“Guarda negli occhi i tuoi mostri e mostrati a loro per ciò che sei”.

I giorni scorrono e non lo so come mi sento. 

Passo da un anello all’altro velocemente, tanto che mi manca il respiro, come se la rincorsa fosse perenne e faticosa.

Ho avuto paura a fermarmi perché sento tanta confusione e se mi fermassi risalirebbe tutto.

Ma il mostro, se lo mostri, è un po’ meno mostruoso…

E allora oggi mi son fermata.

Salgono le lacrime, sale il respiro corto che da sempre mi accompagna nei momenti di passaggio, quando il vecchio non vuole andarsene e il nuovo spinge per emergere.

Una lotta dentro… questo sento…

Chi vince? Stamattina ci pensavo… Vince chi molla, mi son detta.

Ma che devo mollare? Da dove inizio? 

Sono tante ancora le robe da mollare, da lasciar andare… le zavorre… oggi le immagino come pietre, tante pietre che mi cadono giù dal corpo, un corpo stanco, un corpo magro, un corpo che ancora non mi appartiene e al quale ancora non appartengo.

Piano piano, piccola, non ti giudicare. 

Sei bella, tanto, e sei coraggiosa. 

Sei una guerriera e una fatina, non respingere le parti fatina che ti rendono fragile, non prediligere le parti guerriera rabbiosa.

Accoglile ed accogliti.

Sei forte e fragile.

Sei pietra e acqua.

Sei aria e fuoco.

Sei scintilla dell’In.Di.Co. che ti ama e che ami.

Accogli le lacrime che ti bagnano il viso e la rabbia per la delusione di una famiglia che ancora non ti vede, non ti sente. 

Accogli la delusione per un fratello che ancora non ti vuole mollare. Mollalo tu! Lascia che resti il legame ontologico. Lascia che sia un uomo che, come te, vive nodi, tagli, parzialità, onnipotenza.

Accogli la tua e la sua specificità come esseri distinti.

Accogli i tuoi limiti e fanne un punto da cui partire per perdere altra pelle che non è tua, che ti hanno messo addosso e che adesso non serve più, perché il calore per te sei tu.

Lascia andare la luce artificiale che ti acceca e non ti riflette. 

Brilla con e per te. 

Sei una stella bella e luminosa. Sei una stella di vetro e ti puoi rompere, ma non avere paura delle crepe, accoglile e procedi così come sei.

Accogli l’amore di quest’uomo che ti sta vicino. Accogli il suo farti da specchio su ciò che eri e non sei più, su ciò che adesso sei e che trasmetti, su ciò che puoi scambiare con la sua specificità.

Non avere paura dell’amore. Non avere paura della delusione. Non avere paura delle sirene.

Guarda negli occhi i tuoi mostri e mostrati a loro per ciò che sei.

La tua luce ti farà vedere anche le tue ombre, usale per ripararti quando sarai accecata, usale per riposare in un luogo fresco quando sarà troppo caldo per resistere, usale per guardati meglio, per vedere la bellezza che sei.

Piccola, 

Non dimenticare da dove vieni, non dimenticare dove sei adesso, non dimenticare le ali che pian piano si forgiano, non dimenticare che puoi e sai volare.

Sei una stella e senza il buio non ti puoi vedere.

Accoglilo quel buio e non avere paura, perché è una parte dell’universo, assieme alla tua mamma luna, alla tua mamma terra, alla tua mamma aria, alla tua mamma acqua, al tuo papà vento, al tuo papà sole, al tuo papà cielo.

Non sei sola anche quando sei sola.

Mantieni il tuo impegno a rimanere, a non scappare, a non cercare fuori di te.

Hai e sei tutto ciò che ti serve.

Il resto è un’aggiunta.

Lascia andare il giudizio, trasformalo in amore per la tua merda, per le tue schifezze, per i limiti che ancora hai, per le paure che ancora senti.

Impegnati ad amarti ogni giorno, anche quando non ti piaci.

Impegnati a chiudere gli occhi senza paura.

Impegnati ad accogliere la compagnia della tua solitudine.

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