Domus Zamagni, Cesena (FC), giovedì 27 luglio 2017. XI Edizione del Progetto “La Finestra di Babich”: sesto giorno.
Siamo a giovedì, ancora Daniela ci accompagna ad iniziare la giornata con esercizi di yoga e respirazione, ancora la lettura del Pillolendario e l’ascolto di una canzone sul tema del padre ci aiutano ad accogliere un nuovo giorno insieme e l’inedito che ne verrà.
Le conduttrici ci introducono al mito di Dafne tratto da “Le Metamorfosi” di Ovidio e letto per noi da Marialetizia che, prima di iniziare e per collegarsi al mito, ci propone l’ascolto della canzone “Favola” di Ramazzotti.
Mila, Giovanna e Pina ci offrono poi il loro commento in base al proprio vissuto.
Mila ci racconta di aver conosciuto questo mito nella precedente edizione del progetto La Finestra di Babich e che, dopo aver vissuto una esperienza di accompagnamento che l’ha portata a toccare il suo dolore profondo, riprendere la lettura di questo mito e commentarlo in un contesto familiare con persone per lei storiche, le ha permesso di rielaborare parti importanti della sua Vita e comprendere veramente cos’è il kairos dopo anni di percorso e di partecipazione ai progetti.
Questo le permetterà di avvicinarsi al dolore del figlio che oggi solo intravede perché ancora immersa nel proprio dolore dopo aver tolto una pietra forte alla sua storia.
Intrecciando il mito di Dafne con la propria storia, Mila riattraversa la sua infanzia, comprende come sia diventata una donna “cosmetica” fino all’armonia di codici che sta esprimendo in questo progetto e che le viene riconosciuta da tutte noi partecipanti con un piccolo rito.
Sulle note della canzone “Sei grande, grande, grande” di Mina le doniamo una corona di alloro per far nascere buoni frutti.
Giovanna vede in Dafne una fanciulla che viveva l’angolo alfa dei genitori e vede nella foresta la madre, e nel fiume il padre, ed individua in lei i limiti derivanti dall’aver vissuto solo questo aspetto senza provare neanche il desiderio di scoprire cosa ci fosse oltre la foresta.
Attraverso un parallelismo con ‘La Mela Gimagiona’, ci fa capire come invece quest’ultima, pur partendo dall’angolo alfa rappresentato dal padre Diomede, ad un certo punto si incuriosisce, tradisce l’angolo alfa paterno per vivere il suo percorso beta-gamma ed arrivare ad un proprio angolo alfa che sia l’espressione di tutti e quattro gli angoli.
Dafne, invece, chiede al padre di rimanere nella sua foresta e viene da lui trasformata in albero che non dà frutti, scegliendo di restare per sempre nell’angolo alfa.
Pina evidenzia come ognuna di noi, quando nasce, è una ninfa che come Dafne vive sulla riva del fiume del padre e della madre anche se, in realtà, c’è un simbolico dominante maschile: siamo sotto la legge del padre, un maschile che un po’ ti dà e un po’ ti toglie, e tutte noi stiamo facendo molta fatica a lasciare questo padre di cui siamo state molto innamorate. Dafne, infatti, diventa un albero bello e la metamorfosi avviene quando siamo nel bio-organico, ma mette una lapide su parti di sé e quando anche noi lo facciamo, non trasmettiamo parti vitali ai nostri figli.
Abbiamo pranzato e alle 16,30 abbiamo ripreso il nostro progetto leggendo il post del giorno precedente e il terzo pensiero, un ricanto letto da Assunta. Le conduttrici ci presentano la nuova co-conduttrice scelta per ampliare lo stormo, Rosanna, ed introducono una novità: le scialuppe di teoria.
Sei embrioni, tra le donne che nei giorni precedenti non hanno avuto la possibilità di immergersi o che le conduttrici hanno ritenuto fosse meglio che si esprimessero in un piccolo gruppo, saranno accompagnate da una conduttrice ed altre due donne a raccontare e rielaborare la figura paterna con l’aiuto delle griglie di teoria.
Dopo cena, iniziamo l’ascolto di tre gruppi ma… siamo molto stanche, continueremo domani!
Maria Agnese e Gabriella