Aula didattica globale “Gianna Stellabotte” (FG), martedì 27 giugno 2017. “LA COPPIA DEL TERZO MILLENNIO: DALLO SPECCHIETTO RETROVISORE AL PARABREZZA”, secondo giorno.
Il secondo giorno del corso/percorso sulla coppia inizia con la lettura del pensiero preso dal Pillolendario:
“Il diluvio in atto sono proprio le situazioni psicotiche, contemporaneamente espressione di parzialità e di vita, a loro volta generatrici di ulteriori parzialità di vita in una spirale vertiginosa”.
Mariano spiega l’origine dell’archetipo del diluvio universale raccontato nel Bereshit: Noè, avendo avuto una visione più globale, sebbene ridicolizzato e deriso dai contemporanei, ispirato da dio, escogita una soluzione per poter salvare tutte le specie viventi, così pensa di costruire un’arca.
Mariano utilizza l’archetipo del diluvio per spiegare come il disagio si stia sviluppando lentamente in tutti noi, iniziando con una leggera pioggerellina, diffondendosi in tutte le istituzioni, dilagando e ricoprendo le nostre terre. Proprio come il diluvio, il disagio diffuso non conosce distinzioni di genere, etnia, ma colpisce tutti e a tutti i livelli della Piramide, dal rapporto con noi stessi, attraversando i rapporti forti e con i gruppi, distruggendo anche il senso del nostro essere al mondo.
Il diluvio però non è inteso come una punizione per gli uomini ma come una conseguenza del fermarsi cronico nel viaggio della vita, come un negativo che obbliga al cambiamento di una situazione statica: Kronos come tempo che passa senza cambiare niente. Mariano, come Noè, già nel ’66 aveva intuito che il diluvio universale stava per ripresentarsi sotto forma di disagio globale e da qui nasce la sua ricerca per un progetto di teoria-prassi che contempli tutte le diversità in campo.
C’è un momento in cui è troppo tardi e vi è una moltitudine di gente che sta male ma si aspetta un miracolo. Tuttavia le soluzioni-arca non si inventano nell’emergenza ma si costruiscono giorno per giorno attraverso un percorso di crescita.
Per cui, l’Arca di Nuova Specie è una costruzione attiva in cui ognuno contribuisce con la propria specificità, mantiene un angolo alfa mobile ed un buon triangolo del cambiamento che porti alla ricerca di strade nuove.
Anche per la coppia, intesa come coppia con se stessi, genitore-figlio, marito-moglie, che è inclusa nell’esistenza, è necessario trovare il senso dello stare insieme nella vita, condividere un progetto comune.
Per cui, questa seconda giornata di corso prosegue con l’ascolto dello stato-quiete e delle motivazioni dei partecipanti.
Un fondo comune che si evidenzia nelle dinamiche di coppia è il meccanismo dell’“occhio per occhio, dente per dente” (dinamica perdente), ovvero riproporre nella coppia attuale i debiti riportati dalla famiglia d’origine che diventano zavorre per via del mutamento antropologico in atto.
Infatti, gli schemi che un tempo, nelle coppie che provengono dalla cultura contadina del villaggio-mondo, avevano e davano un senso alla vita, oggi non reggono più, sono abiti troppo stretti e non soddisfano più i bisogni profondi e reali di ognuno.
Una caratteristica nel villaggio-mondo all’interno delle famiglie era quella di non fare emergere il negativo (lavare i panni sporchi in casa), mentre il principio che dovrebbe guidare le coppie di oggi è quello della contraddizione, cioè farsi da specchio reciproco su meccanismi che si ripetono identici e che non fanno viaggiare gli individui e la coppia, un negativo espresso in modo costruttivo attraverso la teoria.
Da ogni racconto delle coppie ascoltate è emersa la necessità di lavorare principalmente nel piano del rapporto con se stessi, per sciogliere i P.U.K. generati nelle famiglie d’origine e per riconquistare un senso proprio dello stare nell’esistenza. Senza questo passaggio, si rischia di creare relazioni siametiche in cui l’altro rappresenta una stampella/soluzione ai propri bisogni karmici. Questo fa sì che l’altro diventi strumento per il soddisfacimento dei propri bisogni e non viene più riconosciuta la sua specificità, il suo valore. Le zone pellucide legate ai desideri infantili generano relazioni di coppia confuse e illusorie.
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