Celle SanVito (FG), sabato 11 luglio 2015.VII EDIZIONE DEL PROGETTO RAINBOW.ULTIMO GIORNO E BILANCI.
Ogni scusa è bona per prendermi spazio.
Lo faccio perché c’era il vuoto, su questa importante giornata, i bilanci della settima edizione del Progetto “Rainbow”, che si è svolto a Celle San Vito il paese più piccolo della Puglia, dal 28 giugno al 12 luglio.
Arrivare a Celle con quel gran caldo è stato ristoratore, già solo per la posizione in altura e per la freschezza: le stradine scomode di poche case, molte con rovi di rose grossi quanto le porte delle abitazioni basse.
Poi, dopo un viaggio pesante, perché oltre al piano del piacere legato alle storie delle persone dell’associazione e non, quel bilancio mi coinvolgeva su altri piani: con Gaetano, la sua famiglia d’origine, equilibri esterni a me…ma anche no.
Quindi, arriviamo alle 11,30 circa.
I volti freschi dello stare nelle “celle” per 15 giorni; i volti stanchi di chi forse ha “studiato” troppo in cella; i volti non volti…
L’accoglienza a quell’ora già avanzata, continuava:
abbiamo assistito alla performance di Arte globale del Graal delle profondità:
Cristian Orazi-puf entra danzando e cerca: la nascita, l’inizio, l’origine e scruta, annusa, ride…e invita, prendendo per mano Valentina Loffelhoz: il Puf.
Daniela-puk la attorciglia e la stende; Monica-pus la risveglia e Raffaele-pum ci stende tutti…dalle risate!!!
Iniziano così i bilanci condotti da Nicoletta e Cristiano, assieme ai protagonisti della “performance sulla profondità” anche coordinatori del progetto Rainbow.
I tre adolescenti vengono festeggiati ed accolti per primi: i più giovani, uno degli elementi-spirito di questa edizione. E (ne) erano fieri.
Si inizia con Leonardo: a sorpresa Michela entra “con le pinne fucile ed occhialini” ed è un’emozione condivisa.
Poi Ludovico e la sua famiglia, che lo accoglie nella sua grandezza, sensibilità ed artisticità, come tanti del gruppo gli hanno riconosciuto!
Leonardo della Toscana, dopo pranzo, viene chiamato per il bilancio e la sua famiglia è in contatto telefonico.
Leonardo a differenza degli altri due adolescenti, è rimasto con noi, non era lì presente la sua famiglia ed è ripartito la domenica assieme a Melania, come tutti gli altri partecipanti del progetto.
E’ stato bello conoscerlo un pò e vederlo così diverso dalla settimana intensiva internazionale di agosto 2014.
L’accoglienza dei piccoli centri, rimasti per certi valori ancora inalterato, anche se fosse solo per la quiete e il contatto con la natura, la qualità dei prodotti e la affabilità delle persone, è importante per completare le esperienze di convivenza e di stacco dall’ordinario; aiutandoci nel ritorno alle radici ed alle origini, proprie delle esperienze “intense ed intensive“, che sono svestite da sovrastrutture e più vicine all’essenza della vita e dei bisogni essenziali.
Celle San Vito (FG) è stato scelto per la seconda volta dagli organizzatori come sede del progetto; così come è stato per diverse edizioni a Sasso di Castalda (PZ), dove il primo cittadino del paese è intervenuto per i saluti istituzionali, ringraziando l’impegno del progetto per la sua comunità.
I bilanci sono andati avanti fino a notte fonda; noi eravamo in tenda a dormire, immersi nelle lucciole.
Prima di cena, l’orientamento della conduzione è stato di concludere con i bilanci più urgenti; in realtà poi tutti hanno avuto modo di fare il bilancio, andando avanti fino alle tre del mattino.
Noi abbiamo poi saputo che Giusi che aveva avuto noi ed altri amici e familiari presenti per lei, ha fatto il suo bilancio sola, allietando la compagnia e relativizzando la situazione.
Per fortuna Olivia mi aveva rubato nel pomeriggio il dono per Giusi, così la parte nostra era almeno arrivata dalla mano giusta. (due biglietti per il concerto di Fiorella Mannoia al castello di Barletta).
Al mattino ce ne siamo andati a scaglioni…l’aria del posto ci scacciava, è stato difficile salutarsi, capire dove andare, dove…
Così è, mica finisce qui?
Ringrazio Gioele per avermi parlato del pensiero (che riporto qui sotto) che Raffaele ha letto in apertura dei bilanci, quando noi eravamo ancora in viaggio.
E ancora ringrazio Gioele per le risate condivise.
E ringrazio Cindy che mi ha proposto di scrivere il post, la mia “datrice di postura”.
Me che l’ho accettato e chi mi ha raccolto col cucchiaino…
“Quando ho varcato la porta camminando verso il cancello
che mi avrebbe portato verso la libertà, sapevo che se non avessi
lasciato dietro di me l’amarezza e l’odio, sarei rimasto ancora in
prigione.”
Nelson Mandela