Aula didattica globale “Gianna Stellabotte” (FG), venerdì 28 agosto 2015. II^ SETTIMANA INTENSIVA INTERNAZIONALE.TERZO GIORNO.

FONDAZIONE NUOVA SPECIE ONLUS
Registro Persone giuridiche n. 429 
Prefettura di Foggia

III^ GIORNATA 
DELLA II^ SETTIMANA INTENSIVA INTERNAZIONALE.
Siamo al terzo giorno della Settimana Intensiva Internazionale e la sala “Gianna Stellabotte”, svuotata dalle sedie, è pronta per il rito.
Ci accolgono gli abbracci dei conduttori che ci accompagnano a disporci in cerchio.




Grazia ci  introduce al senso di questo rito, cominciando dal significato della parola: 

RI= scorrere, per fare sì che le nostre parti bloccate riprendano a fluire. 

Ci spiega il logo disegnato da Valentina: le due Americhe come un uomo e una donna che danzano tenendosi per mano.

Michela chiede ad ognuno di noi di scegliersi un nome che ci colleghi ai nostri antenati: Viaggiatore Spaziale, Energia Solare, Accattone, Delfino Curioso, Filo d’Erba, Toro Seduto, Occhio del Ciclone, Ruscello, Itao, Stella d’ Argento, Arcobaleno Grigio, Mamma Senza Coraggio… 

La voce dolce e coinvolgente della conduttrice ci invita ad alzarci, a chiudere gli occhi  e ad ascoltare il nostro respiro, tenendo una mano sopra la pancia e l’altra sul petto. 
Il battito del cuore che scandisce il ritmo della vita diventa il nostro punto di riferimento fin a quando non viene coperto dalla musica che inizia a far danzare il nostro corpo.  





Il ritmo sempre più sostenuto dei tamburi ci aiuta a passare dal codice analogico del corpo al codice biorganicodelle emozioni che escono in danze selvagge o dolci e che vengono accolte con la lettura alla vita al Grande Spirito Waka Tanka; preghiera intensa che ci fa scivolare immediatamente alla fase delle immersioni

Dopo una dinamica che mette in mostra il meccanismo con cui una figlia si lascia incatenare dalla madre e permette di essere espropriata dalla propria vita…ci viene proposto un cesto pieno di oggetti tra i più disparati (un orsacchiotto, un paio di slip, un cellulare, una bottiglia di vino…).
Questa rappresentazione favorisce le immersioni di chi comincia a mostrare la propria solitudine, il dolore per l’abbandono del padre o per la non accoglienza del partner. 

Un piccolo passo oggi per contattare i nodi antichi che desideriamo  sciogliere. 

 
Nel pomeriggio si ricomincia alleggerendoci con diversi pensieri musicali.
Giada e Marco invitano a comunicare le emozioni, sia positive che negative, vissute nel mattino durante il rito.


 
Grazia prosegue con la presentazione del Progetto “Nuova Specie”, illustrando anche le disparate modalità di contribuire  alla realizzazione  della struttura – Masseria la stalla del Pro.Nu.S. –  che sta nascendo, grazie alla partecipazione di tanti.

Arriva poi il momento atteso dell’Unità didattica 

Il Graal PUT”  presentato da Giovanna Velluto e Titta Loporchio.

 
IL GRAAL PUT (Potenziale Uno-Trino) viene descritto come una scala con quattro gradini importanti che caratterizzano la nostra vita.

 
Il primo gradino è il PUF (Potenziale Uno-trino Fondamentale) e rappresenta il nostro ingresso nella storia: la nascita. 
Noi siamo una scintilla della vita, che è in.di.co. (infinita, dinamica, complessa) e ciascuno di noi è una specificità ed è dotato di un potenziale unico che avremmo potuto o potremmo esprimere…se intorno a noi avessimo avuto anche presenze (genitori, insegnanti, figure di riferimento adulte…) che ci avessero fatto  e ci facessero da “specchio riconoscente“.

Troppo spesso, nella storia di tanti, è accaduto il contrario, ovvero che le figure adulte che ci avrebbero dovuto accompagnare in una crescita sana e unica, poichè atta a sviluppare il nostro potenziale unico e specifico, sono state proprio quelle che hanno bloccato il nostro potenziale.
Giovanna ci racconta della sua storia, attraversa la sua storia…



Salendo nel Graal, troviamo il PUK (Potenziale Uno-trino Kundalinizzato).

Quel nostro potenziale non espresso provoca un taglio dolorosissimo alla nostra vita, ai nostri codici profondi  e per non sentire questo dolore, ci attorcigliamo in noi stessi come anestetizzati (kundalinizzato= attorcigliato).

Viviamo  con così tante parti nostre “addormentate” che la nostra vita non parte più da noi e dai nostri bisogni, ma in funzione di un esterno.
 
Il mito della caverna di Platone ci descrive chiaramente come la vita piuttosto che essere vissuta realmente è ridotta solo ad una serie di rappresentazioni che ci illudono di vivere.

Possiamo rimanere in questa fase anche tutta la vita, fino a quando un evento particolare non incrina questo stato (es. incidente, trauma, malattia, morte o separazione….).



Proseguendo verso l’alto, incontriamo il PUS (Potenziale Uno-trino Svegliato).

In questa fase molto dolorosa dobbiamo liberarci dalle nostre parti anestetizzate, addolorate, tagliate.

E’ come se gridassimo, portando finalmente alla luce, la verità, quello che è rimasto celato e nascosto per anni dentro di noi… un risveglio che riattraversa…quindi vero, vissuto; non solo immaginato o rappresentato.


L’Unità di Crisi ci rende molto chiaro il percorso da seguire per arrivare a brillare di luce propria come una stella… fino ad arrivare all’ultimo gradino del Graal, cioè  al PUM (Potenziale Uno-trino Metastorico). Qui possiamo esprimere quello che solo noi siamo in profondità, esprimendo la gioia di esistere.



Queste fasi possono essere attraversate se intorno a noi c’è un utero devoto che ha amore per LA VITA e sa accogliere il negativo che nella storia della vita è sempre presente ma negato dalle varie epistemologie filosofica, religiosa e scientifica. 

In  questo utero, il negativo diventa una risorsa, una spinta al cambiamento, a diventare cooperatori di un progetto di vita più globale, individui liberi di vivere la loro interezza.

 

Questo post è stato scritto con la collaborazione  di:

   
Teresa, Elena, 
Livia, Liliana ed Ermanna.   

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