Domus Zamagni, Cesena (FC), martedì 25 luglio 2017. XI Edizione del Progetto “La Finestra di Babich”: quarto giorno.
Anche oggi, di buon mattino, ci raggiunge Daniela per accompagnarci con le sue specifiche competenze a sentire il corpo, a ricontattare l’antenata aria attraverso il respiro e a rendere omaggio all’antenato sole che proprio oggi ha voluto giocare a nascondino regalandoci un gioco di nuvoloni e squarci d’azzurro.
Il primo pensiero ce lo regala A. con il suo ballo “ad occhi aperti” alla ricerca di una modalità nuova di esprimersi oltre il negativo della sua storia.
Come per i giorni precedenti, in aggiunta al gruppo del coordinamento, entrano in campo altre due co-conduttrici: Gabriella e Giulia.
È una giornata speciale perché anche tra le coordinatrici c’è una novità: Pina, che ci ha sorprese ieri arrivando da Foggia, riprende il suo viaggio anche in questa edizione.
La pillola di oggi ci invita a dare valore al negativo perché attraversandolo riceviamo la spinta per accogliere frutti sempre nuovi ed inediti. Anche quando si cade, se si riesce a rialzarsi per riprendere a camminare è bello poterlo fare con ciò che già siamo, con la saggezza maturata. Quando si cade, spesso ci sentiamo persi e sentiamo perse anche tutte le parti che già in noi sono cresciute. Nel rialzarsi non bisognerebbe perdere il senso di ciò che è stato il nostro procedere fino a lì. Rialzarsi o riprendersi una parte importante per la propria crescita è bello poterlo fare con la consapevolezza di una corrente ascensionale che, a partire da ciò che già siamo, ci fa rialzare-procedere verso la novità che ci attende.
Questa pillola, messaggio dell’In.Di.Co. nel giorno di Marte, ci ha accompagnate come un “fil rouge” a partire dal ricanto di Francesca sulla sacralità del corpo.
Della nostra storia, dei nostri tagli, delle nostre delusioni e dolori, il nostro corpo parla, a volte parla a gran voce cercando di farci capire quali passaggi ancora non riusciamo a fare.
Il nostro caro corpo parla ma noi il più delle volte non vogliamo ascoltare, o quando lo facciamo ci fermiamo a delegare il sintomo alla soluzione, invece Francesca ci ha fatto comprendere quanto è importante poter attraversare il negativo che ci presenta e trasformarlo affinché possa indicarci la strada per andare più in profondità.
È stato bello per noi poterla vedere farsi accogliere in quelle parti che in passato ha molto bistrattato e che oggi in pace può un po’ godersi.
Anche Marinella, riconosciuta da Giovanna, fa emergere il suo desiderio di lasciare parti vecchie efficienti e farsi accogliere in parti nuove che ancora non conosce bene a partire dal corpo.
Il resto della giornata l’abbiamo dedicato all’ascolto delle immersioni di alcune di noi.
Con l’aiuto di oggetti, lettere, foto che tutte abbiamo preparato e portato con noi sulla figura del padre, sono emersi i nodi che hanno ingabbiato la relazione con questo nostro antenato rapporto forte, ma soprattutto che ancora condizionano la relazione più profonda che è quella con noi stesse.
Non è facile riemergere da tanti vissuti forti in cui ognuna può riconoscersi, specchiarsi oppure allontanarsi, ma la potenza della teoria fa di questi miracoli.
La giornata si conclude facendo riflessioni che man mano prendono forma e chiarezza con la Home-Life. Gli elementi di teoria che sono emersi ci alleggeriscono e ci spingono a procedere.
Chissà cosa ci aspetta domani?
Giuseppina e Francesca