Pedaso (FM), 7 aprile 2016. VII^ EDIZIONE DEL PROGETTO “LA FINESTRA DI BABICH”. Settimo giorno.

FONDAZIONE NUOVA SPECIE ONLUS   

Registro Persone giuridiche n. 429

 Prefettura di Foggia

 

“From Tomb to Womb”

È il settimo giorno di questa inedita esperienza che, 

momento per momento, 

ci fa scoprire sensazioni ed emozioni nascoste nelle nostre profondità.

La giornata inizia con alcuni pensieri, ringraziamenti e abbracci; una poesia scritta da Giada sulla crisi esistenziale, che è simile a quella adolescenziale; un pensiero per Giulia, in cui viene esortata a vivere come solo lei sa fare, e a prendere quello che le serve, a superare gli ostacoli, per poter tornare ogni volta con una zavorra in meno… 

 

Ascoltiamo lo stato quiete, ed emerge che ci sono molti test da carico… non è facile uscire dalla tomba, si lotta contro le parti che ci vogliono tenere dentro, ma ognuna di noi ha una farfalla nascosta che vuole iniziare a volare

Dopo questa fase, ascoltiamo la canzone “Hoy” che ci dona ritmo e leggerezza.
 

Con il pensiero di Beatrice “i racconti sono fatti per addormentare i bambini e svegliare gli adulti”, Giovanna riprende la teoria sul film “Maleficent”, applicandolo al Graal P.U.T. (Potenziale Uno-Trino).
 

Il film contiene alcuni archetipi, cioè miti sull’inizio della vita, verità antiche sempre attuali. 

Noi proveniamo dalla metastoria, cioè da uno stato in cui avevamo tutti i codici.

Alla nascita siamo stati immessi nella storia, che rispetto alla metastoria è parziale: il senso del nostro percorso nella storia è quello di ritornare al globale da cui proveniamo

Nel film, i due mondi – la Brughiera e il Castello, che corrispondono alla metastoria e alla storia, vengono divisi: nella rottura c’è una colla che si chiama amore, che vuol riportare quel parziale all’intero, a quella fusionalità perduta.

  

Così come nel film, succede che noi nasciamo nel Graal P.U.F. (Potenziale Uno-Trino Fondamentale) – e veniamo catapultati nella storia, che ci fa star male perché è parziale.
 

Il P.U.F. è ciò che ci caratterizza come individui, è quella scintilla divina, inserita nell’In.Di.Co. (Infinito Dinamico Complesso) che non è definito, ma è un intreccio sempre in movimento.
Noi siamo una scintilla dell’In.Di.Co. perciò siamo portatori di quell’ infinito: nella scintilla c’è tutto il nostro potenziale, il divino, e veniamo immessi nella storia perché siamo portati al cambiamento.
 

Dalla staticità e dalle certezze abbiamo bisogno di muoverci senza mai piantare le tende… nel pieno delle cose belle viene la notte.
 

Confrontandoci con le nostre parzialità, che si cercano per formare l’intero, diventiamo creatori in movimento.
Tutti noi non abbiamo potuto esprimere la scintilla iniziale, perciò arriviamo nel
P.U.K. (Potenziale Uno-Trino Kundalinizzato) dove essa si spegne, si ferma e non vive.

C’è l’attorcigliamento e noi siamo anestetizzati, e ciò crea dolore perché ci allontaniamo dalla vita. 

Quel parziale, incarnato dai nostri genitori, ci ha tagliato le ali: non esprimendo la nostra specificità, viviamo la rabbia e il nostro mondo si oscura.
 

Nel P.U.K. attorcigliato si sviluppa un forte maschile psicotico che annienta il femminile: spesso la rabbia si esprime in modo molto sottile, attraverso un maschile parziale che non crea, ma distrugge.
 

Quando siamo attorcigliati, viviamo la morte dentro: non riusciamo a trasmettere la nostra scintilla ai nostri figli e non riusciamo perciò nemmeno a vederli nel loro dolore… solo quando scendiamo in profondità, andiamo nel P.U.S. e ci svegliamo.
 

A questo punto è necessario tagliare, lasciare andare, trovare la propria bambina e camminare da sole. 

Facendo questo passaggio, cominciamo a volerci bene, a vederci, a scoprire i nostri desideri più nascosti. 
 

Quando apriamo la ferita, il P.U.S. fuoriesce, il dolore va via e arriviamo a scoprire desideri a cui nemmeno pensavamo! Per uscire dalla tomba e vedere le proprie parti creative, è necessario fare conoscenza, riprendendosi le proprie ali, la propria specificità.
 

Si arriva così nel P.U.M. (Potenziale Uno-Trino Metastorico) con un potenziale uno-trino diverso da quello di prima, si arriva all’esplosione della vita che comprende sia il positivo che il negativo, necessario per cambiare rotta e andare avanti: con il positivo e il negativo insieme, si creano dei cicli che danno il senso della vita.
 

Applicando la teoria al Graal Delle Profondità, noi veniamo immessi nella storia in un momento in cui a uomo e donna vengono attribuite funzioni diverse: è il momento della fase embriogenetica, quando ogni organo si sviluppa per sé.
Alla donna viene affidato il potere domestico-trasmissivo corrispondente al codice bio-organico e ontologico; all’ uomo viene affidato il potere corrispondente al codice simbolico e analogico, ma entrambi sono parziali, perciò destinati a crollare.
 

Quando inizia la fase fetogenetica, salta l’equilibrio esistente ed entrambi devono lavorare per trovare un nuovo equilibrio.
 

Nella fase fetogenetica modifichiamo il simbolico per arrivare ad una fase nuova, senza attribuire colpe a nessuno: si arriva ad un simbolico ascendente che proviene dalle profondità, arricchito dalla metastoria.
Il senso del percorso è quello di trovare una strada, farla vedere agli altri, facendo così discendenza.
 

Con l’illuminazione della teoria di Giovanna, Pina e Marinella, chiudiamo la prima parte della giornata con la canzone “Sei bella cosi come sei“.
 

Il pomeriggio riprende in leggerezza con le note delle canzoniL’elefante e la farfalla” e “Hoy“, due delle colonne sonore del nostro progetto.
 

Poi Francesca ed Adriana interpretano la fiaba “Vassilissa”, che serve per far svegliare, non per addormentare, attraverso il suo riportarci a vissuti nostri legati alla figura della nostra parte bambina.

Ci affidiamo alle conduttrici e ci rechiamo in giardino dove, con un rito, seppelliamo tutte le nostre parti morte per lasciarle per sempre nella tomba

Con il fuoco del camino acceso, facciamo una meditazione condotta da Giulia per ricontattare la nostra bambina interiore.
 

In conclusione, Giovanna e Mila ci consegnano una bambola che rappresenta la nostra bambina interiore da accudire e non lasciare mai andar via.



                                                Swami e Assunta

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