Celle di San Vito (FG), lunedì 6 luglio 2015. VII° PROGETTO “RAINBOW”. Ottavo giorno.
Oggi la navicella si ferma per controllare i motori in vista di una nuova partenza, poiché, come scrive Dante:
“Fatti non foste per viver come bruti, ma per seguir virtute e conoscenza”.

Partono i pre-adolescenti e, come nei giorni scorsi, appare già chiaro che la loro presenza è stata ed è un valore aggiunto alle dinamiche avvenute sia durante la SPA che nei giorni precedenti. Infatti, massaggiare un bambino ci porta al nostro essere orfani e scoperchia da subito i nostri bisogni e la nostra parte bambina. Il materno di Francesca ha permesso a Ludovico di rilassarsi fino a cadere in un sonno profondo. La sua reazione ha fatto emergere in Francesca il suo dolore più antico rispetto alla delusione del non essere stata vista né soddisfatta nei suoi bisogni da entrambi i genitori. Ludovico infatti è stato maschile, ha soddisfatto il suo bisogno senza preoccuparsi per l’esterno e portando Francesca a soddisfare da sola il suo bisogno di essere massaggiata, ricadendo nella sensazione di solitudine e paura ma anche tentando l’ultima strada per non svendersi e per mantenere l’analogico. È bastato il tocco di Alberto per risvegliare in lei questo profondo bisogno, ma se un desiderio non viene soddisfatto per troppo tempo, quando ciò avviene all’inizio non riesci a sentirlo. Infatti Raffaele e Daniela stringono Francesca ma lei, abituata a fare tutto da sola, non li sente da subito ma riconosce che, se sai stare da sola senza avere paura, la vita ti ricompensa in quanto poi il massaggio arriva da più persone. Francesca è scesa nella parte più profonda del Cum-munitometro, toccando il massimo della disperazione ma mantenendo la fides.
Leonardo B. racconta che il massaggio che ha ricevuto da Lucia gli è piaciuto molto, tanto da fidarsi e lasciarsi andare. Lucia ha potuto esprimere il proprio materno come se lo facesse nei confronti di suo figlio, con amore e devozione. Leonardo S. ha vissuto il massaggio di Assunta in modo ambivalente, nel senso che non è riuscito a rilassarsi del tutto, così come Assunta. Entrambi infatti sentivano il bisogno di controllare l’esterno ed erano preoccupati di ricevere qualcosa per sé. Assunta ha potuto rivedere il proprio figlio nell’età di Leo e ha provato un senso di colpa nel non averlo mai accarezzato nonostante lui lo chiedesse: nel mondo contadino, dove Assunta è cresciuta, il massaggio non esisteva se non per alleviare qualche dolore muscolare.
Giuliana racconta che ha avuto difficoltà nell’accogliere Rossella, in quanto questa le ricordava sua sorella, con la quale ha vissuto un’esperienza forte di dolore che ha raccontato durante una lunga immersione. Il massaggio di Giuliana a Rossella voleva essere un tentativo di risvegliare la sorella dal letargo in cui questa era sprofondata, mentre Rossella avrebbe voluto un massaggio più delicato. In realtà, Raffaele ci fa comprendere come il bisogno di un tocco dolce e delicato sia una difesa per non risvegliare un corpo addormentato e rigido, che si è dovuto immobilizzare, per cui l’invasione in questo senso è un dono da accogliere.
Anche Giusi ha vissuto un’esperienza molto forte attraverso il massaggio con Giovanni. Lei si è fidata ed abbandonata, sentendo fortemente la sacralità del momento, mentre Giovanni, a causa di suoi vissuti legati alla spiritualità, ha voluto sdrammatizzare questo momento sacro. Questo ha permesso a Giusi di rivivere l’ambiguità del padre verso di lei, un padre che c’è ma che fa anche resistenza. La confusione e il disorientamento di Giusi sono stati colti da Raffaele e Daniela, che l’hanno avvolta con la parte sia maschile che femminile. In quel momento, Giusi ha vissuto un’emozione fortissima nel potersi affidare a chi riesce a cogliere i suoi stati d’animo anche se non manifesti.
È emerso che Giovanni utilizza l’analogico sia per scendere nel bio-organico, ma anche per risalire nel simbolico, creando in chi gli sta vicino un senso di confusione e ambiguità.

Anche Flavio racconta di aver vissuto un’esperienza unica e fortissima grazie al massaggio materno di Mila. All’inizio lui ha fatto resistenza: la fisicità di Mila lo ha messo in difficoltà, poiché quando siamo appesantiti e svalutati, vorremmo solo rannicchiarci e nasconderci in un materno accogliente. Mila invece, da brava accompagnatrice, lo fa distendere e gli fa riconoscere che lui sente di non meritare niente. Mila arriva a toccare le profondità di Flavio attraverso la sua determinazione e facendogli sentire che lui ha diritto a ricevere e che esiste. Il materno sta anche nell’essere autorevoli, così come è riuscita ad essere Mila. Lei ha infatti invertito lo schema dello specchio disconoscente: Flavio voleva regredire ed accogliere la vergogna, ma Mila non lo ha permesso invertendo la dinamica, tanto che Flavio racconta di come poi abbia sentito Mila da esterna a dentro di sé e di come sia avvenuto un crossingover tra di loro. Mila racconta che non lo avrebbe scelto perché lo vedeva troppo rigido, per cui lei si è dovuta sperimentare con una cosa molto difficile, che l’ha portata poi a ricontattare il suo materno prendendosi delle parti con suo figlio e sentendo con Flavio una grande fusionalità.
Dopo la stanza da letto di oggi, la navicella è pronta per ripartire da un nuovo stato quiete più alleggerita e consapevole.