Daniele e Gioele.
La mattinata del secondo giorno si apre col pensiero musicale Hare Krishna proposto a distanza da Barbara, per passare poi ai pensieri “ossessivi” della giornata: il Pillolendario, il libretto dei Ricanti e il pensiero musicale.
Il Pillolendario viene letto da Maria Gabriella, che si sofferma sulla figura dell’accompagnatore: solo colui che sa ascoltare lo stato quiete altrui riesce a sostenere l’accompagnato ad affrontare la realtà, e attraverso gli strumenti acquisiti, ci permette di attraversare il negativo, guardando con fiducia il parabrezza.
Come Acquafresca ne ‘La Mela Gimagiona’, un buon accompagnatore dà un supporto iniziale, per poi riprendere il proprio viaggio.
Giuseppina interviene per far notare che dallo scambio pure l’accompagnatore acquisisce sapere e ricchezza dalla persona accompagnata. Grazia nota che nel nuovo passaggio che stiamo vivendo cambia pure la figura dell’accompagnatore embriogenetico: lo stormo, con la sua ricchezza molteplice, ci spinge alla fetogenesi, a lasciare i nostri legami storici e a scendere nell’ontologico per prepararci a fare il nostro beta-gamma specifico.
Le conduttrici poi ci accompagnano ad entrare nella storia del progetto ricordando prima di tutto il nome, dedicato all’antenata Graziella.
Poi, partendo dalle prime edizioni, raccogliamo insieme il Know how del percorso che ci ha portato all’undicesima tappa, sia attraverso i racconti delle persone presenti, che con foto e video.
Dopo il pranzo preparato dalle cenerentole, ci dedichiamo alla scoperta del territorio accompagnate da Paola e Lidia.
La prima tappa è la Biblioteca Malatestiana di Cesena, dove siamo state accompagnate tra le mura del 1400 da una guida maschile molto molto storica, per poi visitare il centro storico della città, la Rocca e concederci anche qualche leggerezza femminile di shopping.
Dopo una piadina insieme, ci siamo sedute nel parco della Villa di Cesena, armate di cassa e microfoni per ascoltare la bella favola di Raperonzolo narrata e commentata da Paola.
Il sapere profondo delle fiabe racchiude tanti meccanismi che insieme abbiamo raccolto e cercato di teorizzare, attirando l’attenzione anche di qualche passante che, incuriosito da questo gruppo di donne, ci ascoltava dalle panchine.
Stanche, torniamo al monte Carmelo Zamagni, dopo esserci godute questo pomeriggio dedicato all’analogico del territorio e alla leggerezza necessaria per entrare lentamente nei giorni che ci aspettano.
Finestrine Raperonzoline