Aula didattica globale “Gianna Stellabotte” (FG), mercoledì 28 giugno 2017. “LA COPPIA DEL TERZO MILLENNIO: DALLO SPECCHIETTO RETROVISORE AL PARABREZZA”, terzo giorno.
Il terzo giorno di corso inizia con la pillola di teoria tratta dal Pillolendario, attraverso la quale Mariano ci illustra come la conoscenza si può trasmettere non solo attraverso il linguaggio accademico, che nutre sterilmente il codice simbolico, ma molto meglio attraverso modalità che sappiano parlare ai codici più profondi.
Attraverso la Teofondità riconosciamo e possiamo trasmettere i meccanismi della vita che sono semplici e universali.
L’umanità da sempre ha avuto l’esigenza di rappresentarsi la vita stessa attraverso varie modalità, ad esempio la musica e la fotografia legati al codice analogico, la pittura e scultura a quello bio-organico, la danza è la rappresentazione universale per collegarsi all’ontologico.
Il simbolico ontologico storicamente è quello mistico contemplativo degli asceti, tipico delle culture orientali, i quali si ritiravano dalla storia per sperimentare un livello più profondo di conoscenza del senso della vita. Mariano considera parziale questo tipo di esperienza, in quanto ognuno può collegarsi alla profondità e riportandola nella storia.
La coppia è inclusa nel viaggio e nel senso dell’esistenza come espressione della frantumazione di un intero.
Coppia etimologicamente deriva da cum aptein: attaccare, incollare insieme. La coppia non è solo uomo-donna in senso comune, è un positivo al negativo che riguarda tutto ciò che è in relazione. Nell’ottica di crescita il negativo è il motore che innesca un movimento, il voler vedere solo il positivo è sinonimo di staticità. Questo concetto è ben rappresentato dalle due statue che Mariano ci presenta: la coppia siametica e la coppia danzate che convivono nel procedere.
La griglia del corso prevede momenti di teoria e laboratorio e Mariano ci guida in questa armoniosa alternanza.
Per comprendere il punto di vista globale sulla coppia è indispensabile conoscere la sua “poesia sull’esistenza” che contrariamente a quella ebraico cristiana, che vede l’esistenza come frutto di un peccato originale e quindi una punizione da parte di Dio, è una visione al positivo.
L’esistenza è parte della gravidanza dell’In.Di.Co., all’ultimo mese della embriogenesi, di cui il laboratorio terreste è un organo che si prepara a mettersi in relazione con altri organi.
Il disagio diffuso è la manifestazione che la conoscenza che si ha della vita è superata ed è la spinta a ricercare nuove “poesie” che si interroghino sul senso più profondo dell’esistenza.
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