Ciclo di incontri “Fra donne per le donne”.
In questo periodo della mia vita, come donna in cammino, dalla mia isola-ta Sicilia sono sbarcata nello stivale e, da buona viandante, sto andando un po’ in giro in diverse regioni d’Italia lasciando che l’albero della vita si intrecci con l’albero della conoscenza. Sto facendo diverse esperienze grazie alla famiglia ontologica che da diverse parti mi accoglie in modo devoto.
Dal 9 giugno sto facendo tappa in Ancona, ospite di Teresa e Luciano nella loro campagna a Gallignano.
Il senso di ospitalità di questi miei due fratelli ontologici è andato oltre ogni limite… hanno organizzato per me uno spettacolo naturale: il canto degli uccellini e l’aria che sa di fieno al mattino, un panorama mozzafiato a mezzogiorno e la sera finanche un tappeto di lucciole tutto intorno.
E’ il posto giusto al momento giusto.
Dopo tanto peregrinare, dopo il tanto lavoro degli ultimi tre mesi, finalmente una pausa, tanto silenzio per lasciare sedimentare pensieri, emozioni, stati d’animo.
Naturalmente non sono mancati gli impegni culturali all’interno del Progetto “Nuova Specie” in questa regione da sempre in movimento.
Oltre a partecipare alla due giorni anconetana, che si è conclusa con l’emozionante spettacolo di Michela Garbati “Il viaggio dell’Eroe”, non potevo mancare all’incontro che Marinella ha tenuto a Senigallia nel pomeriggio del 12 giugno.
Effettivamente si trattava del quarto appuntamento di un ciclo di incontri, ideati da Marinella e Patrizia, dal titolo “Fra donne per le donne”.
Marinella introduce il pomeriggio riprendendo la motivazione che ha spinto lei e Patrizia a realizzare questo ciclo di incontri indirizzato a sole donne.
Il gruppo nasce da un filone del Progetto Nuova Specie, “La Finestra di Babich”.
Per una serie di motivi, si è pensato che le donne hanno bisogno di un loro spazio per parlare delle loro cose, ma si è partiti anche dalla considerazione che spesso le donne fanno fatica a relazionarsi con altre donne, si fidano poco di coloro che appartengono al loro stesso sesso. La realizzazione di questi incontri tra donne può, quindi, costituire un aiuto per capire quali sono i meccanismi che ci impone la nostra cultura distinguendo, riducendo tutto a categorizzazioni, schematizzando le differenze. Oltretutto, da ciò che possiamo notare guardandoci un po’ in giro, il ridurre tutto all’interno di questi schemi, non fa stare bene nessuno, rende difficile sia agli uomini, che alle donne vivere appieno la propria vita.
Pertanto, l’obiettivo che si intende raggiungere con questi incontri è quello di mettere in moto una ricerca tra donne: ci si ripropone di trovare una strada, anche per dare valore al nostro essere donna all’interno di un sistema ancora troppo al maschile.
E’ questo un sistema funzionale, in cui tutto è organizzato e richiede all’essere umano di essere più che veloce e sempre pronto a scattare, un sistema all’interno del quale la donna è costretta a snaturarsi, un sistema che va contro il nostro modo di essere fisico. Infatti, il nostro stesso organismo ci richiede ritmi diversi, più lenti soprattutto in alcuni periodi del nostro ciclo vitale, come ad esempio il periodo della gravidanza o durante lo stesso ciclo mestruale, in cui non siamo più come il sistema ci vuole.
In realtà noi donne, rispetto a tutto ciò, abbiamo anche la nostra parte di responsabilità: ci siamo messe al servizio di questo sistema per una serie di ragioni culturali, veniamo da una storia che ci ha viste prima annullate, poi protagoniste.
Si tratta di storie che spesso non vengono raccontate, e anche se dette, non vengono prese in considerazione, soprattutto nella cultura contadina, dove le donne portano avanti la famiglia, pensando alla casa, alla terra, ma senza riconoscimento alcuno.
Marinella spiega al gruppo che con Patrizia ha scelto di condurre questi incontri in un modo particolare, attraverso la lettura e il commento della favola “La mela Gimagiona e il senso del viaggio continuo”.
Come tante altre favole, anche questa contiene degli archetipi, dei modelli di vita. La favola è una metafora della vita reale ed è un espediente per riportare le partecipanti a raccontarsi all’interno del gruppo, un luogo protetto e accogliente.
A cosa possono servire questi incontri?
Di certo non si vuole cambiare il mondo, però, attraverso il confronto con altre donne, è già tanto riuscire a cambiare il proprio punto di vista. Capire delle cose in più per noi potrebbe essere importante per cambiare piccoli pezzetti della nostra vita.
Il cambiamento è una cosa importante, perché la vita è cambiamento, e la favola della mela Gimagiona spiega bene i passaggi. Questa favola, in modo semplice, permette a chi la legge di visualizzare il senso del viaggio.
Il gruppo di donne che ha partecipato all’incontro era vario e molteplice: da una bimba di tre anni, Emma, passando per Giuliana di 17 anni, fino ad arrivare a Rosi di appena 72 anni, donne che con la propria specificità sono uniche nella loro diversità. Anche questo dà un senso a questi appuntamenti: vedere le cose da diversi punti di vista, è questo che crea movimento. All’interno del gruppo sono intervenute persone che per la prima volta partecipavano ad un’esperienza simile, così come anche donne già in cammino da tempo, ma, cosa più importante, donne che venivano ad attingere e che, allo stesso tempo, hanno portato anche un loro contributo.
Il valore aggiunto di questo appuntamento è stato dato dalla location, originale nel suo genere. Patrizia ha, infatti, messo a disposizione la sua “parruccheria” con tanto… Amoa!
L’utilizzo di un luogo di lavoro, peraltro rivolto ad una clientela tutta al femminile, a mio avviso, è un modo nuovo e originale di aprirsi al territorio sotto una diversa e molteplice veste: sociale, culturale e lavorativa.
Come ha fatto notare Valentina di Urbania, è risultato un modo innovativo di utilizzare lo stesso ambiente, di giorno in un modo, di sera in un altro, come già da tempo avviene nei centri delle grandi città. Ci siamo insomma ritrovate in un luogo in cui le donne si recano in genere per curarsi del loro aspetto estetico, ma che, per l’occasione, è stato destinato alla cura di se stessi.
Dall’aspetto esteriore a quello interiore, ha aggiunto Teresa.
E dopo esserci nutrite dell’intreccio di relazioni che si sono create all’interno del gruppo, la serata si è conclusa con un apericena preparato con cura da Teresa, Marinella, Rosi e con il contributo anche della sottoscritta.
Per me questa esperienza è stata un’ulteriore opportunità che il Progetto Nuova Specie mi ha offerto, e pensavo come questo tipo di appuntamenti possa costituire un continuum per coloro che come me si sono sperimentate in progetti forti come “La Finestra di Babich”.
Penso sia un modo utile per proseguire il proprio percorso anche nell’ordinario.
Oggi, 14 giugno, ritorno a casa grata a tutti voi per la calorosa accoglienza che mi avete riservato durante la permanenza nella vostra terra.
Grazie Ancona! Grazie Associazione Alla Salute Marche!
Buona vita a tutte e… SURSUM CORDA.
Cetti, donna sicula in viaggio