FONDAZIONE NUOVA SPECIE ONLUS
Registro Persone giuridiche n. 429
Prefettura di Foggia
BILANCI E PROSPETTIVE
Ci siamo ritrovati in tanti, una quarantina, domenica mattina 26 aprile 2015 a Bari, in una campagna non lontano dall’abitato; è una mattinata soleggiata con un leggero venticello buono per stare all’aperto.
Infatti trascorriamo tutta la giornata in questo posto bellissimo.
Ci siamo incontrati per fare un bilancio dell’esperienza di accompagnamento e convivenza tra Filippo e Marco, esperienza durata diversi mesi e conclusa da poco.
La maggior parte delle persone che hanno accolto l’invito a partecipare è di Bari ma ci sono anche persone venute da più lontano, c’è la famiglia Internò da Taranto, la famiglia Matera da Andria, Nadia Gatta da Trani, Titta da Cerignola, gli abitanti di Casamadre da Foggia (Dina, Daniela, Gioele) ed io da San Severo.
E’ sempre emozionante quando ci incontriamo.
E’ bello vedere che siamo in tanti a voler crescere e a essere sempre di più in rete e che i momenti che viviamo insieme sono sempre densi si emozioni profonde.
La giornata è condotta da Graziana, Rino e Gaetano che introducono la fase dei pensieri facendosi accompagnare da Raffaele Matera che, con poche parole, bene-dice la giornata.
Il pensiero che poi ci ha accompagnati per tutta la giornata è il dono che Gaetano fa alla sua associazione e cioè un telo con il Graal alla Salute, e da questo pensiero in molti riconoscono la crescita di Gaetano che si vede anche nella trasformazione del corpo perché ora se ne prende più cura, infatti ha perso diversi chili e ora è diventato ancora più bello di prima.
Attenta Veronica…
Nelle comunicazioni, Veronica ci ricorda l’appuntamento a Foggia di giovedì 30 aprile, incontro che si terrà per valutare concretamente la possibilità di fa partire un Mas.Tr.O. (Metodo alla salute Trattamento ordinario) a Foggia, in attesa che si creino le condizioni ottimali per far nascere un Mas.Tr.O. Sud.
La giornata prosegue ascoltano i protagonisti dell’esperienza: ascoltiamo Marco, il papà Giovanni, Giulia e Filippo e, man mano che gli elementi emergono, la bravissima Graziana li teorizza, facendo luce sulle dinamiche raccontate e provando a definire le caratteristiche che deve avere un’esperienza di accompagnamento e di convivenza.
Tutti gli elementi che emergono ci serviranno ad evitare di ripetere gli errori fatti per inesperienza.
– Il primo aspetto che viene fuori è che c’è
bisogno di molteplicità: non può essere una sola persona ad accompagnare una situazione perché sarebbe limitante, mentre l’intervento di altre specificità aumenterebbe le possibilità di dinamiche sempre nuove e per questo più vitali;
– un altro elemento fondamentale è che a sostegno dell’esperienza ci deve essere un gruppo che coordini e che periodicamente faccia dei bilanci per vedere come va e come procedere per andare oltre;
– qualunque esperienza deve essere a termine, poiché si tratta di dinamiche metastoriche sia per chi accompagna sia per chi è accompagnato in quanto poi ci deve essere il rientro nell’ordinario ( storia);
– e a questo punto emerge un altro aspetto importante da curare e cioè l’accompagnamento a rientrare nell’ordinario, accompagnamento che deve essere fatto sia a chi ha vissuto il progetto sia alla famiglia che nel frattempo deve continuare a fare un proprio percorso di crescita.
Senza quasi rendercene conto arriva l’ora di pranzo; sospendiamo il bilancio e ci gustiamo il pranzo, anche questo molteplice in quanto ognuno ha portato qualcosa.
Riprendiamo con un pensiero musicale di Fabio per Graziana che si emoziona e ci emoziona; al termine si lascia andare tra le braccia di Fabio e a condurre il bilancio si introduce Gaetano che è altrettanto bravo e profondo.
Un bellissimo contributo teorico lo da Gioele.
Ci fa vedere come l’esperienza di Filippo e Marco sia stata vissuta su tutti i livelli del Graal da parte di ognuno e fa un parallelo tra la loro esperienza, quella che si fa nelle comunità terapeutiche e quella che si fa nelle famiglie.
L’esperienza delle istituzioni si ferma solo al simbolico dove ci sono il paziente e l’operatore, dove l’operatore decide cosa è buono per il paziente e finito l’orario di lavoro torna nella sua vita senza essersi sporcato della vita dell’altro; nella famiglia vengono coinvolti gli altri codici, quello analogico e anche quello biorganico ma si fa fatica a vivere la parte metastorica in quanto si tende a rimanere fermi nei ruoli di genitore-figlio.
L’esperienza di Casa Donata ha coinvolto tutti i codici: anche se si è partiti con Filippo che accompagnava Marco, è accaduto che sono cresciuti ambedue:
Marco per la prima volta si è allontanato per molto tempo dalla sua famiglia e dalla sua casa, ha fatto l’esperienza di alzarsi al mattino e andare in campagna e tante altre cose.
Filippo, grazie a Marco, ha potuto osare e mettere fuori altre parti che fino ad ora erano addormentate e anche se al termine dell’esperienza c’è stato un negativo, è una parte benedetta in quanto, per la prima volta, Filippo, ha messo fuori la rabbia e per uno che faceva “il cammello” è una grande passaggio.
Ora bisogna andare piano, Filippo dovrebbe cominciare a chiedere delle cose per sè e lasciare la parte che si carica delle situazioni più difficili senza mai lamentarsi, Marco potrebbe fare esperienza in altre case, ma accompagnato da Giovanni e Giulia dovrebbe lasciare un po’ la casa e fare dei fuori campo per se stessa distinguendosi da Marco e Giovanni e riprendere il suo di percorso.
Prima di chiudere, i conduttori chiedono ai presenti di raccontare la propria esperienza di convivenza.
Ci danno una bella testimonianza Cataldo, Stefania e Alessandro che, anche a distanza di tempo, stanno raccogliendo i frutti del percorso fatto a Foggia.
L’aria comincia a rinfrescarsi, qualcuno comincia sentire freddo, il grande Graal dell’Alsa Bari continua a ondeggiare appeso tra due alberi e una dinamica che mi commuove è l’abbraccio che si scambiano Filippo e Marco.
Termino col ringraziare l’Alsa Bari per aver organizzato la giornata, i partecipanti che l’hanno resa intensa, i conduttori che l’hanno facilitata, Filippo e Marco che ci hanno regalato pezzi della loro storia, il sole che ci ha scaldati, il vento che ci ha accarezzati ed infine voglio ringraziare Mariano,
perché è grazie a lui che tutto questo esiste e perché con la sua assenza continua a spingerci nella nostra crescita.
Grazia