PEDASO (FM), giovedì 24 e venerdì 25 settembre 2015.VI° PROGETTO “LA FINESTRA DI BABICH”.ACCOGLIENZA E PRIMO GIORNO.

FONDAZIONE NUOVA SPECIE ONLUS
Registro Persone giuridiche n. 429
Prefettura di Foggia

VI° PROGETTO
“LA FINESTRA DI BABICH.

 DALLA MISERIA ALLA GRANDEZZA: 
LA TENEREZZA DELLE TENEBRE”.
 
PROGETTO DI CONVIVENZA

                   

AL FEMMINILE.

Pomeriggio d’accoglienza nella villa di Donatella a Pedaso che ospita la VI edizione del Progetto “La finestra di Babich” dal titolo “Dalla miseria alla grandezza: la tenerezza delle tenebre”.
La giornata uggiosa ci ha accompagnato, come elemento antenato metastorico, ad entrare ed a prendere parte a questo utero devoto, pronto ad accoglierci; permettendoci di transitare nelle nostre resistenze che ci limitano anche in un semplice stare. 
Nell’attesa delle ultime arrivate, si ascoltano alcuni pensieri che ci predispongono all’ascolto dello stato quiete di ognuna di noi, rivelandoci in parte anche nel motivo che ci ha spinto a partecipare e quali le parti di solitudine che vorremmo riuscire ad attraversare. 

Silvia ha voluto augurare un buon inizio a tutte presentando dei doni da condividere: una scatola di tisana e l’icona della natività regalatale da Barbara precedentemente durante l’esordio del progetto H.O.M.E. (Home Open Metastorici Eventi) svoltosi a casa sua durante il primo weekend di agosto. Questa icona raffigura una Madonna con in braccio un neonato, illuminato dal raggio di una stella che, anche in questo contesto devoto, vuole sostenere la rivelazione di parti autentiche di ognuna di noi.
 L’espressione immediata della difficoltà di Patrizia nell’offrirsi la possibilità di stare in un tempo da poter dedicare a se stessa, pone le basi di un ascolto più attento e profondo della miseria dalla quale proveniamo e dalla quale facciamo fatica ancora ad emanciparci, progredendo ognuna verso la propria grandezza. 
La serata ci ha visto condividere un lauto pasto per poi dedicarci alla visione di un film dal titolo “Il destino nel nome”.
La mattina seguente la proposta che viene fatta al gruppo come primo ingrediente è quella di collegarci alle nostre parti anticamente abili; a tale proposito Donatella si offre in veste di “sciamano” di accompagnarci a ricontattare alcune nostre parti, attraverso gli antenati della natura, invitandoci ad una passeggiata.  

Raggiungiamo così la pineta, dove lo scorcio che si offre al nostro sguardo è di una bellezza unica e infinita. 
Il mare si stende davanti a noi in una cornice dipinta dal verde degli alberi e della siepe; dei disegni morbidi sospesi nel cielo che le nuvole cariche di pioggia definiscono mettono in risalto la linea dell’orizzonte, che a poco a poco si è definita sempre di più…

La solidarietà di Giovanna ha permesso a Patrizia l’espressione del dolore di bambina sprofondata nella miseria, nel sentirsi abbandonata e quasi privata di un’identità, che trova rifugio e accoglienza nel buio rievocando la tenerezza in un accovacciamento fetale. 
Questa dinamica ha ricontattato in altre donne presenti un antico dolore che fatica ad aprirsi ad una diversa e nuova espressione che trovandoci insieme, ci ha spinto ad abbozzare una forma accompagnando Patrizia alla possibilità di raggiungere una grandezza, iniziando ad aprire gli occhi all’immagine che avevamo davanti disegnata dagli antenati della natura che apparentemente sembra immutabile. 
La dinamica si è conclusa con un nuovo nome a Patrizia: “Gabrizia” che mette insieme la morte e la vita, come motore rigenerativo per qualsiasi fase di cambiamento. 
Nel pomeriggio le tre coordinatrici Giovanna Barbara e Marinella ci hanno presentato il progetto partendo con il raccontarci la storia di Graziella Babich dal quale il progetto stesso prende il nome e che sottolinea la fragilità vista come miseria e non come la potenza di una grandezza che esprime la specificità dell’”Io sono“.
Mila, tra emozioni e parole dosate come giusti ingredienti per ognuna di noi, ci ha donato i quaderni per appuntare le riflessioni, emozioni e stati d’animo di questi giorni. 
La giornata si conclude con la presentazione della canzone che ci accompagnerà in questo progetto dal titolo “Senza paura” di Ornella Vanoni in cui le tenebre vengono cantate come opportunità di adesione all’esistenza attingendo alla dimensione metastorica attraversando il buio, i silenzi, l’amore e la morte.
Silvia,
 Antonietta e Patrizia.

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