Pedaso (FM), martedì 2 giugno 2015. PROGETTO “LA FINESTRA DI BABICH”. Secondo giorno.
Registro Persone giuridiche n. 429
Prefettura di Foggia
Prefettura di Foggia
V° PROGETTO
“LA FINESTRA DI BABICH”.
PROGETTO DI CONVIVENZA
AL FEMMINILE.
II° giorno .
Accompagnate nel nostro viaggio dagli ANTENATI Sole, Mare, Natura completamente a nostra disposizione, festeggiamo i compleanni di Paola e Sonia e in contumacia quello del papà di Paola.
Donatella si sperimenta in un inedito, accompagnandoci nel risveglio interiore per collegarci all’In.Di.Co. e ci connettiamo a piedi nudi con l’energia della Madre Terra per abbandonare ogni tipo di catena, legame con l’urlo “BASTA”.
Quel “BASTA” che ha urlato Luciana perché non riesce ancora a lasciar andare il suo ex marito; quel “BASTA” che Pina non è riuscita ad urlare per distinguersi da suo marito; l’elemento di distinzione è pertanto condizione necessaria per non confondersi con i legami forti e non vivere nella dipendenza ed essere liberi di riconoscere e vivere la propria specificità.
E’ per questo che Mariagrazia sottolinea che le donne sono incinte dei propri uomini togliendo così lo spazio ai propri figli che hanno trovato l’utero occupato ed hanno fatto una gravidanza extrauterina. Chiara ribadisce che bisogna dire la verità ai propri figli, dire ai figli quello che noi madri abbiamo tolto loro prima che ne muoiano o ci uccidano. Le parole di Chiara hanno fatto da enzima permettendo le immersioni delle madri con le loro verità e delle figlie con le loro verità che si sono potute esprimere senza veli e senza accuse.
Come perle preziose abbiamo raccolto l’immersione di Marinella che in un momento di “morte“, in cui avrebbe desiderato essere protetta, ha scoperto che poteva tutelarsi solo da sé.
Così Sinzia ha potuto scendere nel suo dolore di madre che ha riparatorito suo figlio riprendendosi il negativo che gli aveva trasmesso, vincendo la propria morte per ridonargli la vita. E così Adriana, e così Agnese e Rocchina hanno espresso il proprio dolore, il proprio vuoto, il proprio sentimento di inadeguatezza, la propria incapacità di parlare di se stesse. Ma come si fa a trasmettere la gioia se non la si ha dentro? I figli vogliono madri vive che sappiano gioire della propria specificità e che non soddisfino i loro bisogni attraverso i figli. Le madri si devono saper perdonare e perdonare la vita, perché oggi ci stiamo sperimentando coraggiosamente come madri e come figlie inedite, pur sbagliando possiamo perdonarci. Maddalena esprimendo il suo fastidio nei confronti di alcune madri riattraversa il suo antico dolore nei confronti di sua madre per aver ricevuto la sua vita a prezzo di un’altra vita.
La pausa pranzo ci viene in aiuto per cambiare stanza e in questa meravigliosa natura che circonda la villa, ciascuno può riprendere energia.
Pomeriggio: si riprendono i lavori!
ALLEGRIA! finalmente è arrivata la ventottesima babicina che dalle sue origini “Biancor” ci inonda col suo calore ed il suo colore e con grande sensibilità ed energia introduce nuove note nel gruppo.
Abbiamo introdotto la teoria esprimendo da che cosa ognuno di noi era stato colpito. Ad Annamaria piace ipotizzare che noi in origine avevamo tutti i nostri codici ben sviluppati ed eravamo connessi con l’universo senza ruoli o distinzioni di sorta che via via ci hanno sempre di più ingabbiato e frantumato.
Giuseppina aggiunge che siamo donne velate e che possiamo ritornare a noi stesse, in un processo di “aletheia“, togliendo un velo alla volta: Sinzia ha tolto un velo nero, di morte, trasformandolo in vita che danza.
Mariagrazia sottolinea che questo progetto ci sta aiutando a passare dall’essere fecondate da un esterno ad “ingravidarsi di se stesse” perché l’utero è tabernacolo sacro che non può essere svenduto all’esterno.
A questo proposito è importante ricordarsi che è pur vero che nasciamo da una linea paterna e una materna ma ciò che si genera è la “partenogenesi” di un vero inedito.
Tutta la teoria è stata ripresa così con l’Unità di Crisi, da Giovanna mettendo in evidenza che diventa un’opportunità per fare quei passaggi necessari a ritrovare la stella che siamo e produrre luce propria e calore da noi stesse e non da quell’esterno che tanto ci ha invaso.
Ma Maddalena ancora cerca una risposta ai suoi perché e Amelia risponde alle sue domande aperte attingendo da ogni teoria già ben espressa chiudendo il cerchio con un lavoro d’intreccio e così riuscendo a rispondere a Maddalena.
La serata si conclude tra palloncini colorati e patatine a festeggiare i compleanni di Paola e Sonia. Ma suggestivo rimarrà nei nostri ricordi il lancio nel cielo di quattro lanterne che portando con sé ciò che ognuno voleva abbandonare della propria vita si sono innalzate nel cielo sfruttando l’energia dei nostri antenati vento e mare che sono i primi nostri accompagnatori.
Amelia,
Carla,
Donatella,
Mariangela