Domus Zamagni, Cesena (FC), lunedì 24 luglio 2017. XI Edizione del Progetto “La Finestra di Babich”: terzo giorno.
La giornata inizia con gli esercizi yoga condotti da Daniela.
Distese sul prato, circondate dagli alberi e con l’ascolto del canto degli uccelli, ci immergiamo in esercizi di respirazione e rilassamento che permettono al nostro corpo di risvegliarsi dolcemente e di prendere contatto con noi stesse.
Dopo una buona colazione, iniziamo a leggere il pensiero del Pillolendario, pillole di saggezza quotidiana del Dr. Mariano Loiacono.
La lettura accompagna subito un’immersione: “partendo dalla difficoltà di lasciare il simbolico-razionale per scendere nella mia profondità, sono ritornata con una dinamica metastorica al momento in cui ho creduto realmente di morire. Ho sentito fortemente di non voler rimanere più in quella tomba in cui sono rimasta per molti anni, senza nemmeno avere la possibilità di difendermi e ribellarmi perché troppo piccola e indifesa. Accompagnata dalle donne, con molta fatica, ho cercato con tutte le mie forze e tutta la mia voglia di vivere di uscire dalla tomba per stare nella vita con le parti più vere di me stessa. E’ stata la paura di morire che mi ha dato la spinta a scegliere di vivere. Attraverso un rito, con una foto scattata istantaneamente ed un altarino, ho lasciato la mia parte morta nella tomba. Ho cominciato ad esprimere i miei colori, attraverso l’espressione libera del movimento del mio corpo. Mi sono impegnata a ballare ogni giorno e l’ho fatto realmente come se nessuno mi guardasse, cercando anche di tenere gli occhi aperti.”
Il rito ha risvegliato parti di altre donne che sono riuscite ad esprimersi e ad aprirsi per iniziare a lasciare andare alcune zavorre. Un trio di angeli custodi per smettere di sentirsi sole, ma accompagnate nel viaggio anche in piccole cose quotidiane. Così, con nuove intrecci, abbiamo ascoltato una lettera ad un padre, suonando la nota del dolore insieme alla nota del divertimento: un misto di profondità e leggerezza, intensità ed ironia fino a riportare ad un nuovo equilibrio ruoli per anni visti come assoluti, quello del padre e della madre.
Abbiamo festeggiato con la chitarra ed un dolce bagno prima del pranzo.
Il pomeriggio riprende con il ricanto “Rallento il viaggio della Vita” e con un ballo che vuole esprimere il messaggio: “ti guardo negli occhi, guardami anche tu!”
Successivamente si torna al racconto dei padri: attingendo dalla cesta dei ricordi, alcune donne descrivono la loro storia in relazione al loro padre, partendo da foto, oggetti che parlano di innamoramento, delusione…
Questi padri sono stati l’espressione di Graal parziali, dettati da una cultura organica.
Sono stati in molti i padri bambini che non hanno visto i bisogni dei loro figli ma si sono sentiti loro al centro dell’attenzione: questo ha portato a vuoti, mancanze, delusioni rispetto alla figura paterna.
Attraverso il Progetto Nuova Specie stiamo cercando di trovare dentro di noi e tra di noi le parti che mancano per completare il Graal con l’espressione di tutti i codici.
E sorpresa!!! Arriva Pina! Ora siamo 23 come da giorni continuavamo a ripeterci!
Intanto i racconti continuano ed emerge quanto una persona possa diventare seria e responsabile solo per non deludere il proprio padre, anche a costo di mettere totalmente a tacere il proprio dolore e di subire torture senza tempo.
Dopo questa storia molto dura, che accomuna tante donne, viene fuori il tema del giudizio più pesante e condizionante: il nostro su noi stessi.
Provando a rimanere in questo dolore per attraversarlo e lasciare il nostro giudizio, anche attraverso le altre donne con le quali ci stiamo accompagnando, i loro consigli, le loro proposte, cerchiamo il percorso da fare per liberarci e godere di ogni momento dell’esistenza che sia buio o luminoso, nascente o morente, fatto di notti stellate e giorni pieni di ombre.
Avanti tutta donne in contatto!
Assunta e Giulia