Pedaso (FM), martedì 29 settembre 2015. VI° PROGETTO “La Finestra di Babich”. Quinto giorno.
Registro Persone giuridiche n. 429
Prefettura di Foggia
Prefettura di Foggia
VI° PROGETTO
“LA FINESTRA DI BABICH.
DALLA MISERIA ALLA GRANDEZZA:
LA TENEREZZA DELLE TENEBRE”.
“LA FINESTRA DI BABICH.
DALLA MISERIA ALLA GRANDEZZA:
LA TENEREZZA DELLE TENEBRE”.
QUINTO GIORNO.
Nuova giornata, nuovi scenari, nuove noi e prende avvio con le comunicazioni di uno Stato quiete in movimento che non necessita di un movimento ulteriore esterno.
Attraverso il Graal P. U. T. Giovanna ci aiuta nella lettura della Vita e dei suoi meccanismi, intessendo la teoria anche di racconti appartenenti alla sua storia.
La nostra vita ha inizio attraverso un Intero che per mantenersi tale ha bisogno di conservare la triplicità dell’Uno-trino. Il Piede fermo o Padre, quella parte di noi che ci radica nella storia attraverso una identità ma al tempo stesso ci può impedire di procedere quando non siamo disposti a perdere parti di questa identità che potrebbero far vuoto per accoglierne di nuove. Il Piede alzato o Figlio, quella parte di noi che accoglie l’inedito e la scommessa del procedere, che si spinge oltre e che è portatore di novità. Il Movimento o Spirito, quella parte di noi capace di mettere in relazione gli opposti, di miscelare vecchio e nuovo creando sempre nuove identità.
Primo livello, P. U. F. – Potenziale Uno-trino Fondamentale, che alla nascita ci rappresenta nel nostro Intero specifico e inedito. Essendo una espressione dell’infinito incarnata nella storia il divino lo abbiamo dentro, è il nostro fondamento. E l’esperienza dell’Utero è quella che più ci fa esistere in questa dimensione intera e più ce la trasmette. La nascita ci catapulta nella storia con i suoi limiti e le sue parzialità. E’ qui che la nostra terra vergine subisce le colonizzazioni da parte di un esterno che spesso risulta essere disconoscente o inaccogliente per tagli che a sua volta ha subito in precedenza. Molto presto il P. U. F. si riduce fino a rimanere una traccia quasi sconosciuta di noi a noi stessi.
Secondo livello, P. U. K. – Potenziale Uno Trino Kundalinizzato (Karmico-Attorcigliato). Il potenziale che non si è espresso come avrebbe potuto e voluto, si è chiuso attorcigliandosi su se stesso dovendo esistere non per manifestarsi come inedito specifico e nuovo ma come soluzione a servizio di un esterno con il quale per crescere abbiamo necessità e desiderio di entrare in relazione. Come nel Mito della Caverna di Platone finiamo per scambiare le ombre per la realtà fidandoci di quello che ci fanno credere e vedere privandoci della possibilità e responsabilità di sperimentarci nella nostra capacità di percepire, sentire e “andare al di là delle ombre”.
Terzo livello, P. U. S. – Potenziale Uno-trino Svegliato. Ciò che porta al risveglio è il dolore, la sofferenza che ci permette, attraverso la crisi, di passare dalla caverna allo spazio aperto, dalla Miseria alla Grandezza, dalla menomazione alla liberazione. Le fasi che permettono tutto ciò sono descritte dall’Unità di Crisi: distinzione, separazione e decisione sono le tre fasi iniziali che ci permettono di fare vuoto e perdere le parti della nostra identità psicotica, quelle che si ripetono karmicamente senza farci procedere in qualcosa di nuovo. Solo lì possiamo scegliere a partire da noi anche sbagliando ma offrendoci la possibilità di risolvere, ovvero sciogliere gli attorcigliamenti potendoli attraversare e interrompere il Karma. Se faccio con onestà questi passaggi vinco, non sarò più una lampadina artificiale che di-pende ma diventerò una stella che brilla di luce propria e mi riapproprierò di quello che solo io sono.
Quarto livello, P. U. M. – Potenziale Uno-trino Metastorico. Ora posso essere nella storia con la mia unicità e entrare a far parte di quell’universo dove sono una scintilla ma anche spirito creatore manifestando sempre di più l’Infinito Dinamico Complesso (In.Di.Co.) come espressione più autentica dell’esistenza.
Nel pomeriggio ci aspettano i compiti a casa, applicare il Graal P. U. T. alle nostre storie come una opportunità per rileggerle, individuare una direzione e trasformare ciò che non ci permette di viverci il vuoto come spazio possibile di intreccio per nuove creazioni.
Concludiamo… e andiamo a gridare insieme alla Luna.
Graziana,
Silvia,
Mila e
Milena