Celle San Vito (FG), giovedì 2 luglio 2015. VII° PROGETTO RAINBOW. Quarto giorno.
QUARTA GIORNATA.
Siamo stati tutti invitati a presentarci con un foulard colorato. Dopo brevi comunicazioni e un pensiero musicale, sono stati coinvolti i tre adolescenti a legarci le mani per accompagnarci, poi, a farci riconoscere le nostre gabbie interiori, rappresentate dal quadro di Michela Garbati “Le gabbie infernali”.
![]() |
“Gabbie infernali” – Michela Garbati |
Al rito è seguito il bilancio. Giuliana riferisce che, durante la dinamica, ha avvertito la stanchezza nel corpo, adagiandosi in ciò che la circondava. Rientrata nel ruolo delle responsabilità, ha avvertito il senso della sua inadeguatezza e riconosciuto la sua pezzenteria e la grande difficoltà a liberarsene. Ha riconosciuto che sono i figli ad avere la capacità di farci vedere di come siamo chiusi dentro le nostre gabbie.
![]() |
Franz Jüttner (1865–1925): illustrazione tratta da “Schneewittchen”, Mainz 1910 |
La mattinata è stata molto ricca di Metastoria, di spirito, di morte, di condivisione e partecipazione. Siamo entrati nel vero significato del “Rainbow“, attraverso dinamiche inaspettate che ci hanno permesso di riprendere delle parti nostre, salpando su una scialuppa di gruppo.
Pomeriggio – I° bilancio del VII° Progetto “Rainbow” condotto via skype da Cristiano e Nicoletta.
Raffaele comunica che stiamo iniziando ad entrare nelle “celle” di ognuno, filo conduttore al titolo.
Abbiamo tracciato la bussola del viaggio attraverso le immersioni del rito. Sono emersi diversi elementi rispetto al “sentito” del mattino. Titta, rispetto al II° Rainbow, fa notare che questa edizione è più cresciuta, che il gruppo si è creato con più gradualità e più attenzione all’ascolto da parte dei coordinatori che hanno accompagnato, entrando e uscendo dalle dinamiche e lavorando su tutti i codici.
Riferisce che l’altra grande novità di questa VII^ edizione del progetto “Rainbow” è stata la giornata di formazione, dedicata prima alla lettura de “Le tre metamorfosi” di Nietzsche, seguita, poi, da una teoria fatta da Raffaele con la quale ad ognuno dei Rainbownauti viene data la responsabilità di autorizzarsi a dinamiche metastoriche finalizzate a liberarli dallo “svantaggio originale”. Passando poi alle considerazioni sul rito, dice che lo ha trovato “sacro” perché ha messo insieme il passato con il presente, la storia con la metastoria. Nelle dinamiche, ha evidenziato la presenza di molto spirito e creatività, sia per la scelta delle musiche che per l’uso degli strumenti adottati. Ha messo in risalto la grande capacità di ascolto dei conduttori. Cristian ha fatto il giuda calibrato, facendo emergere la sua parte più creativa nelle dinamiche con Melania, Assunta, Francesca, Giuliana, Nadia, Sandra e Debora.
Tutto il gruppo ha fatto il bilancio; Cristiano e Nicoletta hanno pazientemente ascoltato ciascun componente ed hanno dato delle indicazioni e prospettive per il proseguimento del viaggio.