FONDAZIONE NUOVA SPECIE ONLUS
Registro Persone giuridiche n. 429
Prefettura di Foggia
DUEGIORNI IN TOSCANA:
GIORNATA METASTORICA PER GIADA
E PER IL GRUPPO “TOSCANA”.
La giornata di domenica è stata accompagnata da un bel sole splendente, caldo e costante!
Siamo partiti con tre macchine: nella mia eravamo io [Giada], Michela, Silvio, Francesco e Daniela; in quella di Raniero c’erano lui, Mia, Viola, Leonardo, Flavio e Kirikù; in quella di Renzo c’erano lui, Annita Patrizia e Mafalda.
Siamo arrivati a Castiglione verso l’ora di pranzo e ci siamo messi a fare un picnic in un giardino.
Lo scopo di questo viaggio era di ripercorrere delle tappe della mia infanzia ed arrivare a mia madre, andandola a vistare nel cimitero del mio paese natale. L’unica cosa che mi ero preparata era di leggere delle lettere che mia madre scrisse quando vivevamo a Londra e di leggere una lettera che io ho scritto a mia madre, Roberta. Il resto lo affidavo all’inedito, poi a Silvio e a Michela.
Ero riuscita ad arrivare senza aspettative, mi vivevo la giornata già come un gran dono prezioso anche se fosse stata solo una gita nella quale potevo condividere con i miei compagni di viaggio, un pezzo del mio vissuto.
Devo ringraziare Silvio e Michela per questo perché il bilancio che abbiamo fatto in macchina e le cose che mi hanno detto, mi hanno aiutata molto ad interiorizzare il fatto che fosse una giornata tutta per me e che avevo il diritto di prendermi tutto il tempo e lo spazio che volevo, e come volevo. È stato importante che hanno rimarcato su questa cosa altrimenti avrei fatto molta fatica a dedicarmi a me e vivermela proprio come una giornata mia, come in effetti era. Perciò già questa constatazione mi rendeva felice e mi commuoveva.
Il percorso è iniziato da casa di mia nonna, nel suo giardino ci siamo seduti tutti vicini, sul prato, ed ho iniziato a raccontare di quella casa e delle cose che mi sono vissuta là dentro, ed ho mostrato delle foto.
Sono stata contenta di aver visto immergersi anche mio fratello durante la lettura delle lettere. E sono grata a Silvio che anche lì mi ha invitata a non avere fretta e fare una cosa alla volta dandomi valore.
Quello che ho sentito già dalla prima tappa era un mistico clima di sacralità, sentivo intorno a me un accogliente rispetto, dedizione, attenzione e amore, da parte di tutte le persone che avevo intorno.
Dopo siamo andati con la macchina vicino al centro del paese e da lì abbiamo continuato il viaggio a piedi, verso il borgo medievale, ci siamo addentrati nelle mura e siamo arrivati alla chiesa in cui si celebrò il funerale di Roberta, nel lontano 1993.
Nonostante il racconto sia stato preannunciato dalle urla di Francesco, che litigava con una vecchina per aver pisciato sulle mura del castello, il clima di sacralità continuava ad accompagnarmi. Era come se l’utero devoto non si fosse mai disperso.
Ho raccontato di quella giornata, di quanto fosse stata finta e ovattata, nella quale non ho potuto/saputo/voluto neanche piangere la morte di Roberta.
Ma sentivo desiderio di procedere, Silvio lo ha colto, e ci siamo incamminati verso il cimitero.
Penso che a rendere la giornata così sacra ci abbia aiutato molto anche l’ambiente, le mura antiche di questo castello hanno un che di mistico, non c’erano turisti sul nostro cammino nonostante fosse domenica, e anche il cimitero è situato in un posto meraviglioso, vicino al castello, in cima ad una collina, dal quale si vede la palude, il mare e la pineta.
Prima ho voluto mostrare dove è stata sepolta mia madre per 10 anni, vicino ad Italo Calvino nel posto più bello di tutto il cimitero.
Dopo però è stata spostata e ci siamo seduti tutti davanti a lei nella sua nuova postazione.
Silvio con estrema calma e delicatezza mi ha accompagnata a “fare un ring” con mia madre. Non me lo aspettavo, ma non mi ha stupita. Sentivo che era una cosa difficile da fare. Ma che non volevo perdere questa occasione, soprattutto di farlo con Michela e Silvio vicino a me. E anche tutte le altre persone che c’erano. Ormai si era creato un utero pronto per farmi partorire. Sono partita dalla lettura della lettera per mia madre. Qui per me è stato bellissimo vedere come i bambini ci sono stati dall’inizio alla fine, con curiosità e amore. Questo ho sentito.
Nonostante la lettera che avevo scritto fosse molto lunga, ognuno rispettava con sacro silenzio.
Ringrazio ancora Silvio qui perché con un’arte da spettacolo mi ha accompagnata raffinatamente ad arrivare, dove dovevo arrivare, senza bisogno di strappi, forzature o spinte. È stata molto importante la teoria che ha fatto riguardo alla rimozione che ho della mia infanzia, mi ha detto che non potrò ricordare niente finché non riattraverso il dolore, perché uno dimentica quando il vissuto è stato troppo forte.
Quello che ho sentito è stata l’armonia perfetta nel percorrere tutte le note con grazia.
Avere Michela vicina a me che mi toccava, mi ha fatta sentire al sicuro, come se un’altra me, più forte e più distinta, mi sorreggesse con lo stesso amore che io avevo per me stessa, ma che ancora facevo fatica a sentire.
Così ho potuto dire a Roberta tutto il positivo e il negativo che dovevo dirle. È stato bello sentire che anche Mia mi è stata vicina con piacere, e che Viola si è addormentata come se si sentisse più libera di rilassarsi.
Ancora una volta Silvio mi ha detto qualcosa che mi ha illuminata e mi ha permesso di andare ancora un po’ più in là nella riconquista di me stessa, di Giada adulta che ancora fa fatica ad emergere perché si confonde col vissuto di sua madre. Ho ricordato la paura che spesso ho, di morire a 32 anni come lei, e questo è l’anno in cui compirò 32 anni. Così ho percepito esattamente cosa era che dovevo dirle. Ho percepito il nodo preciso da sciogliere, lì in quel momento.
IO NON SONO TE, IO NON SONO ROBERTA, IO SONO GIADA, SOLO GIADA, IO VOGLIO VIVERE, NON VOGLIO MORIRE, IO NELLA VITA CI VOGLIO STORIA, NELLA STORIA CI VOGLIO STARE, IO NON SCAPPO, NON SONO TE, IO NON SONO TE!
Queste sono state le urla che ho gridato con tutta me stessa, con tutti i miei codici e con tutta la mia voce, battendo i pugni con forza sul pavimento davanti a mia madre. Fino a sentire la sensazione del parto, come se qualcosa uscisse da dentro di me attraverso tutto il mio corpo.
Michela mi ha accolta tra le sue braccia, quanto le sono grata per la sua accoglienza, non ci sono parole per descriverlo.
Silvio ha accompagnato il tutto con una teoria alla portata di tutti, anche i bambini comprendevano profondamente la sacralità di quello che stava accadendo. Poi Silvio ci ha incoraggiati a spostarci sulla spiaggia per fare un rito di chiusura.
Mentre camminavamo per arrivare al mare, Mia – che spesso si vergogna quando faccio la matta per la strada – sembrava invece fiera e contenta del “casino” che ho fatto nel cimitero. Viola che si era svegliata dal sonno per le mie urla, mi ha detto che le è piaciuto quando ho urlato, anche se ha un pochino pianto.
Siamo arrivati in spiaggia nel momento in cui il sole stava iniziando a tramontare, che splendore!
Mi è piaciuto tanto quello che mi ha detto Michela proprio riguardo al tramonto, che mi stava accompagnando a far tramontare una parte che non mi serve più per risorgere al mattino seguente con una Giada più libera dalla colonizzazione di mia madre e più adulta. E quello che mi ha detto Silvio riguardo agli antenati. Che li ho sempre vissuti come una cosa importante perché, sì, mia madre me li ha trasmessi così, ma che adesso avrei potuto viverli come più veri, più vicini a me in un modo anche più concreto.
Annita mi ha fatto fare un rito molto bello, nel quale ho potuto sancire l’impegno che mi ero presa al cimitero, quello di lasciare la mia parte di sirena al negativo, potendolo proprio lasciare anche fisicamente scrivendo, tagliando, bruciando e seppellendo. Sono molto grata ad Annita perché per me è andata oltre alle sue difficoltà con la sabbia e col cane. Standoci in tutto e per tutto!
Dopo Silvio ha recitato il cantico di “WAKAN TANKA“, io l ho ripetuto dietro a lui, ad occhi chiusi davanti al mare. Ho sentito mie quelle parole ed è stato importante dirle davanti agli antenati, al mare, al sole, alle montagne e col vento che soffiava forte tra noi.
Dopo Silvio mi ha invitata a bagnarmi con l’acqua del mare e ad abbandonarmi all’indietro tra le braccia di Francesco e Mia per primi, ma anche di tutti loro. Per poi concludere il rito con una corsa di gioia verso il sole!
Ci siamo incamminati di nuovo verso le macchine e mentre camminavo sentivo che un’altro velo si era tolto, sentivo più vive e più vere le emozioni e la realtà mi sembrava più reale.
Ho sentito amore per ognuno in maniera più globale; sentivo amore per Renzo e Mafalda che mi avevano accompagnato con generoso materno e paterno. Sentivo amore per Annita che mi aveva accompagnata camminando incessantemente nonostante i dolori fisici forti che ha. Sentivo amore per Raniero e Daniela che mi avevano accompagnato come fratelli devoti. Sentivo amore per Flavio e Leonardo che mi avevano accompagnato come nipoti affezionati. Sentivo amore per Mia e Viola che nonostante la fatica iniziale avevano attraversato con me il canale del parto, non scappando mai. Sentivo amore per Francesco che al contrario di come aveva detto all’inizio mi ha accompagnato dall’inizio alla fine immergendosi pure lui. Sentivo amore per Kirikú che dava quel tocco di allegria e purezza che solo un cucciolo può avere.
Sentivo amore per Silvio e Michela, che mi avevano accompagnato come se ci conoscessimo dall’eternità, con generosità, pazienza, dedizione e un’armonia commovente.
Arrivati alle macchine. Abbiamo preso un ultimo spazio di raccoglimento per condividere come ognuno di noi si era vissuto la giornata.
Sono stata molto contenta di sentire che per ognuno fosse stato un giorno sacro, anche per i bambini! Ho sentito vero quello che ha detto Silvio, che non sarebbe andato tutto così se non ci fosse stata la Supervisione il giorno prima ed ho comunicato questo che sento proprio una verità: che se non ci fosse stata la molteplicità che c’è stata, la giornata non sarebbe stata la stessa, se fossimo stati solo io, Silvio e Michela, non sarebbe stato tutto così armonico, ognuno con la sua specificità è stato prezioso. Mi è piaciuta molto la teoria che hanno fatto sia Silvio che Michela, rispetto alla giornata e le prospettive da ora in poi.
Sento che questa giornata ha segnato un passaggio importante in me, ma anche nelle mie figlie e nel Gruppo Toscana.
Grazie a tutti, grazie Silvio e Michela, non mi aspettavo che mi avreste fatto un così grande dono quando vi ho scelto come accompagnatori al Solstinizio.
Venire con me nella mia terra natale è stato il regalo più bello che potevate farmi ed è stato uno dei giorni più importanti della mia vita, che porterò sempre dentro di me!
Giada,
Sole nascente…
2 Commenti
Amelia
che meraviglia….!
Veronica De Falco
jesce sole!