Aula didattica globale “Gianna Stellabotte” (FG), giovedì 29 giugno 2017. “LA COPPIA DEL TERZO MILLENNIO: DALLO SPECCHIETTO RETROVISORE AL PARABREZZA”, quarto giorno.

Grazie alla presenza di alcuni Paolo e Paola nel gruppo, abbiamo iniziato ricordando le origini della festa di San Pietro e Paolo, ovvero da dove deriva e come si festeggia.

Abbiamo ricordato le origini del martirio di San Pietro e Paolo, ma prevalentemente di San Paolo, perché la sua teologia ancora regge ed è posta a fondamento di tutto il cristianesimo.

Così Mariano ci ha ricordato l’etimologia della parola coppia, Cum Aptein, cioè colla che tiene insieme, facendo chiaramente riferimento ai diversi modi di essere coppia esistenti in relazione alle diverse tipologia di coppia.

Dopo questo pensiero mattutino siamo transitati nella poesia dell’esistenza dell’uomo.

Secondo Mariano, infatti, nella storia l’esistenza della coppia uomo/donna è una necessità embriogenetica, è un bisogno che nasce da una frantumazione, un voler riattaccare i cocci.

Se fossimo nell’In.Di.Co. non avremmo bisogno di essere coppia.

Tra i tanti pensieri antenati ricordati questa mattina, sono stati preziosi i pensieri di Heisenberg relativi al principio di indeterminazione. Come un bravo musicista, tra le diverse corde, abbiamo toccato le filosofie del buddismo e dell’induismo.

Dobbiamo vivere sentendoci esistenziali come spiriti  co-creatori e quindi avere un nuovo punto di vista sulla vita come viaggio, come un continuo cambiamento perché non c’è permanenza ma c’è immanenza e tutto cambia: Panta Rei, potremmo dire tutto scorre…

Mentre proviamo a scrivere il post, Dario propone ad Alessandro di raccontare la giornata attraverso una canzone rap…

Vi includiamo il testo, parte di questo post 😉

Amico stai troppo nel simbolico

Senti che ti dico

Un po’ più

Scava per arrivare all’ontologico

Perché anch’io sono stato nel catabolico

Ma dopo essere stato lì vai nell’anabolico

È un ciclo esistenziale ed è essenziale

Capire e apprezzare che siamo in una gravidanza universale

Ci vuole Fides

Bisogna affidarsi

Ma anche dalla sfides bisogno guardarsi

Come la mosca visionare 360 gradi

1000 ommatidi

Mariano spero che questa ti aggradi

Tutto scorre come energia

Il mio flow corre con questa poesia

Affronta il negativo, quando l’attraverserai tornerai nel positivo solo se tu lo vorrai

Occhio a non finire nel pozzo di Vermicino

Che sennò cadi come successe ad Alfredino

Siamo tutti qui per il disagio diffuso

Scrivo all’una meno un quarto sono stanco e confuso

Ovunque tu sia 

Preparati ad un salto  quantico

Mettilo in risalto…

Mariano presenta diversi strumenti per fare teoria, alternando con maestria unità didattiche nuove e collegandole con i laboratori di vita. Unire teoria e prassi attraverso la storia delle persone, ha permesso ai partecipanti di capire la profondità del sapere e di come si attivano le dinamiche di vita per fare salti.

Presenta il ciclo esistenziale metabolico, dove i concetti chiave sono il catabolismo, ovvero distruggere e l’anabolismo, cioè costruire, per spiegare come funzionano le relazioni partendo dai desideri come elementi propulsori del viaggio e delle relazioni. 

Se non ci autorizzano, stiamo nell’anello catabolico e prevale la distruzione. Bisogna costruire una Fides, o si finisce nel pozzo di Vermicino, come ci mostra un’altra unità didattica ideata da Amerigo che illustra le fasi del come si precipita nel pozzo fino alla Sfides che ci fa stare in fondo frantumati. 

Bisogna rappresentare una Fides con una rete che consente di vedere oltre come stormo. 

Si dà spazio ai giovani e Francesca presenta altra unità didattica da lei rielaborata, “dalla Pira trottola alla Pira vela”. 

Anche qui la creatività si intreccia con le storie di vita e con metafore in cui la vita sta in viaggio come la vela, che ci aiuta a metterci in movimento nel mare in cui possiamo sprofondare. 

Mariano ci mostra un video del suo percorso nel Metodo Alla Salute: è commovente vedere quanta discendenza, intrecci ha creato con la sua Fides e il suo credere in se stesso e in questo sogno oggi diventato uno stormo fetogenetico. 

Fare per sé per la propria crescita diventa una grande opportunità per fare anche per altri.

Raccontare la sua storia di svalutazione ci va intravedere quanto la crisi esistenziale sia spesso benedetta e diventi un’opportunità per sentirsi in un viaggio globale in cui si liberano energie sottili. 

Bisogna interrogarsi su quali strategie costruire per fare rete, una rete che funziona come stormo che vede con globcettori più sensibili al cambiamento in atto e che, nel disagio diffuso, ognuno può sperimentare nella propria esistenza la possibilità di un salto quantico oltre paure. 

Quale migliore investimento allora se non quello di nutrire la Fides che la Rete siamo noi, che come le mosche possiamo sviluppare una vista più ampia, attenta ai veri bisogni e prospettive di crescita della Vita? 

Lucia, Betta, Alessandro, Amelia

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