FONDAZIONE NUOVA SPECIE ONLUS
Registro Persone giuridiche n. 429
Prefettura di Foggia
VI° PROGETTO
“LA FINESTRA DI BABICH.
DALLA MISERIA ALLA GRANDEZZA:
LA TENEREZZA DELLE TENEBRE”.
QUARTO GIORNO.
La musica di Amelie a seguire il carillon introducono l’ascolto dello stato quiete d’inizio giornata.
Il primo che inizia è il più solidale e allora Paola fa la sua comunicazione dicendoci di sentirsi meglio rispetto al malessere che la pervade quando rallenta i ritmi del suo quotidiano.
L’inattività di Donatella le fa emergere un disagio che la porta a chiedere di mettere un brano di “Pizzica” dopo l’ascolto del carillon, questo mettendo in risalto la difficoltà di stare nel contesto uterino che fino a quel momento non eravamo state in grado di creare.
Spesso mettiamo il movimento come barriera/distanza tra noi e l’esterno e noi e le nostre emozioni; la pioggia di stamattina bloccandoci nella possibilità di uscire, ha innescato un’altra situazione povera, spostando il movimento dall’analogico -corporeo al simbolico.
Siamo arrivate qua “sporcate” di obbligo/dovere; spesso una soluzione per confermarci all’esterno, che ovatta al punto tale che anche in una convivenza intensiva, è da ostacolo nel predisporci alla relazione con le altre, nel gruppo, a partire dalle nostre emozioni.
Silvia, avendo fortemente subito questa menomazione nella famiglia d’origine, svelando il suo vissuto emotivo nel gruppo, induce una forte dilatazione che crea delle immersioni a catena.
Risuonano i vissuti tra le varie storie facendo emergere come il non svelarsi nelle emozioni e il decidere arbitrariamente di vietarsi l’amore siano meccanismi di protezione per la paura di soffrire. Ora l’utero è più raccolto e può accogliere la parte “anticamente abile“ di Milena.

Un taglio fisico l’ha spinta a trovare specchi riconoscenti nel simbolico attraverso lo studio, per proteggere un analogico ferito.
Sceglie di svelarci questo taglio fisico spinta dal bisogno di potersi sentire intera, decidendo di non nascondersi più con mille strategie che oggi riesce a sentire non servirle più per proseguire il suo viaggio.
Ciò che oggi insieme riusciamo a benedire ci può permettere di ricongiungerci con le nostre parti tagliate e a riprendere la navigazione in mare aperto… e questo significa per ognuna di noi di dover attraversare anche le nostre tempeste.
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Maschere e Sangue -Michela Garbati. |
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In seguito ad un forte negativo, spinte dal senso di colpa, ci siamo attivate un’intera vita a coprire quello che per noi è stato un taglio limitante, sentendocene responsabili pur non essendolo.
Ora è tempo di consolarci per le cose che non siamo riuscite a perdonarci, per non continuare ad ingannarci.
Nel pomeriggio è stato importante riprendere con la teoria il vissuto delle dinamiche avvenute la mattina.
Utilizzando come griglie di lettura due quadri di Michela Garbati, “Maschera e sangue” e “La croce laica” abbiamo potuto dare forma al passaggio, possibile per ognuna di noi, dalla miseria delle menomazioni alla grandezza delle emozioni, che sono le sole che dal confine del nostro calice amaro ci consegnano alla soglia di un noi inedito, che esprime la grandezza metastorica di una gravidanza universale e molteplice.
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La croce laica -Michela Garbati. |
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Eccovi il racconto di cosa può produrre un utero devoto anche in una giornata uggiosa.
Milena, Silvia, Graziana
e
Mila